mario draghi green pass

L’OBBLIGO VACCINALE NON PASS IN CAVALLERIA - DOMANI IL CONSIGLIO DEI MINISTRI RATIFICHERÀ IL SUPER GREEN PASS PER I LAVORATORI. NON SENZA MALUMORI NELLA MAGGIORANZA: LA LEGA NON È CONVINTA E I GRILLINI SONO DILANIATI DALLE POSIZIONI CONTRAPPOSTE (CHE NOVITÀ), CON I MINISTRI DEL MOVIMENTO SCONFESSATI DAI PARLAMENTARI. NON A CASO PATUANELLI STA PENSANDO DI NON PARTECIPARE - L’OBBLIGO VACCINALE “SECCO” È ANCORA SUL TAVOLO, MA SI TEME L’IMPATTO SOCIALE

Ilario Lombardo per "la Stampa"

 

conferenza stampa di fine anno di mario draghi 7

Gennaio non sarà un mese come gli altri per Mario Draghi. Tante, troppe le incognite in grado di condizionare la vita sociale, sanitaria e politica dell'Italia. La partita del Quirinale, la variante Omicron che dilaga, avrà il suo picco nelle prossime settimane e potrà essere misurata nell'impatto che subiranno gli ospedali, sono variabili che vanno tenute in considerazione per capire anche le convulsioni delle ultime ore dentro il governo e dentro la sua maggioranza parlamentare.

Super green pass nei bar 2

 

Per il premier, in realtà, ci sarebbe ben poco da discutere. Alla luce dei contagi, il Super Green Pass per i lavoratori, anche chiamato 2 G, che permette totale libertà solo a vaccinati e guariti, è una scelta che appare obbligata e che il Consiglio dei ministri previsto per domani si appresta a ratificare. Non senza qualche strappo.

Stefano Patuanelli

 

A Palazzo Chigi sono confortati dal fatto che Confindustria si è detta favorevole, ma i sindacati e i partiti della maggioranza si sono divisi. La Lega non è convinta e il M5S si sta dilaniando in posizioni contrapposte. Al punto che potrebbe anche decidere di astenersi in Cdm, un'opzione che si sta valutando per uscire dall'impasse evitando così una violenta rottura interna.

 

MARIO DRAGHI

I ministri, di fatto, stanno per essere sconfessati. Anche per questo motivo il capodelegazione del M5S, il ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli, sta meditando di non partecipare al Cdm. Qualche giorno fa era stato proprio lui a incaricarsi di proporre a Draghi la posizione del M5S certificata dal presidente Giuseppe Conte.

 

roberto garofoli foto di bacco (1)

E cioè: non si sarebbero messi di traverso ma, tra Super Green Pass per i lavoratori e obbligo vaccinale, sarebbe preferibile la seconda strada. Meno discriminatoria, secondo i vertici del Movimento, e meno problematica dal punto di vista giuridico. Come vedremo, una lettura che non è completamente lontana dalle considerazioni tecniche fatte a Palazzo Chigi.

 

La questione però si è andata complicando quando il gruppo del M5S si è spezzato e posizionato su fronti diversi, con rigurgiti dal sapore no vax assecondati anche dall'ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che hanno spiazzato Patuanelli e i colleghi di governo Luigi Di Maio e Federico D'Incà, quest' ultimo convinto sostenitore dell'obbligo.

VIRGINIA RAGGI

 

Un deputato, Marco Bella, professore universitario di chimica, sta facendo girare nelle chat un documento che dimostra, a suo dire, la totale inutilità della vaccinazione imposta per legge, vista l'alta immunizzazione raggiunta in Italia. Un ragionamento che trova sponda in Senato nella capogruppo Mariolina Castellone, medico e ricercatrice che oggi coordinerà la discussione in un'assemblea congiunta dei gruppi convocata per trovare una sintesi nel caos delle lacerazioni.

LUIGI DI MAIO A OTTO E MEZZO

 

La riunione andrà in scena mentre a Palazzo Chigi riprenderanno i vertici per preparare il decreto. Ieri il sottosegretario della presidenza del Consiglio Roberto Garofoli si è confrontato con i tecnici dei ministeri della Salute e della Pubblica amministrazione sulle ipotesi di intervento e i nodi che si portano dietro. Il Super Green Pass per i lavoratori del pubblico e del privato - circa la metà dei 5 milioni di non vaccinati - sembra ormai la soluzione più praticabile, anche se fonti vicine a Draghi invitano a non escludere le altre possibili strategie.

Super green pass nei bar 4

 

A partire dall'obbligo vaccinale secco, valido per tutti, non vincolato al lavoro. Avrebbe il vantaggio di coprire anche anziani e disoccupati ma lo svantaggio di dover gestire l'impatto sociale della misura che non è indifferente. Sul certificato rafforzato per i luoghi di lavoro, che escluderà chi continua con ostinazione a tamponarsi pur di non vaccinarsi, stanno emergendo non poche difficoltà.

 

Primo: da quando rendere valido l'obbligo. Il primo febbraio, per dare tempo e modo di vaccinarsi a chi non lo ha fatto? Potrebbero non farcela. Secondo problema: monitoraggio, sanzioni e loro applicabilità. Terzo: come procedere con le sostituzioni dei dipendenti che non si atterranno alle regole.

 

renato brunetta

Come previsto dal decreto che ha imposto il Green Pass semplice non ci saranno licenziamenti, ma andrà comunque trovata una strada per permettere alle piccole aziende, sotto i 15 dipendenti, di trovare i sostituti. Una possibilità che non è praticabile per le grandi aziende, dove in qualche caso potrebbe rischiare di fermarsi il servizio per mancanza di personale.

 

Il nodo giuridico della sostituibilità dei dipendenti riluttanti al vaccino non c'è invece per la Pubblica amministrazione. Anche per questo, per accelerare sulle immunizzazioni mancanti e dare copertura al milione di italiani che lavorano nel pubblico e hanno evitato finora le dosi del siero, il ministro Renato Brunetta è da almeno un paio di Cdm che spinge per partire dalla Pa.

 

Quello di lavorare su due fasi, subito il pubblico (perché più semplice) e poi il privato, è uno scenario che resta in piedi ma che ha provocato altre resistenze politiche. Più facile invece l'intesa sulla scuola. Per Draghi, che ha evitato per il momento lo slittamento delle riaperture chiesto da alcuni governatori, va preservato il principio della didattica in presenza.

Super green pass nei bar 5

 

Per questo ha chiesto di mettere a disposizione tutte le risorse per attivare il testing e agevolare l'intervento delle task force del commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo quando richiesto dalle Asl per test e tracciamento dei postivi negli istituti. Un meccanismo che, a oggi, è completamente saltato.

super green pass 11super green pass 2

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?