konrad krajewski salvini

TRA SALVINI E VATICANO SIAMO AI GRAFFI IN FACCIA - IL LEGHISTA ATTACCA E IL CARDINALE ELEMOSINIERE KRAJEWSKI RISPONDE: "PAGO IO LE BOLLETTE DELLO STABILE OCCUPATO, GLI PAGO PURE LE SUE" - IL “CAPITONE” PER TUTTA RISPOSTA VA ALL'ASSALTO DEL VATICANO - MA A ROMA "PADRE CORRADO" E' NOTO E AMATISSIMO. PERCHE' TUTTI I GIORNI CON LA SUA FIAT QUBO...

Marco Antonellis per Dagospia

 

konrad krajewski

"Tutti i Cardinali godono in Italia degli onori dovuti ai Principi del sangue; quelli residenti in Roma, anche fuori della Citta' del Vaticano, sono a tutti gli effetti cittadini della medesima". Parole che dovranno essere tenute nella debita attenzione riguardo l'elemosiniere di Sua Santita' Konrad Krajewski, al centro dell'attenzione mediatica per il ripristino della corrente elettrica nello stabile occupato in Via di Santa Croce in Gerusalemme 55, all'Esquilino. Perché secondo illustri giuristi, in quanto "organo costituzionale della Chiesa" i cardinali godono delle immunità previste dal diritto internazionale. Con buona pace dell'esposto appena presentato.

 

matteo salvini all'adunata degli alpini a milano 2

"Pagherò anche le bollette di Salvini", aveva detto ridendo il cardinale, spiegando che da quando s'è calato nel pozzetto per strappare i sigilli dei contatori bloccati dello stabile occupato di Roma per far tornare luce e gas bloccati per morosità, sarà lui a farsi carico delle spese per i servizi erogati: "L'ho fatto per i bambini, lì ce ne sono un centinaio. Io sono l'elemosiniere del Papa, mi occupo dei poveri, delle famiglie, che ora finalmente hanno luce e acqua calda".

 

Un'altra tappa della guerra tra Vaticano e Matteo Salvini si è consumata attorno alla figura di questo amato cardinale polacco, appena 56 anni, il più giovane tra coloro che eleggeranno il prossimo Papa, arcivescovo dal 2013 nominato da Francesco e poi sempre da Francesco creato cardinale meno di un anno fa, nel concistoro del giugno 2018.

konrad krajewski 9

 

Forse è la tappa più dura dell'ormai aperto conflitto tra Santa Sede e vicepremier leghista, che Dagospia sta raccontando nel suo dispiegarsi già da settimane, anticipando quella guerra che ormai è sotto gli occhi di tutti. Alla proposta irridente del cardinale Krajewski di pagare anche le bollette di Salvini, il vicepremier ha risposto piccato intervistato da Radio 24: "Io le mie bollette le pago da me, che il cardinale ora paghi quelle dello stabile occupato mi pare il minimo".

 

A dieci giorni dalla fine della campagna elettorale, incassato il felpato ma netto no a qualsiasi incontro possibile anche solo casuale o istituzionale con Papa Francesco (un niet che permane dal giugno 2018, quando Salvini annunciò sui social un "imminente incontro" con Bergoglio e fu brutalmente smentito dal portavoce della Santa Sede), Salvini ha deciso di andare all'assalto per prendersi almeno tutti i voti degli antibergogliani.

 

matteo salvini all'adunata degli alpini a milano 7

Così facendo però si è messo sulla lunghezza d'onda di Forza Nuova, che ha addirittura compiuto un blitz con tanto di striscione lungo dieci metri contro il Papa srotolato in via della Conciliazione e queste sintonie non piacciono ai cattolici, alcuni magari anche critici per l'eccessivo "progressismo" di Francesco, ma mai disposti a seguire i leader politici nel dileggio del Vicario di Cristo.

 

Non è un caso che nella stessa trasmissione radiofonica in cui è intervenuto Salvini sia stato subito dopo intervistato Mario Adinolfi, che è di fatto ormai il politico a cui sono affidate le difese ufficiali del Papa, visto che i vescovi leali verso Bergoglio stanno orientando verso il suo Popolo della Famiglia il voto delle parrocchie. In pochi poi si sono accorti che nello smacco subito da Salvini a Gela, il comune più popoloso tra quelli che sono andati ai ballottaggi ieri, a fare l'ago della bilancia è stato proprio il Popolo della Famiglia, portato dalle parrocchie locali addirittura al 5,7%.

konrad krajewski 8

 

Il candidato leghista ha perso il ballottaggio 52,5 a 47,5, con i cattobergogliani di Adinolfi dunque a dare i voti decisivi a Lucio Greco di Forza Italia contro il leghista Spata che si è fatto sostenere dal M5S. Prove di larghe intese antisalviniane, contro il governo in carica amato assai poco Oltretevere.

 

A dieci giorni dalla fine della campagna elettorale la stizza di Salvini contro il Papa rischia di portarlo però a scelta sbagliate. L'attacco radiofonico del leader leghista al porporato più vicino in assoluto a Francesco rischia di essere un autogol. A Roma "padre Corrado", come tutti chiamano il cardinale elemosiniere del Papa, è noto e amatissimo dagli strati medio-bassi della popolazione per via dell'instancabile e visibile attività a favore di chi non ce la fa.

 

matteo salvini all'adunata degli alpini a milano 22

Tutti i giorni con la sua Fiat Qubo porta generi di prima necessità nelle borgate, silenziosamente e senza cercare pubblicità sui giornali o in tv. Salvini rischia di passare come quello che difende lo stabile occupato di CasaPound, usa toni antibergogliani come quelli degli striscioni di Forza Nuova in via della Conciliazione, sputa veleno elettorale contro un uomo del Papa che i cittadini amano come un santo.

 

Questo non fa bene alla campagna elettorale del leader leghista, dato in calo rispetto ai fasti di aprile da tutti i sondaggisti anche a causa di questo faticoso rapporto con i cattolici e la Santa Sede. Contro la quale, in Italia, mai nessuno è riuscito a governare. Questa è una lezione che il Truce, fino a qualche giorno fa in preda a un delirio di onnipotenza, può apprendere dalle magliette ironiche approvate da Francesco e in vendita nei negozi di souvenir che circondano piazza San Pietro che hanno su la scritta: ricordati che Dio c'è, ma non sei tu.

Ultimi Dagoreport

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?