L’ITALIA È POPULISTA? È COLPA DI MEDIASET – UNO STUDIO DELL’AMERICAN ECONOMIC REVIEW SOSTIENE CHE LA TV TRASH ABBIA RINCRETINITO MIGLIAIA DI BAMBINI RENDENDOLI, DA ADULTI, DEGLI SPETTATORI “PIÙ VULNERABILI” ALLA RETORICA POPULISTA. “PRIMA DI FORZA ITALIA E POI DEL MOVIMENTO 5 STELLE” (SIC) – L'ATTACCO DELLA MAGLIE: ''COME MAI NON SI FA LA STESSA RICERCA SULL'EFFETTO DEI SOCIAL?''

 

BERLUSCONI DI MAIO

LA MAGLIE PRENDE A PICCONATE IL “WASHINGTON POST” SULLA TV SPAZZATURA CHE “HA FATTO DIVENTARE I BAMBINI CRETINI E FAVORITO I POPULISTI” – “COM’È CHE QUESTA TEORIA NON VIENE SVILUPPATA PER I SOCIAL? FORSE PERCHÉ SONO I BOSS DELLA SILICON VALLEY CHE COMMISSIONANO QUESTE RICERCHE?”

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/siamo-brutti-sporchi-cattivi-colpa-berlusconi-mediaset-209344.htm

 

 

gianni de michelis a drive in

COSÌ MEDIASET HA FATTO VINCERE BERLUSCONI E I CINQUE STELLE

Alb.Ma. per www.ilsole24ore.com

 

Nel 1994 Silvio Berlusconi fa irruzione nella politica nazionale con Forza Italia. Nel 2013 i Cinque stelle, la forza anti-establishment fondata dal comico Beppe Grillo, stravolge gli equilibri incassando il 25,5% dei consensi e arrivando cinque anni dopo al vertice del paese. Berlusconi guarda con orrore ai grillini, classificandoli addirittura come «peggio dei comunisti».

 

ruben durante 1

A sua insaputa, però, potrebbe averne alimentato l’exploit con la sua stessa creatura imprenditoriale: Mediaset, all’epoca rappresentata dalle reti Fininvest. Uno studio pubblicato dall’American Economic Review, «The Political Legacy of Entertainment Tv», ha registrato una correlazione diretta fra l’esposizione alla televisione commerciale e l’inclinazione al voto per forze che adottano un linguaggio populista e ipersemplificato nella propria comunicazione politica.

 

max greggio autore drive in

Lo studio, a firma degli accademici Ruben Durante (Universitat Pompeu Fabra di Barcelona), Paolo Pinotti (Bocconi di Milano) e Andrea Tesei (Queen Mary University, Londra), evidenzia che «gli individui esposti alla tv di intrattenimento da bambini risultano meno sofisticati dal punto di vista cognitivo e meno sensibili e meno provvisti di senso civico, e in ultima istanza più vulnerabili alla retorica populista di Berlusconi».

 

paolo pinotti bocconi

In un secondo momento, prosegue il report, la stessa sensibilità alla retorica populista avrebbe favorito lo slittamento dello stesso target di spettatori-elettori da Forza Italia ai Cinque stelle. Le due sigle hanno poco a che spartire sul terreno ideologico. Ma diverse affinità nella scelta del linguaggio: «Nonostante le chiare differenze ideologiche - si legge nello studio - Il Movimento cinque stelle condivide con Forza Italia una retorica populista».

 

Lo sbarco del Biscione in Italia

Lo studio ripercorre la storia imprenditoriale dell’ex presidente del Consiglio e della tv commerciale in Italia, dal lancio di Canale 5 nel 1980 allo sdoganamento delle reti Fininvest (oggi Mediaset) con legge Mammì del 1990. La tesi è che l’esposizione a una Tv di intrattenimento abbia compromesso le facoltà cognitive di un certo bacino di utenza, rendendo gli spettatori «più vulnerabili» alla retorica populista prima di Forza Italia e poi del Movimento Cinque stelle.

IL WASHINGTON POST E LA TV SPAZZATURA DI MEDIASET

 

L’origine del tutto va cercata, secondo gli autori dell’indagine, nei contenuti dell’offerta televisiva sbarcata sulle frequenze italiane con l’arrivo del «Biscione». L’analisi qualitativa sulla programmazione delle reti di Berlusconi nei loro primi anni di vita evidenzia un approccio completamente diverso dai palinsesti della Rai, ribaltando la funzione informativa-educativa della tv di Stato.

