russia cina putin xi jinping

RUSSIA, UN ALLEATO SCOMODO - LA CINA RIVALUTA LA SCELTA DI AVVICINARSI A MOSCA - PUTIN AVREBBE DOVUTO AIUTARE XI JINPING A 1) EVITARE L’ACCERCHIAMANTO AMERICANO 2) FORNIRE IDROCARBURI 3) TRASFERIRE ARMI E TECNOLOGIA - MA LA RUSSIA SI STA DIMOSTRANDO INAFFIDABILE: PRENDE SCHIAFFI IN UCRAINA, PER I GASDOTTI SERVIRANNO ANNI E LA SUA MACCHINA BELLICA E’ LOFFIA - LUCIO CARACCIOLO: “RUSSI E CINESI AFFRONTANO CRISI PARALLELE. NON SEMBRANO AVERE ALTERNATIVE ALL'INTESA STIPULATA OTTO ANNI FA. MA PER VEDERVI LA GARANZIA DI UN LUMINOSO AVVENIRE COMUNE OCCORRE UNO SFORZO DI FANTASIA, AL LIMITE DELL'ALLUCINAZIONE…”

Lucio Caracciolo per “la Stampa”

 

XI JINPING VLADIMIR PUTIN - VIGNETTA DI GIANNELLI

Quel che Ucraina ieri unì, oggi potrebbe separare. Il riferimento è alla strana coppia Cina-Russia, sfidanti dell'America. Fu infatti la sconfitta subita nel 2014 con la perdita di Kiev a spingere Putin verso Xi Jinping. Il leader russo considerò quindi inutile aspirare all'integrazione nel sistema mondiale a guida americana. E optò per una quasi-alleanza con Pechino. Fidanzamento d'interesse. Xi Jinping avrebbe potuto rifiutarlo. Ma alla fine decise di stringere l'intesa con Putin. Oggi forse se ne sta pentendo.

 

Esponenti del regime lasciano filtrare il loro disappunto per la deludente prestazione russa in Ucraina, che inevitabilmente si riflette sulla Cina. Ricordiamo le tre ragioni principali che spinsero il capo della Cina ad abbracciare l'omologo del Cremlino. Primo. L'apertura alla Russia gli permetteva di evitare il completo accerchiamento da parte dell'America. Già allora Washington stava stringendo la morsa intorno alla Repubblica Popolare.

Xi Jinping e Vladimir Putin

 

Con India, Australia e Giappone si ponevano le fondamenta del Quad, lo schieramento deputato a stroncare le velleità cinesi di sfidare il dominio americano dell'Oceano Pacifico e degli stretti che lo legano all'Indiano. Per Xi l'intesa con il vicino settentrionale era indispensabile a rompere l'anello di contenimento allestito dall'America contro la Cina. Secondo. In prospettiva, la Russia poteva diventare per la Cina un formidabile fornitore di materie prime, soprattutto (ma non solo) idrocarburi siberiani.

 

xi jinping vladimir putin

Risorsa indispensabile per lo sviluppo economico su cui il regime di Pechino basa la sua legittimazione. Terzo. Quale grande potenza militare, dotata del massimo arsenale nucleare al mondo (circa 6 mila testate), la Russia appariva un partner essenziale per la sicurezza della Cina. I trasferimenti di armi e di alte tecnologie russe, specie in campo spaziale e cibernetico, avrebbero permesso a Pechino di fare un salto di dieci anni nel rafforzamento delle sue Forze armate.

 

putin xi jinping

Gli incredibili errori commessi dalla Russia nella campagna d'Ucraina hanno messo in crisi questi presupposti. Per ordine. Primo. La Russia si è svelata assai poco affidabile come partner. Il fallimento dell'attacco su Kiev, che Putin aveva presentato a Xi come una passeggiata, e l'impantanamento sugli altri fronti mette in questione l'utilità della Russia anche nel quadrante estremo-orientale.

 

Dove fra l'altro il Giappone sta riarmando alla grande, anche in vista dell'inasprimento della disputa sulle Isole Curili, che impedisce tuttora la firma di un trattato di pace russo-nipponico. Secondo. La Russia si ripromette di surrogare la probabile perdita parziale o totale del mercato gasiero europeo con quello cinese. Ma i gasdotti non sono flessibili come plastica. Prima di riorientarli e strutturare un flusso abbondante e regolare verso la Cina occorreranno molti anni.

 

XI JINPING E VLADIMIR PUTIN

Né è detto che Putin abbia tutto questo tempo davanti a sé. Terzo. Alla prova della guerra, le armi russe si sono rivelate assai meno performanti di quanto apparissero. Danno reputazionale, quindi economico, gravissimo per il secondo esportatore di armamenti al mondo, dopo gli Usa. Già diversi Paesi, specie asiatici, preannunciano rotture di promesse o addirittura di contratti d'acquisto di armi russe.

 

La Cina, che ne ha importate in abbondanza, si domanda se abbia fatto un buon affare e se convenga continuare a dotarsene. Infine, ma non per importanza. L'epidemia di Covid-19 continua a infuriare in Cina. Pechino e Shanghai sono in chiusura stretta, di tono quasi militare. La gente è costretta a lunghe file per fare il test giornaliero obbligatorio. Le proteste diventano esplicite e visibili.

vladimir putin 2

 

La circolazione delle merci, nel paese e verso l'estero, è molto rallentata. Per Xi Jinping, che ha venduto al suo popolo e al mondo la strategia cinese anti-Covid quale modello da imitare, tale pretesa si volge in boomerang. A sei mesi dal Congresso del Partito comunista chiamato a confermarlo sul trono. Per la prima volta, russi e cinesi affrontano crisi parallele. Non sembrano avere alternative all'intesa stipulata otto anni fa. Ma per vedervi la garanzia di un luminoso avvenire comune occorre uno sforzo di fantasia, al limite dell'allucinazione. Qualcuno a Washington potrà rallegrarsene. Ma se le due crisi si sovrapponessero, l'orizzonte si farebbe cupo per tutti. Ed ecciterebbe gli avventurieri su entrambi i fronti.

XI JINPING E VLADIMIR PUTIN

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?