giuseppe conte beppe grillo

PER SALVARE LA BARACCA 5 STELLE ARRIVA UN COMPROMESSO GRILLO-CONTE CHE NON SERVE A NESSUNO E SPUTTANA TUTTI -  ALLA GUIDA UNA DIARCHIA CON L’AVVOCATO DI PADRE PIO PRESIDENTE. PRESTO IL VOTO ONLINE DEGLI ISCRITTI. MA RESTA LA TENSIONE SULLA GIUSTIZIA. L’EX GUARDASIGILLI BONAFEDE ATTACCA: “LA RIFORMA CARTABIA È SBAGLIATA E PERICOLOSA”…

Federico Capurso per "la Stampa"

 

grillo conte

Nel momento più difficile del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte e Beppe Grillo annunciano, con un comunicato letto dal reggente Vito Crimi di fronte all' assemblea dei deputati e senatori M5S, di aver trovato un accordo sullo Statuto.

 

E per un momento, ma solo per un momento, sembrano svanire tutte le accuse, le divisioni, i mal di pancia degli ultimi mesi, acuiti dall' ultima debâcle subita sul fronte della Giustizia. «Grillo e Conte si sentiranno ancora nei prossimi giorni per definire insieme gli ultimi dettagli e dare avvio alle procedure di indizione delle votazioni», annuncia Crimi.

 

Entro fine mese, quindi, l' ex premier potrà inaugurare insieme a Grillo la nuova stagione pentastellata.

 

grillo conte

C' è «piena soddisfazione» (soprattutto dalle parti di Conte) per l' intesa raggiunta ieri mattina. «È il momento di lasciarci alle spalle le ombre di questi giorni difficili», scrive sui social il leader in pectore dei Cinque stelle. Centrale è stata l' opera di mediazione del comitato di sette saggi, ma al di là dello Statuto, tra Conte e Grillo, si doveva riannodare anche il filo dei rapporti umani. E in questo senso sono state «fondamentali», spiegano fonti parlamentari vicine all' ex premier, le telefonate di disgelo iniziate nei giorni scorsi e culminate ieri pomeriggio con l' ultima chiamata che ha saldato definitivamente il patto.

 

Così, scrive ancora Conte, «ci sono tutte le condizioni per partire e rilanciare il M5S: piena agibilità politica del Presidente, netta distinzione tra ruoli di garanzia e ruoli di azione politica, grande entusiasmo e sostegno al progetto politico». Secondo quanto risulta alla Stampa, il nuovo Statuto prevederà che il Presidente dei Cinque stelle sia «l' unico titolare e responsabile della determinazione e dell' attuazione dell' indirizzo politico del Movimento».

 

Una distinzione netta con il ruolo del Garante, che resterà il custode dei valori M5S e che avrà il potere di «interpretazione autentica dello Statuto», mentre il Presidente deciderà la linea politica e sarà responsabile della comunicazione.

 

La divisione netta dei poteri auspicata da Conte è stata marcata anche nella designazione dei componenti degli organi di partito. Quelli di natura politica, come la Segreteria e i vicepresidenti, li sceglierà Conte, mentre quelli di garanzia, come i Probiviri o il Comitato di garanzia, saranno decisi da Grillo. In entrambi i casi, comunque, Garante e Presidente potranno solo selezionare una rosa di candidati da sottoporre al voto online degli iscritti. Così stemperando, attraverso la vecchia bandiera della democrazia diretta, il rischio evidenziato da Grillo di accentrare tutto il potere nelle mani di Conte.

 

conte grillo

I principali artefici della tregua, Luigi Di Maio e Roberto Fico, festeggiano. Il presidente della Camera sui social lancia un appello «a remare tutti insieme», mentre Di Maio ringrazia chi ha lavorato alla distensione, compresi «Beppe e Giuseppe, perché questa intesa è frutto della vostra volontà di tenere unito il Movimento». Insomma, tirano tutti un sospiro di sollievo, per essere riusciti a evitare una scissione che avrebbe messo molti di loro di fronte a una decisione dolorosa.

 

Gli uomini vicini a Conte e quelli vicini a Grillo, da Ettore Licheri a Paola Taverna, da Laura Castelli ad Alessandra Todde, fino a Virginia Raggi, celebrano tutti insieme la fine dell' incubo. Tale è afflato di unità, che l' ex ministro Danilo Toninelli lancia la proposta di «far rientrare tutti i pezzi che abbiamo perso per strada», tra chi è stato espulso e chi invece ha dato l' addio. Ma l' idea incontra già un paletto dai piani alti del partito: «Se si riaprirà la porta, verranno poste delle condizioni ferree per il rientro nel gruppo».

 

conte grillo

L' atmosfera distesa, però, dura poco. Perché all' ordine del giorno dell' assemblea c' è ancora la discussione sulla Giustizia. Gli animi tornano a scaldarsi, non appena inizia il processo ai quattro ministri che hanno dato l' ok alla riforma Cartabia, contravvenendo all' indicazione di astenersi data dai gruppi di Camera e Senato.

 

Ma i tempi in cui i ministri M5S erano maggioranza sono finiti da un pezzo, «siamo in quattro», ricorda a tutti il capodelegazione al governo Stefano Patuanelli. «Abbiamo provato a tutelare il percorso parlamentare, altrimenti non avremmo ottenuto nulla», prosegue, trovando la sponda degli altri ministri, che stigmatizzano gli attacchi pubblici ricevuti dai loro colleghi e difendono il risultato ottenuto. Ma l' ex Guardasigilli Alfonso Bonafede non ci sta.

 

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

La riforma Cartabia, dice, «è sbagliata e pericolosa». Quella sulla giustizia, prosegue, «è una battaglia che dobbiamo portare avanti con determinazione». In molti lo seguono: «Sono state dette cose non vere, mi aspetto delle scuse», dice ai ministri l' ex presidente della commissione Giustizia Giulia Sarti. C' è frustrazione, per l' ennesima bandiera ammainata.

 

«Vogliono demolire le nostre battaglie con i nostri stessi voti», protesta il senatore Marco Pellegrini, «ma non ve l' ha prescritto il dottore di fare i ministri». L' assemblea torna a trasformarsi nel solito sfogatoio, ma il problema di come affrontare in Parlamento la riforma Cartabia resta sul tavolo. E così Conte, ancor prima di essere incoronato, ha già di fronte a sé la prima sfida della sua stagione da Presidente.

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1 BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTEconte grillo

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?