giorgia meloni

L’ASCESA DI GIORGIA MELONI INIZIA NEL 2013: FRATELLI D’ITALIA PRESE L’1,96% MA GRAZIE A UN CODICILLO DEL PORCELLUM ENTRO’ IN PARLAMENTO - DA LI’ L’ASCESA: 3,7% ALLE EUROPEE DEL 2014 - NEL 2016 SI CANDIDO’ A SINDACO DI ROMA, CON UN BUON SUCCESSO PERSONALE - NEL 2018 FDI RACCOLSE IL 4,3% - UN ANNO DOPO, DI NUOVO ALLE EUROPEE, GIORGIA MELONI PORTA IL PARTITO AL 6,4% MENTRE LA LEGA VOLAVA AL 34,3% - LA SCELTA DI STARE SEMPRE ALL'OPPOSIZIONE E LA RIGOROSA COERENZA SULLE ALLEANZE SONO DUE CHIAVI DEL SUO SUCCESSO…

Antonio Polito per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI

Se Giorgia Meloni sarà la prima donna a Palazzo Chigi, lo dovrà in buona parte a due uomini: Silvio Berlusconi e Ignazio La Russa. Fu il secondo infatti a proporre, e il primo a concedere, una singolare norma del Porcellum per la quale sarebbe entrato in Parlamento anche il primo tra i partiti rimasti «sotto soglia», che cioè non avevano raggiunto il 3%. Così, quando dalla dissoluzione del Popolo della Libertà nacque dieci anni fa Fratelli D'Italia, il previdente Ignazio e la giovane Giorgia riuscirono a scappottare un misero 1,96% alla prima prova elettorale, nel 2013, e a conquistare un manipolo di nove deputati (nessun senatore).

 

Il tentativo del piccolo raggruppamento di reduci della destra, di provenienza missina, sarebbe altrimenti morto sul nascere e la storia d'Italia avrebbe preso un'altra piega (cinque anni prima Storace aveva anche preso più voti, ma fallì la soglia elettorale e finì nell'oblio).

GIORGIA MELONI AL SEGGIO ELETTORALE

 

La scialuppa della ex «draghetta» di Azione giovani ha rischiato del resto più volte di finire travolta dalle ondate elettorali. Un anno dopo il «salvataggio» firmato Ignazio, i Fratelli non centrano il quorum alle Europee del 2014 (con il 3,7%, la soglia era al 4%), e lei non viene eletta. Nel 2016 corre a Roma, per diventare sindaco; «tradita» da Berlusconi arriva solo terza, anche se con un buon successo personale. E nel 2018, appena quattro anni fa anche se oggi sembra un secolo, ottiene alle Politiche solo il 4,3%. Confermando il sospetto che il suo partito sia solo l'ostinato residuo di un'altra era politica.

 

giorgia meloni

Eppure un anno dopo, di nuovo alle Europee, Giorgia passa il primo esame di maturità: un robusto 6,4%. Ancor più soddisfacente perché ottenuto mentre la Lega del «cugino» Salvini balza a un clamoroso 34,3%. È il primo segno che il neo-sovranismo di Matteo non ha prosciugato lo spazio di una destra nazionalista e nativista; e che Giorgia sarà anche piccola, ma è tosta.

 

GIORGIA MELONI DOPO I RISULTATI ELETTORALI

Posso raccontare una confessione che mi fece qualche anno dopo, quando aveva ormai finito di mangiare il pane nero di chi vive sempre sul filo del quorum, in una vita di stenti elettorali. «Quella volta, alle Europee 2019, i sondaggi non ci davano la certezza di farcela. Io avevo deciso di mollare: se non avessi superato la soglia mi sarei fatta da parte, spazio a qualcun altro. Nella vita devi prendere atto quando una cosa che hai fatto non funziona». Invece la Provvidenza, che evidentemente aveva altri progetti per lei, stese la sua mano protettrice e salvò la leadership di Giorgia.

GIORGIA MELONI

 

Si possono avanzare molte ipotesi su come abbia fatto una giovane donna, sicuramente una professionista della politica, ne mastica fin da ragazza, ma tutto sommato senza una grande storia alle spalle (famiglia modesta, studi fermi al diploma, un immaginario fantasy-fiabesco da «generazione Atreju») a salire dal 4% al 25% in cinque anni.

 

giorgia meloni primo discorso dopo i risultati del voto

La mia risposta preferita è quella che mi ha suggerito qualche giorno fa un inviato del giornale francese Le Figaro. Lui è andato tra la gente per strada, e a tutti coloro che avrebbero votato Giorgia ha chiesto: che cosa vi ha convinto? Quale proposta nel programma, quale promessa? Nessuno ne ricordava nessuna. Ci pensavano un po', e poi concludevano: la voto per la coerenza.

 

La coerenza è la chiave del successo della Meloni. Mi capita spesso in tv di interrogare leader politici, e a tutti ho qualche contraddizione o qualche trasformismo da rinfacciare. Con lei è molto difficile. Al massimo si può risalire a quando in Parlamento militava nel Popolo della Libertà, e votò disciplinatamente la riforma Fornero del governo Monti, solo per denunciarla con vigore poco dopo. Ma dal giorno che è passata all'opposizione, c'è sempre rimasta: dura e pura contro Conte, ferma ma più rispettosa con Draghi. Mentre gli altri, Salvini compreso, uscivano ed entravano dalla porte girevoli del governo.

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

 

Un collega, maratoneta delle notti elettorali, mi ha detto: «In fin dei conti la democrazia è questo, no? Le elezioni servono a portare l'opposizione al governo». Solo che in Italia ne abbiamo perso l'abitudine. Se Meloni diventerà presidentessa del Consiglio sarà la prima da undici anni a questa parte ad esserci arrivata dopo aver corso alle elezioni da leader di un partito. Non c'è riuscito nel 2013 Bersani, che pure prese il 25%; e non c'è riuscito nel 2018 Di Maio, che addirittura ottenne il 32,7%.

 

giorgia meloni primo discorso dopo i risultati del voto

Sarà una prova dura. Sopratutto per una donna che riversa sull'amore e la cura della figlia ciò che a lei è mancato da parte del padre. Le metafore familiari, forse non a caso, sono il suo forte. Nell'ormai mitico congresso di Viterbo di Azione giovani, vinto nel 2004, capeggiava una lista chiamata Figli d'Italia. Poi ha fondato i Fratelli d'Italia. E quando le è stato chiesto se si sentiva pronta per il lavoro di premier ha risposto: «Non mi sentivo pronta nemmeno per fare la mamma. Poi, un po' alla volta, ho imparato». Mamma d'Italia.

GIORGIA MELONI PALERMOgiorgia meloni

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)