marine le pen - giorgia meloni - meme

L’EUROPA È SULL’ORLO DEL BARATRO – IL CAOS POLITICO IN FRANCIA SCATENA IL PANICO NEI MERCATI, TERRORIZZATI DALLE POLITICHE ECONOMICHE DI UN EVENTUALE GOVERNO LE PEN-BARDELLA. MA A RIMETTERCI DI PIÙ, TANTO PER CAMBIARE, SARÀ L’ITALIA - FUBINI: “IL FATTO CHE I TITOLI ITALIANI TREMINO PIÙ DI QUELLI FRANCESI, QUANDO IL TERREMOTO È DALL’ALTRA PARTE DELLE ALPI, SIGNIFICA CHE L’ITALIA NON È PIÙ FORTE QUANDO LA FRANCIA E LA GERMANIA SONO DEBOLI. L’ITALIA ERA E RESTA FRAGILE: HA BISOGNO DI RIFORME, RISANAMENTO DEI CONTI E SOPRATTUTTO DI UN’EUROPA FORTE…

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

meloni le pen

Qualche giorno fa una grande banca internazionale ha organizzato una delle sue solite visite in Italia per i propri clienti. Per la prima volta, si è resa conto che non riusciva a riempire i posti disponibili: non c’era molto interesse fra gli investitori per le vicende del Paese; le acque erano troppo placide e in pochi si stavano chiedendo se fosse il caso di vendere Italia sul mercato.

 

Come passa in fretta il tempo in Europa. L’avesse fatto ora il suo tour, quella banca avrebbe riempito subito gli slot. Ci avesse messo dentro anche un passaggio da Parigi, avrebbe dovuto aprire a un gruppo supplementare. Lo scarto di rendimento fra titoli decennali italiani e tedeschi — lo spread — è molto sotto i massimi […], ma da giorni è instabile e ieri ha di nuovo oscillato con violenza verso l’alto.

 

giorgia meloni guarda in cagnesco emmanuel macron g7 2

Improvvisamente nervosi, gli investitori si rifugiano nelle obbligazioni di Berlino. Intanto i titoli delle principali banche italiane crollano e così quelli dei grandi istituti transalpini, da Société Générale a Bnp Paribas.

 

Anche i corsi delle obbligazioni del Tesoro di Parigi sono diventati elettrici, con gli spread sui bund tedeschi bruscamente saliti. Persino i corsi di Deutsche Bank o Commerzbank in Germania ne hanno risentito in misura pesante.

 

Semplicemente, dopo anni di tregua, gli investitori hanno aperto gli occhi su una realtà che si profilava da tempo. L’Europa non è solo l’area dal livello di crescita più basso del mondo; non solo è priva di una strategia per risollevarla e recuperare il ritardo tecnologico. Presenta anche quello che loro chiamano un «rischio politico». E l’epicentro stavolta è la Francia.

MILITANTI DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL

 

In termini immediati l’innesco naturalmente è il trionfo del Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella e soprattutto la decisione di Emmanuel Macron […] di convocare elezioni anticipate tra tre settimane. Le Pen ha smesso di parlare di un’uscita della Francia dall’euro, ma il suo programma prevede regali per tutti: drastico taglio dell’Iva su qualunque spesa per l’energia (costo, 12 miliardi l’anno), esenzioni dai contributi per le imprese che aumentano gli occupati (costo, 10 miliardi), esenzione dall’imposta sui redditi per chi ha meno di trent’anni; la prospettiva di pensioni a sessant’anni; prestito di Stato da centomila euro a tasso zero per la prima casa e nessun obbligo di rimborso per le famiglie con tre figli o più. Manca giusto un Superbonus al 110%.

 

THE ECONOMIST - COPERTINA CON URSULA VON DER LEYEN, GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN - LE TRE DONNE CHE PLASMERANNO L'EUROPA

Quanto al modo di finanziare le spese — ammesso che qualcuno ci creda — «lotta alle frodi» e «tagli dei sussidi agli immigrati». Il tutto malgrado gli impegni a ridurre il deficit più alto dell’Unione europea, in compagnia della Slovacchia e ovviamente dell’Italia.

 

Il nostro Paese è già passato di là, ai tempi dei piani faraonici del governo giallo-verde. […] Il ciclo del populismo arriva ovunque in Occidente con sintomi simili ed ora è vicino al suo apice in Francia. Non si fermerà con qualche discorso ragionevole: più queste forze vengono tenute fuori dalle mura del potere, più assumono agli occhi degli elettori il profilo di un oggetto magico. Comunque vada il voto indetto da Macron, il momento di mettere alla prova i populisti a Parigi comunque si avvicina.

 

Non ci sarebbe però tanto nervosismo sui mercati, se intorno alla Francia ci fosse un’Europa forte in un Occidente forte. Invece i leader li abbiamo sotto gli occhi in questi giorni, al G7 e nei negoziati per i posti di vertice a Bruxelles.

marine le pen jordan bardella

 

Le elezioni europee hanno restituito un governo tedesco paralizzato, al 30% appena dei consensi, con la gloriosa socialdemocrazia del cancelliere Olaf Scholz superata dai post-nazisti di Alternative für Deutschland. […]

 

Quanto al resto del G7, ha detto tutto il Wall Street Journal ieri: «Quando l’unico a non essere un’anatra zoppa nel G7 è il primo ministro italiano, significa che la democrazia occidentale ha raggiunto un punto basso».

olaf scholz giorgia meloni g7 di borgo egnazia puglia

 

La stessa Giorgia Meloni, per quanto politicamente solida a Roma e a Bruxelles, sta ricevendo dei messaggi dai mercati in questi giorni: il fatto che i titoli italiani tremino più di quelli francesi, quando il terremoto è dall’altra parte delle Alpi, significa che l’Italia non è più forte quando la Francia e la Germania sono deboli. L’Italia era e resta fragile: ha bisogno di riforme, risanamento dei conti e soprattutto di un’Europa forte, integrata e ricca di progetti intorno a sé. E tale l’Europa non sarà mai, se Parigi o Berlino restano ostaggio delle loro forze centrifughe .

g7 borgo egnazia i leader osservano il lancio dei paracadutisti giorgia meloni olaf scholz joe biden justin trudeau g7 borgo egnazia g7 borgo egnazia i leader osservano il lancio dei paracadutisti 1giorgia meloni guarda in cagnesco emmanuel macron g7 1giorgia meloni guarda in cagnesco emmanuel macron g7 3giorgia meloni ed emmanuel macron alla cena dei leader del g7 al castello svevo di brindisi 1macron meloni g7meloni le pen

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?