 

Negli anni ’80, gli attuali canali Mediaset risultavano concentrati quasi esclusivamente sull’intrattenimento leggero (dalle soap opera agli show comici) e i film, con un’incidenza pari al 67% e al 23% della messa in onda. Le news sarebbero arrivate solo nel 1991 e non c’era traccia di contenuti a sfondo educativo.

andrea tesei

 

La Rai, viceversa, dedicava nello stesso periodo il 34% del suo tempo all’informazione e il 22% a contenuti educativi. Anche restringendo il campo sulla sola dimensione dell’intrattenimento, l’offerta Mediaset appare di livello inferiore a quella della Tv di Stato. Fra 1983 e 1987, secondo un’analisi svolta sulle valutazioni dei portali Mymovies.it e Filmtv.it, le pellicole trasmesse sulle reti Fininvest viaggiavano su rating molto più bassi e risultavano meno adatti a un pubblico sotto a una certa soglia anagrafica.

 

berlusconi mediaset

Da Drive-In alla cabina elettorale

Conseguenze? A livello strettamente cognitivo, si legge nell’indagine, gli spettatori «esposti alla tv di intrattenimento da bambini sono diventati sia meno sofisticati intellettualmente sia meno inclini al senso civico da adulti». Secondo dati citati dall’indagine, l’esposizione alla Tv di intrattenimento nell’infanzia aumenta dall’8 al 25% la probabilità di ottenere risultati sotto la media in test psicometrici.

 

drive in mediaset olycom

Un dato ancora più drastico arriva dai livelli di abilità di conto e alfabetizzazione: «Gli adulti esposti a Mediaset a un’età molto giovane (sotto i 10 anni) performano significativamente peggio sia nella capacità di fare conto che nell’alfabetizzazione -si legge nel report - In particolare, un incremento nella forza del segnale riduce i risultati di capacità di fare di conto e alfabetizzazione di un quarto e di un quinto rispetto alla deviazione standard». Più in generale, gli elettori esposti fin dall’infanzia alla tv di Berlusconi hanno registrato anche una minore propensione all’impegno sociale e al senso civico.

ruben durante

 

Gli effetti della esposizione alle emittenti Fininvest (The American Economic Review)

Ma qual è il nesso con la scelta politica? Come fa notare la stessa indagine, è più o meno facile rintracciare un legame tra un bombardamento di news «partigiane» e l’inclinazione elettorale. Un caso eclatante è quello della Fox, l’emittente iper-repubblicana che trasmette negli Stati Uniti ed è ritenuta capace di smuovere robusti flussi di voti in favore del Grand old party.

 

È già meno facile associare il declino di capacità di apprendimento o interesse per la cosa pubblica al voto di un certo partito. La risposta sta nell’ingrediente fondamentale della comunicazione: il linguaggio. «La ragione per cui i leader populisti sono particolarmente attrattivi verso gli elettori meno sofisticati è che usano un linguaggio più diretto e facile da comprendere per i cittadini. Funzionava con Forza Italia, ora con i Cinque stelle».

FOX NEWS

 

Quella strana (?) affinità tra Forza Italia e Cinque stelle

In particolare, le aree del paese esposte precocemente alle tv di Berlusconi (attorno al 1985) hanno registrato quote maggiori alla media di elettori berlusconiani nel 1994, mantenendo lo stesso effetto nelle successive cinque tornate elettorali. Dal 2013 in poi, gli autori notano lo stesso effetto sull’elettorato dei Cinque stelle.

paolo pinotti bocconi 1

 

Il radicamento dell’inclinazione populista si accentua nei due blocchi sociali e anagrafici più propensi al consumo di tv-spazzatura, i giovanissimi e gli over 55 con un basso grado di istruzione. La consequenzialità tra Forza Italia e Movimento cinque stelle può sembrare stridente, almeno rispetto alle origini ideologiche rivendicate dall’una e dall’altra forza politica.

 

In realtà le somiglianze fra i due emergono quando si guarda meno ai contenuti e più al metodo: «Sono comunque due partiti populisti, con caratteristiche simili - spiega Paolo Pinotti, uno degli autori del report - Ad esempio la capacità di rivolgersi agli elettori con un linguaggio semplice e la presenza di un leader carismatico».

andrea tesei 1

 

Sotto questa luce, dice Pinotti, non stupisce che si sia verificato un travaso - sia pure marginale - di elettori fra i due movimenti. Un boomerang su Berlusconi che rivela la versatilità del linguaggio populista, a proprio vantaggio o svantaggio. «Non ci spingiamo a dire in nessun modo che Berlusconi abbia “programmato” in qualche modo questi effetti per poi scendere in politica, visto che si parla di anni ben diversi - fa notare Pinotti - Il fatto che emerge, però, è che Forza Italia si è avvantaggiata di quegli stessi schemi comunicativi adottati dalle televisioni dell’allora Fininvest. Forza Italia è stata un partito populista ante litteram. Ora quello stesso linguaggio funziona con i Cinque stelle».

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…