ursula von der leyen sergio mattarella giorgia meloni donald trump

L’URSULA MELONIZZATA È SUL FILO DEL RASOIO: UN’OTTANTINA DI FRANCHI TIRATORI SONO PRONTI A IMPALLINARE VON DER LEYEN (I VERDI SI CHIAMANO FUORI E I SOCIALISTI HANNO IL DENTE AVVELENATO PER LA NOMINA DI FITTO). URSULA È APPESA AI 24 EURODEPUTATI DI FRATELLI D’ITALIA E AGLI ALTRI CONSERVATORI. BASTERANNO? ALLA FINE, I VOTI SI TROVERANNO: CON L'ARRIVO DI TRUMP, CHE MINACCIA DAZI E CONTROCAZZI, L'UE NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE ALTRO TEMPO E AVERE UNA COMMISSIONE MONCA - PER NOMINARE IL DEMOCRISTIANO FITTO ALLA VICEPRESIDENZA UE, LA SORA GIORGIA HA POTUTO CONTARE SULL'ASSIST DEL "PARTITO DELLE ISTITUZIONI": MATTARELLA, PRODI E MONTI HANNO INVOCATO L'UNITÀ NAZIONALE PER IL BENE DELL'ITALIA - LA SVOLTA "EUROPEISTA" DELLA DUCETTA CHE ENTRA NELLA MAGGIORANZA URSULA E IL RITORNO DELL'ALLEANZA NO-EURO SALVINI-CONTE

IL GOVERNO EUROPEO SI SPOSTA A DESTRA

Estratto dell'articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/commenti/2024/11/22/news/commissione_ue_destra_fitto_von_der_leyen-423682106/

 

ursula von der leyen giorgia meloni - foto lapresse

Non si può dire che la Commissione Von der Leyen nasca sotto buoni auspici.

È fragile, incrinata da una frattura a malapena ricomposta tra Popolari, da un lato, e Socialisti e Liberali, dall’altro. E ci sono pochi dubbi che l’asse politico si sia curvato verso destra. La nomina di Fitto […] è un successo per l’Italia di Giorgia Meloni e non solo, ma è destinata a lasciare qualche traccia nei nostri equilibri interni […].

 

In ogni caso, all’origine della convergenza del Pd, che ha condiviso la nomina con la destra, c’è quello che possiamo definire il “partito delle istituzioni”. È stato il presidente della Repubblica a esercitare una discreta ma sensibile pressione a favore di Raffaele Fitto,  […]

 

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

[…] Giorgia Meloni non è mai stata così vicina al confine di tale maggioranza, a conclusione di un percorso politico volto a ritagliare uno spazio a Fratelli d’Italia (e a una parte dei Conservatori europei) accanto all’ala destra dei Popolari.

 

Il “partito delle istituzioni” non è interessato a questa evoluzione della premier, ma ha sostenuto la soluzione Fitto per la buona ragione che non sarebbe logico, anzi sarebbe un atto di autolesionismo, privare l’Italia di una posizione di rilievo nella Commissione, conforme al tradizionale status del nostro Paese in Europa.

 

CONTE SALVINI

Dunque Mattarella si è esposto. Prima e dopo di lui hanno fatto lo stesso alcune figure di rilievo (“consolari” si sarebbe detto un tempo) […]. Ecco allora gli interventi di Mario Monti e Romano Prodi. […] Il “partito delle istituzioni” appunto. E in sintonia con loro alcuni rappresentanti della politica: da Pier Ferdinando Casini a Matteo Renzi e pochi altri.

 

Il Pd di Elly Schlein non poteva non condividere il richiamo al realismo, nel momento in cui giungeva dal Quirinale. […] Il prezzo pagato è un’ulteriore frattura con i 5S di Conte, quasi alla vigilia della costituente che dovrà archiviare la stagione di Grillo e dar vita a un nuovo partito. […]

 

ROMANO PRODI E MARIO MONTI

[…] Abbiamo così una doppia simmetria. Da una parte Conte e Salvini, i due antichi sodali nel governo giallo-verde, entrambi contrari all’intesa Von der Leyen-Fitto-Ribera (la spagnola che è stata l’altro motivo del contendere). Dall’altra parte Meloni, Tajani e, non senza sofferenza e distinguo, il Pd.

 

COSÌ CAMBIA LA MAGGIORANZA URSULA CI SARÀ FDI, DIVISI POPOLARI E SOCIALISTI

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2024/11/22/news/maggioranza_ursula_cerca_voti_ue-423681184/

 

«Qualche voto Ursula ora se lo deve conquistare». Mercoledì sera […] il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, il tedesco Manfred Weber, con alcuni eurodeputati del suo gruppo - tra cui alcuni italiani - lasciava cadere questa esortazione. «Qualche voto se lo deve conquistare».

