raffaele fitto giorgia meloni ursula von der leyen

L’ITALIA NON CONTA UNA MAZZA: SOLO MELONI NON L’HA CAPITO – DOPO LO SCHIAFFONE RICEVUTO DALLA NATO CHE HA NOMINATO LO SPAGNOLO JAVIER COLOMINA COME RAPPRESENTANTE SPECIALE PER IL FIANCO SUD DELL’ALLEANZA ATLANTICA, LA DUCETTA, CHE AVEVA RECLAMATO PER L’ITALIA IL RUOLO, HA GLI OTOLITI IN SUBBUGLIO E NELLA PARTITA DELLE DELEGHE CON URSULA È INDECISA SE PUNTARE SU UN COMMISSARIO ECONOMICO O SU QUELLO AL MEDITERRANEO (MA SOLO SE C’È LA DELEGA AI MIGRANTI) – BRUXELLES SPINGE PER FITTO ALLE POLITICHE DI COESIONE. MA A PALAZZO CHIGI SI PENSA CHE…

Francesco Olivo per la Stampa - Estratti

 

giorgia meloni spiega il no di fratelli d italia alla conferma di ursula von der leyen 1

 Una partita persa nel Mediterraneo fa venire una tentazione a Giorgia Meloni: chiedere a Bruxelles la delega sui migranti. Il clima a Palazzo Chigi non è dei migliori, la premier rivendica la mossa di non aver votato il secondo mandato di Ursula von der Leyen, ma al tempo stesso fatica a digerire lo schiaffo ricevuto dalla Nato.

 

L'Italia aveva chiesto di nominare un rappresentante speciale dell'Alleanza Atlantica per il fronte Sud. La settimana scorsa, durante il vertice di Washington, la premier ha annunciato la candidatura. Il segretario uscente Jens Stoltenberg, invece, ha optato per lo spagnolo Javier Colomina, già vice Segretario generale aggiunto della Nato.

 

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

La vicenda ha provocato grande risentimento nel governo italiano, tanto da indurre il rappresentante permanente presso l'Alleanza Atlantica, Marco Peronaci, a inviare una lettera al segretario. Nella missiva, rivelata da Il Foglio, si esprime «sorpresa e disappunto» per la tempistica della nomina, che giunge alla fine del mandato del norvegese, che a ottobre sarà sostituito dall'ex premier olandese Mark Rutte, con il quale Meloni aveva parlato dell'argomento.

 

La questione del commissario europeo è, però, la più urgente. Dopo il voto di Strasburgo a von der Leyen è stato recapitato un messaggio, «niente di personale», nel senso che pur ribadendo l'impossibilità di sostenere una maggioranza europea allargata di fatto ai Verdi, la premier ha voluto tenere aperto un canale. E per esplorarlo in questa fase decisiva, utile può rivelarsi il ruolo di Antonio Tajani.

 

raffaele fitto giorgia meloni

Ieri la premier ha visto a Palazzo Chigi il ministro degli Esteri, un incontro che all'ordine del giorno aveva le crisi internazionali, ma nel quale ovviamente si è parlato di Europa. Il vicepremier ha digerito, il ruolo lo impone, il no di Meloni a von der Leyen e ora è al lavoro per non far crollare i ponti. Quelli che invece Matteo Salvini vuole far saltare, partendo all'attacco della nuova Commissione. Tajani, poi, consiglia di «evitare le vicepresidenze esecutive», ovvero una delle richieste dell'Italia, per garantire «equilibrio» nella Commissione.

 

Nelle ultime ore Meloni è tentata di sparigliare: se la trattativa dovesse incagliarsi perché non tentare di farsi assegnare il Mediterraneo, il nuovo "ministero" che von der Leyen ha ideato per i prossimi cinque anni? Molto dipende da quante competenze saranno previste per quella casella. Da Bruxelles si spiega che non si tratterà di un commissario dal valore esclusivamente simbolico e se davvero ci fossero poteri in campo dell'immigrazione, e della cooperazione con i Paesi africani allora il governo potrebbe farci un pensiero, magari vendendola all'opinione pubblica come una sorta di estensione del Piano Mattei.

