L’ARMAGEDDON DELLE EUROPEE: SFIDA FINALE TRA SOVRANISTI E GLOBALISTI - MACRON HA GIÀ INIZIATO LA CAMPAGNA ELETTORALE: “ORBAN E SALVINI HANNO RAGIONE, SONO IL LORO PRINCIPALE AVVERSARIO” – MA EMMANUEL HA DIVERSI GUAI A CASA SUA, TRA IL CASO BENALLA, LE INDAGINI SUL BRACCIO MAL-DESTRO KOHLER E LE DIMISSIONI DI HULOT. PER 'MR. ARROGANCE' SARÀ UN AUTUNNO MOLTO CALDO

-

Condividi questo articolo


1 – SOVRANISTI NEL MIRINO MACRON SI PROCLAMA LEADER DEGLI EUROPEISTI

Leonardo Martinelli per “la Stampa”

 

EMMANUEL MACRON EMMANUEL MACRON

Emmanuel Macron non se l' è fatto ripetere due volte. Martedì il premier ungherese Viktor Orban, incontrando l' amico Matteo Salvini a Milano, aveva detto chiaro e tondo che «in Europa ci sono due campi e uno è guidato da Macron, leader delle forze politiche che sostengono l' immigrazione».

 

Ebbene, ieri, da Copenaghen, dove si trovava in visita ufficiale, il presidente francese ha risposto con un tono di sfida, quasi soddisfatto di ritrovarsi nel mirino di Orban e Salvini. «Non cederò niente ai nazionalisti - ha detto - e a quelli che predicano l' odio. Se hanno voluto vedere nella mia persona il loro principale avversario, hanno ragione».

 

matteo salvini viktor orban 4 matteo salvini viktor orban 4

È al muro contro muro nei confronti dei populisti che punta Macron, per dare chiarezza al dibattito politico nella Ue, perché è un europeista convinto. E anche per ritornare all' attacco (e occasionalmente recuperare consensi) in una fase che a livello interno lo vede in difficoltà, tra il suo calo di popolarità nei sondaggi, l' economia francese che non riparte così rapidamente come previsto e un ministro molto amato, quello dell' Ecologia, Nicolas Hulot, che ha appena sbattuto la porta, abbandonando il Governo.

 

emmanuel macron con brigitte emmanuel macron con brigitte

La sfida francese

«Se dicono che in Francia - ha continuato ieri Macron, alludendo ancora al duetto Orban-Salvini - c' è il nemico del nazionalismo, della politica dell' odio, dell' Europa che deve pagare quello che ci conviene, senza imporre alcuna forma di responsabilità e di solidarietà, hanno ragi one».

 

In riferimento al consiglio Ue previsto a Salisburgo il 20 settembre, ma anche al dibattito per le elezioni europee del maggio 2019, ha aggiunto che «nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, dovremo prendere decisioni in profondità per affrontare il tema delle migrazioni e questo presuppone serietà e spirito di responsabilità, restando fedeli ai nostri valori, come il diritto d' asilo, con una vera politica nei confronti dei Paesi d' origine. Non è quello che propongono Orban e Salvini».

MACRON SMARTPHONE 1 MACRON SMARTPHONE 1

 

Per il presidente francese «si sta strutturando un' opposizione forte fra nazionalisti e progressisti». E lui vuole porsi al centro di un «arco progressista» transnazionale, in vista delle europee.

 

La replica italiana

La «controrisposta» del ministro degli Interni italiano ieri non si è fatta attendere. Perfida: «Il principale avversario di Macron, sondaggi alla mano, è il popolo francese. Anziché dare lezioni agli altri governi, spalanchi le proprie frontiere, a partire da quella di Ventimiglia. E la smetta di destabilizzare la Libia per interessi economici».

matteo salvini viktor orban 3 matteo salvini viktor orban 3

 

Sì, il presidente francese è in difficoltà (l' ultimo sondaggio Ifop indica ormai che appena il 34% dei francesi è soddisfatto della sua politica, cinque punti percentuali in meno in un solo mese). Le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo sono ancora lontane, mancano sette mesi, ma Macron sa bene che rappresenteranno un importante test per la sua presidenza.

