SALTA IL MOSCOVICI AL NASO DI CONTE: ''LA RIFORMA DEL MES È DECISIVA, SE NON PASSA SALTEREBBE LA RETE DI SOSTEGNO ALLE BANCHE''. IL COMMISSARIO USCENTE MA ANCORA NON USCITO AVVERTE IL GOVERNO DELL'AMICO GUALTIERI - BAGNAI: ''ARRIVA IL SOLITO RICATTO AUTUNNALE DA BRUXELLES. L MES GIÀ NELLA SUA FORMA ATTUALE PUÒ SALVARE LE BANCHE, TANTO È VERO CHE LO HA GIÀ FATTO, SENZA LE ULTERIORI CONDIZIONI VESSATORIE''

-

Condividi questo articolo


 

1. MES: MOSCOVICI,DECISIVO O SALTA ANCHE RETE SOSTEGNO BANCHE

Roberto Gualtieri, Pierre Moscovici, Udo Bullmann Roberto Gualtieri, Pierre Moscovici, Udo Bullmann

 (ANSA) - Se la riforma del Mes venisse bloccata, salterebbe la rete di sostegno alle banche che questa contiene: è l'avvertimento del commissario uscente agli Affari economici, Pierre Moscovici, intervistato dal Corriere della Sera. "Quella riforma - spiega - è parte di un pacchetto di misure per rafforzare l'unione monetaria in caso di choc. A giugno ci fu un accordo per consolidare l'unione bancaria con il cosiddetto backstop, la rete di sicurezza del fondo di risoluzione delle banche. Serve se un Paese non riesce a far fronte da solo a una crisi dei suoi istituti, e fa parte del Mes".

 

Ricorda che "nel negoziato alcuni volevano condizionare l'aiuto del Mes alla ristrutturazione del debito pubblico. Questo è stato evitato grazie alla resistenza della Commissione e di numerosi Paesi, fra cui l'Italia". A proposito del sì alla manovra, osserva: "Non facciamo favori all'Italia, né ne abbiamo fatti nei miei cinque anni", "abbiamo applicato a tutti i governi la flessibilità prevista dalle regole. Ma se si paragona la bozza di Bilancio di quest'anno con quella di un anno fa, c'è qualcosa che cambia", "la differenza di metodo e di approccio è evidente".

 

Questo non significa che va tutto bene: "C'è un rischio di non ottemperanza e invitiamo le autorità italiane a prendere le misure necessarie a evitarlo". Il problema di fondo resta l'alto debito pubblico e "la sua riduzione dovrà essere la priorità dell'Italia". "Gli euro consacrati a pagare gli interessi sul debito - sottolinea - sono euro tolti al welfare, alle infrastrutture, alla giustizia. La spesa per il debito è la più stupida".

 

 

2. UE:BAGNAI,MOSCOVICI RICATTA ITALIA DIMENTICANDO FUNZIONE MES

giuseppe conte roberto gualtieri 9 giuseppe conte roberto gualtieri 9

 (ANSA) - "È arrivato l'autunno, cadono le foglie e arrivano puntuali i ricatti di Bruxelles. L'ultimo, per ora, è quello del Commissario europeo agli Affari economici - per fortuna uscente- Pierre Moscovici, secondo cui la riforma del Mes sarebbe indispensabile per eventuali salvataggi delle banche. Moscovici lascia intendere che coinvolgere il Parlamento in una riflessione più approfondita metterebbe a rischio la stabilità finanziaria in Europa. I fatti però dimostrano che sotto il profilo dei salvataggi bancari la riforma è inutile.

 

Il Mes già nella sua forma attuale può salvare le banche, tanto è vero che lo ha già fatto. Il suo primo programma di intervento fu il salvataggio delle banche spagnole nel 2012, effettuato senza le ulteriori condizioni vessatorie che la riforma in discussione propone. Moscovici non può ignorare questo fatto, il che rende sospetta la sua difesa di una proposta che amplifica, anziché attenuarlo, il circolo vizioso fra debito pubblico e bilanci bancari, adombrando ristrutturazioni del debito sovrano in caso di ricorso al Mes". Lo dichiara il senatore della Lega e Presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato Alberto Bagnai, in riferimento all'intervista rilasciata da Pierre Moscovici al Corriere della Sera.

