S’INFIAMMA LA GUERRA TRA CINA E STATI UNITI - ARRESTATA IN CANADA, SU RICHIESTA DELLE AUTORITA’ AMERICANE, MENG WANZHOU DIRETTRICE FINANZIARIA E FIGLIA DEL FONDATORE DI HUAWEI, IL COLOSSO CINESE DELLE TCL - LA RICHIESTA AMERICANA SAREBBE MOTIVATA DALLA VIOLAZIONE DELL’EMBARGO NEI CONFRONTI DELL’IRAN - LA DONNA RISCHIA L’ESTRADIZIONE NEGLI USA

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Guido Santevecchi per www.corriere.it

 

MENG WANZHOU - HUAWEI MENG WANZHOU - HUAWEI

Doveva esserci la tregua nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, ma un arresto eccellente sta riaccendendo la crisi. Su mandato di cattura americano con richiesta di estradizione la polizia del Canada ha arrestato la potente direttrice finanziaria di Huawei, il colosso cinese delle telecomunicazioni presente con la sua rete tecnologica e i suoi telefonini in decine di Paesi nel mondo.

 

Lei, Meng Wanzhou, 41 anni, è figlia del fondatore dell’azienda, Ren Zhengfei. Il colpo è quindi duro anche da un punto di vista personale e mediatico. La richiesta americana sarebbe motivata dalla violazione dell’embargo nei confronti dell’Iran. Subito il governo di Pechino ha protestato esigendo la liberazione. L’udienza sulla convalida del fermo è stata fissata per venerdì 7 dicembre a Vancouver.

 

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NELLA NOTTE DEL VERTICE TRUMP-XI

La signora Meng è stata bloccata sabato 1 dicembre all’aeroporto di Vancouver in Canada, durante una tappa di trasferimento in un volo intercontinentale. E proprio in quelle ore di sabato scorso a Buenos Aires Donald Trump e Xi Jinping discutevano a cena sulla guerra dei dazi e decidevano una tregua di 90 giorni per risolvere il contenzioso. Ora i cinesi considerano l’arresto eccellente come uno schiaffo e un doppio gioco da parte americana. E anche la stampa di Washington, New York Times in testa, osserva che la strategia cinese della Casa Bianca è ondivaga.

 

IL DOSSIER HUAWEI

Non è ancora certa la motivazione formale del mandato di cattura, che sarebbe stato emesso dalla giustizia del Distretto di New York. Mesi fa il Wall Street Journal aveva scritto che le autorità americane sospettavano la signora Meng di aver violato le sanzioni Usa contro l’Iran con forniture di tecnologia Huawei. La stessa accusa per la quale nel 2017 la ZTE cinese era stata condannata a una penale di 1,2 miliardi di dollari che l’aveva quasi messa fuori dal mercato internazionale.

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Ma c’è molto di più in questo dossier Huawei: il gigante delle telecomunicazioni cinese è accusato da Washington di «operare per minare gli interessi della sicurezza nazionale degli Stati Uniti», come ha detto subito dopo l’arresto il senatore repubblicano Ben Sasse. Accuse e sospetti di possibile spionaggio a favore del governo di Pechino che si rincorrono da anni e che Huawei ha sempre negato, ricordando di essere un gruppo privato. Ma intanto la Casa Bianca sta facendo azione di lobby per scoraggiare Paesi alleati (compresa l’Italia) dal dotarsi di sistemi di telecomunicazioni Made in China.

 

LE RETI 5G

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Huawei, pur essendo privata, è strategicamente importante per le ambizioni di supremazia economica della Cina, nel campo della tecnologia 5G nelle reti telefoniche ai chip. I governi occidentali che si stanno dotando delle reti 5G (di quinta generazione per la telefonia mobile) stanno negoziando con Huawei, che è all’avanguardia. Il gruppo di Ren insiste che Pechino non ha alcuna influenza nelle sue operazioni.

 

LA PROTESTA CINESE

L’ambasciata cinese in Canada protesta: «Su richiesta degli Stati Uniti, il Canada ha arrestato una cittadina cinese che non ha violato alcuna legge statunitense o canadese. Un caso che è anche una seria violazione dei diritti umani». La nota si chiude con la richiesta formale che «Canada e Usa correggano immediatamente il loro comportamento sbagliato e restituiscano la libertà alla signora Meng Wanzhou».

 

CINQUE GIORNI DI SILENZIO

Cinque giorni di silenzio Il portavoce del Dipartimento per la Giustizia canadese ha detto di non poter fornire precisazioni sulle motivazioni del mandato di arresto perché «è stato imposto un veto alla pubblicazione su richiesta della signora Meng». E ha concluso rendendo noto che l’udienza per la richiesta di libertà dietro cauzione è fissata per venerdì 7 dicembre. Il caso deve aver creato una difficile triangolazione politico-diplomatica tra Canada, Cina e Stati Uniti, visto che le autorità di Vancouver hanno comunicato l’arresto con cinque giorni di ritardo.

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LA PRIMA FIGLIA DEL FONDATORE

Meng Wanzhou, che si fa chiamare anche Sabrina Meng, usa il cognome della madre ed è la figlia maggiore del fondatore e presidente di Huawei, Ren Zhengfei. È entrata nel gruppo nel 1993 e ha fatto carriera fino a diventare vicepresidente del consiglio d’amministrazione e chief financial officer. Ren ha 74 anni e la figlia Meng è considerata la candidata per la successione alla guida dell’impero.

 

E LA SECONDA CHE STUDIA AD HARVARD

Ren ha anche un’altra figlia, Annabel Yao, avuta dalla seconda moglie. Lei, 21 anni, studia Scienza dei computer a Harvard. Uscendo per la prima volta dal grande riserbo di famiglia, il fondatore proprio in questi giorni aveva fatto debuttare in società Annabel al Bal del Débutantes di Parigi.

 

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