 

matteo salvini con l'ambulante moussa mbaye matteo salvini con l'ambulante moussa mbaye

Non sapendo ancora come posizionare il movimento En Marche! sullo scacchiere Ue, punta a sbaragliare i tradizionali steccati ideologici fra il Partito popolare europeo (Ppe) e quello socialista, destra e sinistra tradizionali, appellandosi a un «arco progressista», che sarà «proeuropeo» e contro gli altri, i populisti. E di cui lui sarà inesorabilmente il leader.

 

I rivali

In un certo senso l' avversione concitata di Orban e Salvini sostiene il piano di Macron. I due a Milano lo hanno tirato in ballo esplicitamente, risparmiando invece Angela Merkel, che è quella che nell' estate 2015 aprì le frontiere ai migranti.

 

Se Salvini è alleato di Marine Le Pen all' Europarlamento, Orban fa ancora parte del Ppe, assieme al partito della cancelliera, sebbene le sue posizioni estreme siano criticate. In ogni caso, meglio evitare polemiche con la Merkel. E concentrarsi invece su Macron, sempre più paladino dell' Europa, dell' antinazionalismo e dell' antidemagogia. A lui il ruolo non dispiace affatto.

 

2 – GUAI ALL' ELISEO E LA CAMPAGNA DI MAGGIO «QUESTA VOLTA EMMANUEL SI GIOCA TUTTO»

Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”

 

SALVINI ORBAN SALVINI ORBAN

«Questo autunno europeo sarà un autunno di lotta» l' Eliseo aveva avvertito già qualche giorno fa off the record, e le ostilità si sono, puntualmente, aperte. Nonostante i guai in casa (i postumi dello scandalo legato alla sua guardia del corpo Benalla, le dimissioni a sorpresa del popolare ministro dell' Ambiente Hulot, le riforme sociali da affrontare, la popolarità in calo) Macron ha ripreso la sua maratona diplomatica europea.

 

E' da Copenaghen che ha risposto all' offensiva di Salvini e Orban. Oggi sarà a Helsinki, il 6 settembre in Lussemburgo, dove vedrà anche il premier belga Charles Michel, il 7 dopo riceverà Angela Merkel all' Eliseo. Prima del vertice informale di Salisburgo del 20 settembre, avrà dunque visitato sedici partner dell' Unione su (ormai) Ventisette.

 

EMMANUEL MACRON NICOLAS HULOT EMMANUEL MACRON NICOLAS HULOT

Appena eletto, aveva promesso che li avrebbe visitati tutti entro le elezioni del 2019. Obiettivo iniziale: sponsorizzare il progetto di rifondazione annunciato nel famoso discorso della Sorbona del 26 settembre 2017.

 

Ma ormai l' obiettivo è la campagna elettorale e prendere la testa del campo degli «eurofili», sempre meno determinati e sempre meno numerosi. Lo scrutinio del 29 maggio sarà il primo vero test elettorale per Macron dal suo arrivo all' Eliseo.

 

LA STRATEGIA

BENALLA E MACRON BENALLA E MACRON

Il presidente francese ne ha già impostato lo scontro: progressisti da una parte, nazionalisti dall' altra. «Ma Macron non ha un partner affidabile per fare l' Europa ha dichiarato Sébastien Maillard, direttore della Fondazione Notre Europe a Le Monde e non può certo fare l' Europa da sola».

 

Anche la Germania di Angela Merkel con la quale i rapporti personali sono sempre stati facili è adesso più reticente. «Macron vorrebbe fare un' Europa più piccola per farla somigliare a una Francia più grande ha spiegato Yves Bertoncini presidente del Movimento Europeo ma i tedeschi contano su un' Unione a 27, non a 10 o 12».

 

emmanuel macron alexis kohler 1 emmanuel macron alexis kohler 1

La posta in gioco, per Macron non è soltanto europea: «Se non riusciremo a vincere queste elezioni ha commentato con Le Monde un deputato di En marche definito molto vicino al presidente - i francesi potrebbero avere l' impressione che non siamo stati che un semplice incidente della storia, potrebbe essere molto pericoloso».

 

BENALLA E MACRON BENALLA E MACRON

In Europa il presidente testerà il metodo Macron che ha funzionato per conquistare l' Eliseo: far saltare gli steccati tradizionali della politica, che a Strasburgo significa far saltare Il Partito Popolare facendo leva sull' estremismo di Orban e degli euroscettici, e attirare elementi socialdemocratici per formare se non il primo, il secondo gruppo.

