salvini citofono lei spaccia

SALVINI HA IMPARATO LA LEZIONE DELL’EMILIA ROMAGNA – IN TOSCANA IL “CAPITONE” HA SCELTO IL LOW PROFILE, LASCIA FARE ALLA CECCARDI (CHE NON È LA BORGONZONI) LA SUA CORSA SENZA SOVRASTARLA E SENZA DRAMMATIZZARE. AL POSTO DEL CITOFONO DELLO SPACCIATORE CI SONO TEMI COME IL SOCIALE E LA SCUOLA - LA REGOLA LEGHISTA DEL “FLY DOWN”

1 – LA NUOVA STRATEGIA LOW PROFILE DI MATTEO

Claudio Brachino per “il Giornale”

matteo salvini citofono

 

La notizia l'ho sentita negli studi di La7 ospite del programma di Myrta Merlino, L'aria che tira. La conduttrice il giorno prima aveva intervistato Salvini da Pontassieve e per quanto l'aggressione fosse appena avvenuta, il leader della Lega non ne aveva parlato. Un danno agli ascolti certo ma il segnale forte di una nuova strategia di comunicazione politica.

 

Più che l'aria che tira, l'aria che cambia. Salvini preferisce dunque concentrarsi sul tema popolare del ritorno, presunto, dei nostri ragazzi fra i banchi a rotelle che sul fatto di essersi fatto strappare l'amato rosario da una donna di colore. In altri tempi sarebbe crollato il cielo.

salvini al citofono meme by osho

 

Insomma via l'immigrazione e a tutto gas sul tema che sta mettendo in imbarazzo, forse addirittura in crisi, l'intero governo. Il sociale che prende il posto dei migranti, il ragionamento che prende il posto della pancia, l'apollineo, per dirla con Nietzsche, che prende il posto del dionisiaco tribale dei comizi.

 

Certo Matteo ha finalmente ritrovato la sua gente dopo il lungo digiuno del lockdown, e mostra le immagini delle folle che secondo lui i tg, in mano all'establishment, non faranno vedere per continuare a dire che è in crisi. La politica on line ha dovuto cedere alla politica dell'incontro, tra le mille contraddizioni da Covid-convivenza, ma il punto non è questo. La lezione romagnola, diciamo così, è servita, e nella lezione io ci metto anche il Papeete.

MATTEO SALVINI E SUSANNA CECCARDI A VIAREGGIO

 

Proprio ad inizio agosto del 2019 avevo scritto su questo giornale della differenza tra leadership e premiership, due diverse visioni che richiedono anche diversi sistemi di relazione e di linguaggi. In sintesi, due approcci diversi al Potere. Ora il leader della Lega sembra davvero studiare per Palazzo Chigi.

 

Fatto sta che ha lasciato fare alla Ceccardi la sua corsa elettorale senza sovrastarla, come era accaduto con la Borgonzoni. Senza personalizzare, senza drammatizzare, senza fare del voto il De profundis della maggioranza. Non si sa come andrà a finire in Toscana, ma il candidato dato per vincente, Giani, è come quei ciclisti che all'ultimo chilometro si girano sempre con la testa per vedere chi c'è dietro.

susanna ceccardi matteo salvini 8

 

Al posto del citofono, invadente, rumoroso, squillante, ora si preferisce il silenzio, si preferisce discutere dei temi della scuola che riguardano tutte le famiglie anziché quelli di Lampedusa. Che non sono archiviati certo dalla cronaca, ma l'agenda degli italiani nell'era del Covid ha ora un'altra grammatica, altre priorità. La paura non è l'Altro da noi, ma il virus che toglie la vita, il lavoro, le abitudini. Conte è avvertito, Matteo ha ritrovato la strada che porta a Roma.

