berlusconi salvini

SALVINI PIFFERAIO: PER CONVINCERE BERLUSCONI A FEDERARE LEGA E FORZA ITALIA, USA IL SOGNO QUIRINALE PER ILLUDERLO - IL LEADER DEL CARROCCIO FA LEVA SULLE AMBIZIONI DEL CAVALIERE PER REALIZZARE IL PIANO DI GIORGETTI - SOLO I MAGGIORENTI AZZURRI VICINI ALLA LEGA (TAJANI, RONZULLI, BERNINI, CIRIO) TROVERANNO POSTO, GLI ALTRI VIA - TRA CHI BUSSERA’ A FRATELLI D’ITALIA E CHI AL PARTITINO DI TOTI & BRUGNARO, SARA’ DIASPORA…

Ugo Magri per “la Stampa”

 

silvio berlusconi con matteo salvini

«Mai trovato Silvio così bene», racconta chi l' ha visto in azione nel Gran Consiglio azzurro di ieri. Lo stato di salute rimane quello solito, ma l' uomo è apparso su di morale, pimpante, quasi euforico. Segno, per chi lo conosce, che dopo mesi di appannamento gli è venuta l' illuminazione giusta; cioè pensa di aver afferrato l' idea capace di restituirgli il gusto perduto della politica. Già, perché c' è tanto Berlusconi in questa suggestione del patto federativo con la Lega.

 

È su di lui, sulle sue umane debolezze che fa leva Salvini; cioè sullo smisurato protagonismo del Cav, sulla sua voglia di sentirsi nuovamente i riflettori addosso e magari di togliersi ancora qualche grande sfizio, magari addirittura il Quirinale quando (tra otto mesi) si sceglierà il nuovo inquilino.

matteo salvini silvio berlusconi

 

Nel cerchio magico berlusconiano nessuno ne fa mistero: l' astuzia salviniana consiste nel far intravvedere al vecchio leone Berlusconi una gloriosa uscita di scena in cambio dei voti che gli sono rimasti, molti meno di una volta ma ancora abbastanza; nel vellicarne le fantasie tributandogli il titolo di presidente onorario, di padre nobile del nuovo soggetto politico, fermo restando che le decisioni operative non spetteranno all' ex premier ma a Salvini e al gruppo dei suoi fedelissimi.

 

Di fatto, per come la immagina Matteo, si tratta di un' annessione bella e buona.

salvini berlusconi

Forza Italia verrebbe inglobata nel Partito unico salviniano, e del suo ceto politico sopravviverebbero quanti (non tanti) avevano capito per tempo dove si sarebbe andati a parare. Berlusconi porterebbe in dote un gruppo di fedelissimi esperti e navigati, tra cui certamente Antonio Tajani, Licia Ronzulli, Anna Maria Bernini, Giorgio Mulè, Alessandro Cattaneo, Alberto Cirio.

 

SALVINI, BERLUSCONI, MELONI E IL CZANDIDATO MARSILIO

Per tutti gli altri non ci sarà posto. Aspettiamoci dunque una transumanza di deputati e senatori forzisti verso altri lidi. Alcuni busseranno dai "coraggiosi" di Luigi Brugnaro e Giovanni Toti; il grosso dei fuggitivi tenterà di accasarsi presso la Meloni, dove verranno ammessi soltanto i personaggi più radicati sul territorio. Dalla deflagrazione azzurra, pure Giorgia ricaverà dei vantaggi. E qui si tocca il cuore del problema: a chi conviene davvero l' operazione?

 

Verrebbe facile la risposta: federarsi con Forza Italia fa comodo soprattutto a Salvini. Il quale teme di venire scavalcato dai Fratelli d' Italia, che nei sondaggi gli stanno appena tre punti dietro (e suonano il clacson). Nel qual caso Matteo perderebbe la leadership e, se il centrodestra vincesse le prossime elezioni, pure la guida del futuro governo.

SALVINI BERLUSCONI

 

Sommando invece ai propri i voti quelli del Cavaliere, Salvini ristabilirà le distanze con la Meloni ricacciandola una decina di punti indietro, per cui potrà arrivare senza affanno alla conclusione naturale della legislatura vestendo i panni del candidato premier. Raccontano che quando Giancarlo Giorgetti per primo due anni fa avanzò l' idea, Salvini si fosse mostrato freddo; salvo ricredersi negli ultimi mesi, e iniziare il corteggiamento di Berlusconi che, fino a a quel momento, aveva cordialmente snobbato.

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE

Ma circola pure un' altra lettura della vicenda, in apparenza paradossale, secondo cui l' intesa tra Berlusconi e Salvini in fondo alla Meloni non dispiace affatto; anzi in fondo è proprio quello che lei desidera perché la considera non un pericolo ma l' unione di due debolezze che alla fine non faranno una vera forza, elettoralmente non sarà una somma ma una sottrazione.

 

La prova? In un certo senso è stata proprio lei a buttare il Cav tra le braccia del Capitano attraverso un atteggiamento che potrà sembrare cinico, senza scrupoli, settario (e forse qualcosa di vero c' è): consiste nel dare la caccia a Forza Italia per distruggerla, possibilmente annientarla. L' ultimo esempio sono le candidature nelle grandi città. Che vengono negate ai «berluscones» perfino là dove (vedi Roma, con Maurizio Gasparri e lo stesso Tajani) questi avrebbero qualche nome da spendere. La prova di un piano egemonico che ad Arcore non è sfuggita.

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