putin soldi

LE SANZIONI ALLA RUSSIA HANNO FUNZIONATO: CI HANNO MASSACRATO! - A SEI MESI DALL’INIZIO DELLA GUERRA, IMPRESE E FAMIGLIE SI RITROVANO CON RINCARI DELL’ENERGIA SENZA PRECEDENTI – L’ECONOMIA RUSSIA HA RESISTITO ALLE SANZIONI MEGLIO DI QUANTO GLI ANALISTI SI ASPETTASSERO - SECONDO REUTERS, IL CREMLINO OGGI PREVEDE UNA CONTRAZIONE DEL PIL DEL 4,2%, MA ALL’INIZIO DELLA GUERRA SI IPOTIZZAVA UN CALO DEL 12% - CINA E INDIA HANNO AIUTATO A RIMPIAZZARE LE VENDITE NEI MERCATI EUROPEI, PUR COMPRANDO A PREZZI SCONTANTI - RISULTATO: LO SCORSO MESE LA PRODUZIONE DI PETROLIO RUSSO ERA INFERIORE SOLTANTO DEL 3% RISPETTO AL LIVELLO PRECEDENTE ALLA GUERRA…

Tommaso Carboni per www.lastampa.it

 

vladimir putin

Le sanzioni alla Russia vanno riviste nel caso non diano gli effetti sperati. Il dubbio, a sei mesi dall’inizio della guerra, è che più che arrestare l’invasione dell’Ucraina stiano nuocendo alle economie occidentali, dove imprese e famiglie si ritrovano con rincari dell’energia senza precedenti. È quanto affermano alcuni politici europei, e in Italia Matteo Salvini. Nel frattempo le entrate russe restano di tutto rispetto per via dei prezzi alti di gas e petrolio.

 

Putin potrebbe calcolare che le opinioni pubbliche occidentali, meno avvezze a sacrifici economici, alla fine cedano alla prepotenza dell’aggressore. Diversi dati, del resto, mostrano che l’economia Russia ha resistito alle sanzioni meglio di quanto gli analisti si aspettassero. Secondo Reuters, il Cremlino oggi prevede una contrazione del Pil del 4,2%, quindi un colpo duro ma non catastrofico – gli stessi funzionari all’inizio della guerra temevano un tracollo del 12%, addirittura peggio che nella crisi finanziaria del 1998.

importazioni di energia dalla russia in europa

 

Anche gli istituti di ricerca occidentali abbassano le loro stime della caduta: il Fondo Monetario, ad esempio, si aspetta un - 6% invece dell’8,5% calcolato ad aprile. Mentre l’inflazione dovrebbe chiudere l’anno in crescita del 13,4%, riporta ancora Reuters, citando il ministero dell’Economia russo.

 

Insomma, sembrerebbe una crisi tutto sommato gestibile, almeno nel breve periodo, e soprattutto da un regime autoritario che usa con astuzia l’arma della propaganda. Il Cremlino ha riformulato la guerra in Ucraina come parte di un assalto alla civiltà russa mosso dall'Occidente. E così il consenso verso Putin è cresciuto di 10 punti dall’inizio dell’invasione, superando a luglio l’80% - almeno stando alle rilevazioni del Levada Centre, un istituto di sondaggi indipendente.

prezzo del gas in europa

 

Sul fronte dell’energia Cina e India hanno aiutato a rimpiazzare le vendite nei mercati europei, pur comprando a prezzi notevolmente scontanti. Risultato: lo scorso mese la produzione di petrolio russo era inferiore soltanto del 3% rispetto al livello precedente alla guerra, riporta il Financial Times. Il problema però è che il settore degli idrocarburi per produrre nel lungo periodo ha bisogno di tecnologia e investimenti costanti, che la Russia impegnata in una lunga guerra rischia di non poter sostenere.

 

nord stream

Alcuni analisti considerano questo l’impatto più grande delle sanzioni: la perdita di tecnologia e componenti occidentali, che Cina e altri paesi possono sostituire solo in parte, e senza i quali l’industria e l’apparato militare russo si deteriorano. In quest’ottica, una ricerca pubblicata il mese scorso da Yale afferma che la fuga di multinazionali e società estere sta danneggiando «in modo catastrofico» l’economia della Russia. Un esempio è Avtovaz, il principale gruppo automobilistico russo, che per mancanza di componenti ha tagliato la produzione. È pur vero, tuttavia, che diverse società occidentali in uscita hanno venduto ad acquirenti locali, e quindi i loro asset restano comunque operativi.

 

 

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

La perdita di capitale umano però è innegabile. Almeno 70mila lavoratori informatici sono scappati dal paese nei 30 giorni successivi all’inizio della guerra, calcola l'Associazione russa per le comunicazioni elettroniche. E molti altri probabilmente faranno lo stesso. Per arginare quest’esodo Putin ha firmato diverse misure economiche, tra cui un'esenzione fiscale di tre anni e prestiti agevolati per le aziende IT.

 

Altri stimoli servano ad assorbire il colpo dell’inflazione: Putin ha ordinato un aumento del 10% delle pensioni e del salario minimo, mentre grandi datori di lavoro come Sberbank e Gazprom - riporta Reuters - da luglio hanno aumentato gli stipendi. Ma per i ricercatori di Yale si tratta di misure fiscali e monetarie “palesemente insostenibili”: avrebbero già mandato in deficit il bilancio dello Stato “prosciugando le riserve estere nonostante i prezzi alti di petrolio e gas”.

 

I GASDOTTI VERSO L EUROPA

L’altra cosa poco sostenibile rischia di essere la svolta verso l’Asia, teorizzata da anni da politologi russi come Sergei Karaganov. Alla fine, secondo Yale e diversi altri analisti, si rivelerà un errore strategico. Questa d’altronde è la grande scommessa di Putin: che la rottura politica ed economica con l’Europa possa essere compensata da un’alleanza in Asia. Cina e India, avverte Yale, «sono acquirenti notoriamente attenti ai prezzi che mantengono stretti legami con altri esportatori di materie prime. La Russia così rischia di vedere deteriorarsi la sua posizione strategica di grande esportatore».

 

VLADIMIR PUTIN E IL GAS

Nel frattempo l’Europa, se resta unita, finirà per emanciparsi da gas e petrolio russi, pur con difficoltà e costi elevati. A Mosca toccherà il ruolo di gregario di India e Cina, paesi con più di un miliardo di abitanti ciascuno. Una scelta non molto lungimirante, secondo Andrea Graziosi, docente all’Università di Napoli Federico II, specializzato in storia dell’Unione Sovietica con saggi tradotti in tutto il mondo. «La Russia, in crisi demografica, con poca industria e tecnologia, che spazio può avere con quei due giganti asiatici?».

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: HA SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” CHE AL QUOTIDIANO DI CONFINDUSTRIA RICORDANO PIÙ PER I CONTENZIOSI E LE RICHIESTE DI BONUS CHE PER I RISULTATI EDITORIALI O FINANZIARI...

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”