conte siracusa

L’ULTIMA MUTAZIONE DEL CAMALE-CONTE: APPESA LA POCHETTE AL CHIODO, PEPPINIELLO APPULO FA IL SUO TOUR TRA CITTA’ E PAESI DEL SUD CON TONI DA TRIBUNO DELLA PLEBE - LE PROPOSTE DA PIAZZISTA CHE VANNO DA UN “BONUS” A UN “GRATIS”, MANCANO SOLO I PREMI IN GETTONI D'ORO DEI GIOCHINI TV (GIUSEPPI CONTE SAI CHE FA? MANDA LA PUBBLICITA') - VIDEO STRACULT “GRATUITAMENTE”

Tommaso Labate per corriere.it

 

CONTE SIRACUSA

«È ufficiale. Ha appeso la pochette al chiodo», è la fulminante sintesi di un esponente dei Cinque Stelle della prima ora, di quelli finiti fuori dalle liste per via dei due mandati ma rimasti comunque all’interno del Movimento. A osservare, da dentro, la metamorfosi di Giuseppe Conte: la pochette svanita, la giacca scomparsa, la cravatta dismessa, i bottoni della camicia che saltano via dall’asola uno dopo l’altro.

 

E quindi, più in generale, la rapida trasformazione dell’«avvocato del popolo» nel popolo stesso, del garbato statista che sussurrava alla Merkel nel leader descamisado che fa vibrare le folle del Sud, dell’uomo che parlava pacatamente a un Paese messo in ginocchio dalla pandemia nel forzuto arci-italiano del Secondo dopoguerra reso celebre dalla macchietta di Alberto Sordi, che ce l’aveva col mondo intero ma finiva a fare Tarzan nell’acqua del Tevere e a prendere di petto giusto un piatto di maccheroni.

 

GIUSEPPE CONTE PIZZA

Il numero è diventato una costante nelle piazze di quel Mezzogiorno che sembra ricambiarlo nei sondaggi. Partendo dal 110 per cento per le ristrutturazioni e proseguendo per tutta una serie indefinita di altri contributi — praticamente un’impossibile estensione terra-cielo del sistema di welfare che, persino più modestamente, Lord Beveridge aveva immaginato «dalla culla alla bara» — Conte dispensa citazioni sul «bonus mare» e sul «bonus sisma», «bonus ristrutturazione abitativa condivisa» e «bonus solidarietà».

 

GIUSEPPE CONTE CON IL CORNO DEDICATO 2

Tutto quello che è già possibile, «l’ho fatto io, l’abbiamo fatto noi»; per quello che è di là da venire, ecco, «lo farò io, lo faremo noi». E visto che, come insegna la sceneggiata napoletana, i pregi di isso (lui, l’eroe positivo) non si vedono bene senza che entri in scena ‘o malamente (l’antagonista, il cattivo), ecco che di volta in volta l’ex presidente del Consiglio lascia che sul palco si manifesti un convitato di pietra, da dare (politicamente, s’intende) in pasto alla folla.

 

 

L’altra sera ad Agrigento è toccato a Matteo Renzi («Non si vergogna lui che si è fatto pagare dagli arabi, che ha fatto una marchetta sul rinascimento saudita. Venga qui senza scorta a esporre le sue idee»), a Enna a Mario Draghi («Invece di parlare di fallimento della strategia del gas, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe»), prima ancora a Enrico Letta («Enrico, che succede? Demonizzi la Meloni e poi ti siedi allo stesso tavolo»). E quando la girandola dei nemici è finita, ecco che se la prende col se stesso che era: l’uomo dei dpcm all’ora di cena oggi sostiene che sia stato un errore rendere obbligatori i vaccini per gli over 50; l’uomo della pace contrario all’invio di armi all’Ucraina, oggi si intesta la riscossa sul campo di Zelensky.

 

 

Se «l’erba voglio non cresce neanche nei giardini del re», come si insegnava un tempo ai bambini, per «l’erba regalo» basta ascoltare i comizi di Conte, che pronuncia la parola «gratuitamente» con la stessa disinvoltura con cui il Berlusconi degli anni Duemila diceva «aboliremo».

giuseppe conte 7

 

Ma se il secondo si concentrava su quel sistema di cose piccole e un po’ meno piccole che gli italiani scambiavano per una perfida vessazione del fisco (su tutte il bollo auto), il primo — adesso — fa sognare un po’ più in grande, senza per questo dimenticare le cose un po’ più piccole (nel programma del M5S sono gratuiti anche i contraccettivi per gli adolescenti e l’ingresso nei musei). Riscatto degli anni di laurea ai fini della pensione? «Gratuitamente». Villetta da ristrutturare? «Gratuitamente». La casa s’è fatta troppo piccola perché in famiglia c’è un terzo figlio in arrivo? «Bonus auto». Hai una struttura ricettiva o termale che ha un disperato bisogno di ammodernamento? «Estensione del Superbonus».

 

GIUSEPPE CONTE - LA PIAZZA - CEGLIE MESSAPICA

Le malelingue scambierebbero il quadretto per una specie di televendita e l’ultima versione di Conte per una sorta di imbonitore, anche se nelle televendite poco o tanto le cose si pagano mentre qua sembra tutto a costo zero. In realtà, l’indefinita sequenza di «bonus» e «gratuitamente» — che si alternano senza soluzione di continuità nel road show di Conte nel Sud Italia — fa sì che il tutto assomigli a quel vecchio giochino televisivo in cui l’abbonato Rai, parlando al telefono con Giancarlo Magalli, era chiamato a scegliere tra una busta a sorpresa o dei premi offerti. «Bonus e gratuitamente» come «la busta o i premi?». Che sembrava un gioco win-win. Anche se, molto spesso, nascosto nei rivoli del gioco, alla fine spuntava un vaso cinese che sapeva di fregatura.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."