 

Operazione per niente scontata. Nel frattempo le vicende nazionali non sono di tutto riposo. Lo aspettano una legge di bilancio con una crescita meno forte del previsto, la riforma delle pensioni, un piano di lotta alla povertà già più volte rimandato e infine la promessa riforma costituzionale, rimandata da luglio all' autunno a causa dell' affaire Benalla.

BENALLA E MACRON BENALLA E MACRON matteo salvini viktor orban 5 matteo salvini viktor orban 5

 

BENALLA E MACRON BENALLA E MACRON

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FLASH! – CARLE', MA CHE STAI A DI’? - CORREVA L’ANNO 1959 QUANDO L’AVVOCATO AGNELLI SI SBATTEVA ANITONA EKBERG. IERI A “100 MINUTI” (LA7) CARLO DE BENEDETTI RACCONTA DI AVERLO INCROCIATO CON LA DIVA DE “LA DOLCE VITA” QUANDO ERA “UN RAGAZZINO” (“LUI MI HA DETTO: VAI A FARTI UNA SEGA”) – FATTI I CONTI DELLA SERVA, ESSENDO NATO NEL 1934, CDB AVEVA NON SOLO 25 ANNI MA NEL 1959 ERA GIA’ SPOSATO CON MITA CROSETTI (NEL 1961, NASCE IL PRIMO FIGLIO RODOLFO) – INSOMMA, L'ERA DELLA SEGA L'AVEVA GIA' SUPERATA DA UN PEZZO...

PRESTA, CHE “BRUCIO”! - L’INTERVISTA AL “GIORNALE” DAL TELE-AGENTE HA SCATENATO IL PANICO NEGLI UFFICI LEGALI RAI - SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO DELL’AGCOM, SE NON ARRIVA PRIMA LA PROCURA, POTREBBE FINIRE LA DETTAGLIATA RICOSTRUZIONE DELL’OSPITATA A SANREMO DI JOHN TRAVOLTA SQUADERNATA DA LUCIO PRESTA: “MI CHIESERO SE ERAVAMO INTERESSATI ALLA PRESENZA DELL'ARTISTA AD UNA CIFRA MOLTO BASSA PERCHÉ LO SPONSOR DELLE SCARPE ERA DISPOSTO A PAGARE LA DIFFERENZA DEL SUO CACHET” - AMADEUS AVREBBE CHIESTO E OTTENUTO 90 MILA EURO NON DOVUTI SUL FORMAT “ARENA SUZUKI”: SAREBBE UNA VIOLAZIONE DI UNA DELIBERA DELLA VIGILANZA - I DIRIGENTI MELONIANI GODONO PER IL CALCIONE AL “TRADITORE” AMADEUS E IL FUTURO (NERO) PER I TELE-AGENTI…

MELANIA, INSTA-CAFONAL!  - IL PROFILO INSTAGRAM DI MELANIA RIZZOLI CONTINUA AD ESSERE LA BUSSOLA (IMPAZZITA) DELLA MILANO DA RI-BERE - TRA I NAVIGLI E VIA MONTENAPOLEONE, TRA IL BARETTO E IL CAFFÈ CIPRIANI, A SUON DI PARTY-BOOKS, SERATE CHARITY E COMPLEANNI, MELANIA E' PEGGIO DELLA DIGOS, LI SCHEDA TUTTI: PAOLINO BERLUSCONI, MINIMO BOLDI, AL BANO CHE SI GOLA, CHIARA BONI, CANDIDA MORVILLO CHE APPARECCHIA IL LIBRO, GUIDO BERTOLASO, ATTILIO FONTANA, FRANCESCO SPECCHIA, PIERO MARANGHI E... - VIDEO

FLASH! - PUNTO DI SVOLTA IN MEDIO ORIENTE: NELLE PROSSIME ORE SARA' ANNUNCIATA LA TREGUA TRA GAZA E ISRAELE IN CAMBIO DEL RILASCIO DEI 35 OSTAGGI IN MANO AD HAMAS - 45 GIORNI PER NEGOZIARE UN ACCORDO DEFINITIVO - NETANYAHU, CHE VOLEVA INVADERE RAFAH, COSTRETTO A PIU' MITI CONSIGLI DALL'AZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA, GENERALE GANTZ ("GLI OSTAGGI SONO PIU' IMPORTANTI DI RAFAH") E DALL'ALTOLA' DI BIDEN A BIBI ("SE ISRAELE INVADE RAFAH GLI AIUTI MILITARI AMERICANI VENGONO RIMESSI IN DISCUSSIONE")....