salvini conte gregoretti

SALVINI INCHIODA CONTE! - L'EX MINISTRO DELL'INTERNO, IN ATTESA DEL VOTO DELLA GIUNTA PER LE IMMUNITÀ DEL SENATO ATTESO PER IL 20 GENNAIO, HA DEPOSITATO A PALAZZO MADAMA LE SUE MEMORIE DIFENSIVE SUL CASO GREGORETTI: "E’ STATA UNA SCELTA DI TUTTO IL GOVERNO, LO PROVANO SETTE MAIL”SI TRATTA DI POSTA SCAMBIATA TRA FUNZIONARI DEL GABINETTO DELLA FARNESINA E DI PALAZZO CHIGI PROPRIO PER LA GESTIONE DEL CASO...

Mauro Indelicato per www.ilgiornale.it

 

NAVE GREGORETTI GUARDIA COSTIERA

Non ci sta Matteo Salvini ad essere l’unico a finire sulla graticola in merito al caso Gregoretti. Lo si evince dalla memoria difensiva che l’ex ministro dell’interno ha presentato in seno alla giunta per le immunità del Senato. Il segretario leghista, per il quale il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere sul caso Gregoretti, ha voluto ribadire un concetto già espresso nei giorni scorsi: quella sulla nave rimasta a luglio ancorata al porto di Augusta, è stata una decisione voluta dall’intero esecutivo. E nel testo di 9 pagine depositato a palazzo Madama, Salvini ha ricostruito giorno per giorno l'evolversi di quella vicenda, evidenziando soprattutto quei passaggi che, secondo l'ex ministro, possono dimostrare il coinvolgimento collegiale di tutto il governo Conte I.

giuseppe conte contro salvini in senato

 

Il caso Gregoretti riguarda l’omonima nave della Guardia Costiera entrata nello di Augusta con diversi migranti a bordo, i quali però non hanno avuto da parte del Viminale l’autorizzazione a scendere. L’affaire appare molto simile, per non dire identico, a quello occorso nell’agosto 2018 in occasione del mancato sbarco dei migranti dalla nave Diciotti.

 

Anche in quell’occasione il tribunale dei ministri, questa volta di Palermo, ha chiesto l’autorizzazione a procedere al Senato nei confronti di Salvini. Le accuse erano le stesse odierne: abuso di ufficio e sequestro di persona. La giunta per le immunità di Palazzo Madama ha però negato a marzo il via libera richiesto dai magistrati e questo grazie al voto del Movimento Cinque Stelle, all’epoca alleato della Lega di Salvini.

 

NAVE GREGORETTI

Nonostante il caso sia uguale, i grillini questa volta dovrebbero votare invece a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex titolare del Viminale. E risiede proprio qui lo scontro politico tra i due ex alleati. Secondo Luigi Di Maio, ministro degli esteri del nuovo governo e capo politico del Movimento Cinque Stelle, la scelta della Diciotti è stata collegiale mentre l’iniziativa sulla Gregoretti va individuata nella specifica responsabilità di Matteo Salvini. Per Di Maio, in particolare, durante i giorni in cui la Gregoretti stazionava ad Augusta, le trattative con l’Europa erano in fase avanzata per favorire la redistribuzione dei migranti e dunque non occorrevano prove di forza come nel caso della Diciotti.

conte salvini

 

Salvini dal canto suo, come detto ad inizio articolo, mira a smentire questa ricostruzione ed a dimostrare come, in realtà, nel cambio di opinione dei grillini c’è solamente un calcolo politico e non di merito. Secondo il leader della Lega, il governo era consapevole della scelta operata dal Viminale ed ha politicamente appoggiato la linea dura andata avanti per diversi giorni.

 

In poche parole, Salvini vuole mettere nero su bianco il fatto che la sua scelta era quella di tutto l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte e supportato dalla maggioranza gialloverde. Per farlo, nelle sue memorie redatte assieme all’ex ministro Giulia Bongiorno, ha illustrato alcuni passaggi che dimostrerebbe la responsabilità dell’intero governo su quella scelta di mero ordine politico.

 

La prova della collegialità con la quale, a livello governativo, sarebbe stata affrontata la questione relativa al caso Gregoretti, risiede secondo Salvini soprattutto nelle sette mail allegate alla memoria presentata dall'ex ministro.

 

conte salvini

Si tratta di missive scambiate tra funzionari del gabinetto della Farnesina e di Palazzo Chigi proprio per la gestione del caso Gregoretti. In queste comunicazioni intercorse tra il 26 luglio ed il 2 agosto, si parla in particolare delle richieste di redistribuzione dei migranti a livello comunitario e delle relative iniziative da intraprendere per giungere ad una soluzione: "Anche in questa occasione - si legge nella memoria firmata da Salvini - emerge ancora una volta che, in linea con la prassi consolidata, la gestione dei migranti non rappresentava l’espressione della volontà autonoma e solitaria del Ministero dell’Interno, bensì una iniziativa del Governo italiano coerente con la politica relativa ai flussi migratori, definita anche nel Contratto di Governo, che non può essere svilita come mera posizione politica avulsa dalla complessiva strategia dell’Esecutivo".

conte salvini

 

L'ex ministro dell'interno, nel testo consegnato al Senato, ha fatto riferimento anche ad alcune dichiarazioni rese dai suoi ex colleghi di governo in cui si evincerebbe il sostegno dato alla sua linea politica: "il dialogo tra i ministeri delle Infrastrutture, dell’Interno e della Difesa in quei giorni era in atto”, è ad esempio una frase attribuita al ministro della giustizia Alfonso Bonafede. Allo stesso modo, nelle memorie sono riportate anche le frasi di Di Maio secondo cui "L’Italia non può sopportare nuovi arrivi di migranti, devono andare in Europa”.

 

Nelle memorie, spazio anche ai riferimenti dei contatti con palazzo Chigi e dunque anche con il presidente del consiglio Giuseppe Conte. La giunta per le immunità del senato si riunirà il prossimo 20 gennaio: in quella data, si saprà l'esito del percorso che potrebbe portare allo stop del procedimento nei confronti di Salvini oppure al via libera ai magistrati. Un voto che sarà, in primo luogo, politico e che potrebbe spaccare l'attuale maggioranza.

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…