 

 

3.  IL TESORO DIFENDE IL FONDO SALVA-STATI MA CONTE NON VUOLE DARE L'OK ALL'EUROPA

Marco Bresolin per ''la Stampa''

il candidato pd roberto gualtieri apre la campagna con gentiloni e moscovici il candidato pd roberto gualtieri apre la campagna con gentiloni e moscovici

 

C' è una differenza significativa nel modo in cui il premier Giuseppe Conte e il ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri, sono intervenuti ieri sulla delicata questione della riforma del Fondo Salva-Stati (Mes).

 

Differenza che nasconde una netta divergenza sulla strategia da adottare per uscire da una vicenda che rischia di essere esplosiva per la maggioranza di governo. E, al tempo stesso, di compromettere le relazioni e la credibilità dell' Italia in Europa.

Ieri il capo del governo ha replicato duramente a Matteo Salvini, che lo aveva accusato di aver firmato nottetempo accordi sottobanco in Europa, all' insaputa dell' esecutivo di cui faceva parte.

 

«L' opposizione sia seria e credibile, altrimenti fa solamente sovranismo da operetta» ha reagito Conte, che però si è ben guardato dal difendere i contenuti della riforma del Mes. Cosa che invece il ministro del Tesoro ha fatto con tutte le sue forze, producendo un' articolata arringa per sostenere le caratteristiche del nuovo Fondo Salva-Stati, criticate aspramente dalla Lega e M5S. Ha assicurato che «per avere accesso ai finanziamenti non sarà necessaria alcune ristrutturazione preventiva del debito» e che comunque «l' Italia non avrà bisogno di prestiti perché il nostro debito è sostenibile». Paradossalmente Gualtieri, esponente Pd, si è ritrovato da solo a difendere una riforma negoziata in Europa dal governo giallo-verde. I partner Ue osservano esterrefatti il dibattito in Italia sulla questione e sperano nell' opera di convincimento degli alleati portata avanti da Gualtieri.

roberto gualtieri alberto bagnai roberto gualtieri alberto bagnai

 

Che non ha alcuna intenzione di mettere il veto alla riforma: nella peggiore delle ipotesi chiederà ai colleghi di accettare qualche piccola modifica "cosmetica", anche se non sembrano esserci i tempi. Il via libera definitivo è atteso per dicembre. «Un veto italiano sarebbe deleterio - fa sapere una fonte Ue - anche perché rischierebbe di compromettere il lavoro in corso sulle altre riforme», come il bilancio dell' Eurozona e l' introduzione di un' assicurazione europea sui depositi bancari (Edis).

 

Ma Conte non pare intenzionato a dare il suo ok all' Eurosummit in agenda il prossimo 13 dicembre. La ragione è politica ed è legata alla rivolta in corso nel M5S. Che - con il fiato sul collo della Lega - su questo tema è pronto a far saltare il banco. Il premier ha già in serbo una motivazione "solida" da far valere in sede europea: il vincolo parlamentare.

 

alberto bagnai matteo salvini alberto bagnai matteo salvini

Il 19 giugno la maggioranza gialloverde aveva approvato una risoluzione per chiedere al premier di «promuovere, in sede europea, una valutazione congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondimento dell' unione economica e monetaria (Mes, bilancio dell' Eurozona e Edis, ndr), riservandosi di esprimere la valutazione finale solo all' esito della dettagliata definizione di tutte le varie componenti del pacchetto».

 

Ossia: finché non c' è accordo su tutte le riforme, il capo del governo non ha il mandato politico per dare il suo via libera a Bruxelles. Il punto è che questa risoluzione era stata approvata da una maggioranza che non c' è più per un governo che non esiste più.

Per Conte il problema non si pone perché la considera ancora valida. In ogni caso il M5S sta già lavorando a una nuova risoluzione, ma è ben consapevole delle difficoltà: per il Pd sarebbe difficile sostenerla e dunque i grillini finirebbero per dare così il colpo di grazia alla maggioranza.

 

giuseppe conte luigi di maio giuseppe conte luigi di maio

(…)

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…