 

2 – I TONI (QUASI SEMPRE) SOFT SALVINI E LA SVOLTA BUONISTA PER STRAPPARE LA TOSCANA

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

matteo salvini a bibbiano con lucia borgonzoni 3

Niente salto con il paracadute sui cieli di Arezzo? «Fly down». L'aggressione di Pontassieve non viene cavalcata politicamente? «Fly down». Neanche una reazione al leader delle Sardine Mattia Santori quando dice che di fronte alle provocazioni «non è inverosimile imbattersi in comportamenti di risposta violenti»? «Fly down».

 

Volare basso. Non alzare i toni, rinunciare ai colpi a effetto dalla visibilità clamorosa che possono però avere ricadute non positive sulla credibilità di chi aspira al governo. Tra i leghisti è diventato un gioco, si dicono tra di loro «fly down» per riportare un qualsiasi discorso sul binario, rifuggendo dai fuochi artificiali. È la lezione dell'Emilia- Romagna che sta dispiegando i suoi effetti, Matteo Salvini è ben attento a non lasciarsi andare a dichiarazioni o comportamenti eccessivi che possano compromettere il risultato delle sfide regionali in corso.

lucia borgonzoni e matteo salvini

 

In gennaio il leader leghista non aveva rinunciato agli effetti speciali, dal comizio a Bibbiano contro i «ladri di bambini» alla citofonata ai presunti spacciatori del Pilastro, a Bologna. Ora Salvini non vuole commettere gli stessi errori. Tra l'altro, cercando di evitare di coprire completamente la sua candidata, Susanna Ceccardi, nella regione più difficile, la Toscana.

salvini al citofono meme 2

 

E difatti gli appuntamenti comuni sono molti, ma non proprio tutti. E così qualcuno gli ha sconsigliato di gettarsi in paracadute come era stato previsto. Gli è stato ricordato il caso della ex presidente della Provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto. Che in campagna elettorale, a Jesolo, si gettò in una vasca di squali sfidando l'antagonista Davide Zoggia a fare altrettanto. Lei vinse, ma per la Lega non è una storia a lieto fine: lasciò il partito e oggi è candidata alle amministrative per Fratelli d'Italia.

 

salvini ceccardi

E così, Salvini non ha fatto il salto: «Sono stati gentili a propormelo, ma quel giorno devo incontrare un sacco di persone, non è il momento di svagarsi». Certo, si è dedicato a un'altra iniziativa assai salviniana: andare a trovare Fredy Pacini, il gommista toscano che nel 2018 sparò e uccise il ladro che si era introdotto nella sua officina. È vero che ogni tanto è difficile resistere. Con Gabriele Muccino proprio non ce l'ha fatta. Il regista ha infatti scritto «Nessuna solidarietà» a chi incita «odio e violenza contro i più deboli». Salvini ha risposto: «Secondo il signor Muccino è «comprensibile» che qualcuno metta le mani addosso a Salvini e io non merito «nessuna solidarietà» per l'aggressione subita a Pontassieve.

SUSANNA CECCARDI E SALVINI

 

Sarà anche un bravo regista, non lo discuto, ma come Uomo può migliorare». Anche sul riverbero delle Regionali sul governo qualche volta fa fatica: la linea è sempre stata quella di negare relazioni tra il voto del 20 e 21 settembre e le sorti del governo. Ma domenica scorsa, di fronte alla platea dello Studio Ambrosetti di Cernobbio, ha detto il contrario: «Se noi abbiamo il 60% come dicono i sondaggi e l'area di governo il 20, ne traggano le conclusioni».

salvini al citofono

 

La strategia del «Fly down» riguarda tutte le regioni, ma soprattutto la Toscana, dove ci sarà la chiusura unitaria della campagna elettorale venerdì prossimo a Firenze in piazzale Michelangelo con Giorgia Meloni e Antonio Tajani. L'idea, spiega un salviniano di stretto giro, è che in «una Regione molto polarizzata, non conviene stimolare i riflessi condizionati delle vecchie fedeltà politiche». E dunque, «Fly down».

 

 

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."