 

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

Questa strada, però, incontra più di una resistenza. L'ala del governo di FdI più attenta ai mondi produttivi e chi conosce meglio i meccanismi dell'Ue hanno messo in guardia la premier da questa ipotesi, che rischia di essere una scatola vuota, chiedendo di spostare tutte le energie su un portafoglio più pesante.

 

In ogni caso la priorità assoluta sarà che il commissario al Mediterraneo non vada alla Spagna, dopo lo screzio sull'inviato Nato sul Sud, ma al limite alla Grecia o a Malta. C'entra, ovviamente, anche il profilo del candidato che l'Italia vuole proporre.

Meloni non ha cambiato idea: a Bruxelles deve andare il ministro Raffaele Fitto e se Von der Leyen imporrà ai governi una rosa che prevede anche una donna, si tratterà di una segnalazione puramente formale e verrà probabilmente dalla società civile.

 

E proprio sulla figura di Fitto si sta ritagliando la proposta che arriva da Bruxelles: le politiche di Coesione. Per l'attuale ministro agli Affari europei sarebbe, per biografia, la casella ideale. Ma a Palazzo Chigi si crede che si tratti di un portafoglio dal campo d'azione limitato, persino se dovesse comprendere la gestione del Pnrr.

 

(…)

 

LA TORTA DEI COMMISSARI

 

Marco Bresolin per la Stampa - Estratti

(…)

ursula von der leyen giorgia meloni

Von der Leyen ha offerto il portafoglio al Mediterraneo che sembra disegnato addosso all'Italia, ma forse non al profilo di Fitto. La delega che la presidente ha in mente non è affatto di seconda fascia perché la persona incaricata dovrebbe occuparsi di investimenti, partnership economiche, energia, sicurezza e immigrazione con i Paesi africani e del Medio Oriente.

 

Politiche strategiche per gli interessi italiani, in linea con il Piano Mattei, anche se difficilmente questa delega verrebbe accompagnata dal grado di vicepresidente in quanto il commissario al Mediterraneo dovrà lavorare «in stretto coordinamento» con l'Alto Rappresentante, Kaja Kallas, che sarà vicepresidente. Il portafoglio al Mare Nostrum fa gola anche a Cipro, che potrebbe candidare George Lakkotripis, l'ex ministro a Energia e Commercio.

 

La Grecia guarda invece con più interesse ad altri portafogli, come l'Agricoltura, e si fa il nome di Apostolos Tzitzikostas, ex presidente del comitato delle Regioni. In corsa ci potrebbe essere pure la Spagna, ma Madrid vorrebbe che la candidata Teresa Ribera si occupasse di transizione climatica a trecentosessanta gradi.

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN

 

Von der Leyen inizierà a gestire seriamente il dossier a partire dalla prossima settimana perché ha scelto di staccare qualche giorno durante il week-end per stare vicina alla famiglia. Dopodiché le trattative entreranno nel vivo fino alla seconda metà di agosto. I tre punti fermi della prossima Commissione sono certamente Kaja Kallas, Thierry Breton e Valdis Dombrovskis.

 

Il francese ha ottenuto da Emmanuel Macron la garanzia che il suo sarà un portafoglio "ampio" e dovrebbe includere il cruciale dossier della competitività, con un focus particolare sull'industria. Dombrovskis potrebbe invece occuparsi in prima persona del Bilancio vero e proprio e in particolare della definizione dei nuovi strumenti per finanziare gli investimenti nei progetti comuni. Completa il quadro degli uscenti lo slovacco Maros Sefcovic: negli ultimi anni ha seguito il dossier della semplificazione normativa, che von der Leyen vorrebbe affidare a un commissario ad hoc per la sburocratizzazione. Per quel ruolo si fa anche il nome della svedese Jessika Roswall.

giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa raffaele fitto giorgia meloni antonio tajani

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…