GIORGIA MELONI MANFRED WEBER

 

Il riferimento era alla “fiducia” che l’“Ursula bis” chiederà mercoledì prossimo nel corso dell’assemblea plenaria di Strasburgo. Perché lo scontro di questi giorni su Raffaele Fitto e Teresa Ribera ha lasciato sul terreno più di un detrito, diversi malumori e molte intenzioni di non confermare il voto positivo.

 

La maggioranza di von der Leyen, sebbene potenzialmente ampia, rischia dunque di essere adesso sul filo del rasoio. E i più malmostosi si trovano proprio nel campo socialista di S&D. Consapevoli che il loro ruolo in questa legislatura sarà secondario e che i Popolari lasceranno comunque attivo il “doppio forno” con le destre.

 

Facendo un po’ di conto, allora, si vede che la coalizione Ppe-S&D-Renew conta su 401 potenziali sostenitori e la maggioranza è fissata a quota 361. I Popolari sono 188, i socialisti 136 e i liberali 77.

RAFFAELE FITTO ALL EUROPARLAMENTO

 

Dentro questo schieramento si notano, appunto, già molte defezioni. I socialisti francesi (tredici deputati) hanno già annunciato che non voteranno a favore di Ursula. Per loro, la presenza di Fitto è un ostacolo, e lo scontro domestico con Marine Le Pen ha un peso decisivo […].

 

Nell’assemblea di gruppo di mercoledì scorso anche i tedeschi (quattordici parlamentari) hanno riservatamente fatto sapere che non possono appoggiare von der Leyen. Pure in questo caso le vicende interne e la campagna elettorale già avviata in Germania sono determinanti.  Con loro hanno comunicato seri dubbi anche le delegazioni belga (4 membri) e olandese (4). Persino nel Pd emergono contrarietà come quella dell’ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. A questi potrebbero aggiungersi altri “oppositori” isolati.

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7

La conta porta allora a prevedere una quarantina di potenziali “no”.

 

Anche tra i Popolari stanno emergendo dei distinguo. In particolare tutti sono convinti che i 22 rappresentanti spagnoli, per niente soddisfatti del via libera alla loro connazionale socialista Teresa Ribera, non accenderanno il disco verde. […] Infine, nonostante il pressing del presidente francese Emmanuel Macron, pure dentro Renew sono attese una decina di defezioni.

 

sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione 1

I franchi tiratori quindi vengono calcolati tra 70 e 80. I 401 di partenza, allora, potrebbero scendere intorno a 330. Il gruppo Verde (53), contrariamente a quanto accaduto a luglio scorso, stavolta non verrà in soccorso. Le destre dei Patrioti (solo da Orbán potrebbe esserci un colpo di scena sebbene sia irritato per la riduzione delle deleghe al suo commissario Varhelyi) e dei neonazisti di Afd non sono interessate a cambiare linea. Però ci sarà di certo una parte dei Conservatori dell’Ecr. I 24 di Fratelli d’Italia e altri sostenitori di varie nazionalità. Gli esponenti di Fdi ne calcolano più di quaranta.

 

In questo caso Ursula si ritroverebbe a superare quota 370. Quindi con una maggioranza certa, ma con il contributo determinante di Ecr. Si tratta però di un margine molto ristretto che espone la Commissione a più di un rischio. Va detto che il voto sarà a scrutinio palese e richiede una maggioranza semplice, ossia la maggioranza dei votanti e non degli aventi diritto. L’eventuale non partecipazione al voto, dunque, avrà solo l’effetto di abbassare il quorum. E molti potrebbero scegliere questa soluzione per esprimere la loro protesta senza eccessive conseguenze.

meloni fitto

 

Resta il fatto che von der Leyen non vuole correre questo rischio e sta cercando di raggiungere una quota non inferiore a quella conquistata a luglio scorso. Da ieri, allora, l’inquilina di Palazzo Berlaymont si è messa al telefono per contattare tutti i perplessi. E ha cominciato dai Verdi. Ribadendo la promessa già fatta in estate: nessun passo indietro sul Green Deal. […] Basterà? Il pallottoliere di Ursula attende nuove adesioni. Partire azzoppata non sarebbe certo un buon viatico per l’”Ursula bis”.

GIORGIA MELONI ANNUNCIA IL NO ALLE NOMINE EUROPEE SU TWITTER

RAFFAELE FITTO ALL EUROPARLAMENTO

IL VOTO DI MELONI ALLA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY GIANNELLI URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI - ILLUSTRAZIONE DI POLITICO

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…