bruxelles spie spionaggio servizi segreti

SAPETE COSA DICONO A BRUXELLES DEL "QATAR GATE"? "SI SAPEVA CHE PRIMA O POI SAREBBE USCITO QUALCOSA, LO SAPEVANO UN PO' TUTTI" – CON 26 MILA DIPLOMATICI, LE STANZE DELLE ISTITUZIONI EUROPEE E DELLA NATO E OLTRE 100 ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI REGISTRATE, LA CAPITALE BELGA È UN CROCEVIA DI SERVIZI SEGRETI E SPIE – NEGLI ULTIMI TEMPI, AI CINESI E AI RUSSI SI SONO AGGIUNTI GLI AGENTI DEI PAESI DEL GOLFO. TANTO CHE SI IPOTIZZA CHE LA FUGA DI NOTIZIE CHE HA DATO IL VIA ALL'INCHIESTA SIA OPERA DEL CONTROSPIONAGGIO SAUDITA – GIÀ MESI FA IL COPASIR FU INFORMATO DELL’INGERENZA DEL QATAR NEI LAVORI DEL PARLAMENTO EUROPEO...

Francesca Sforza e Francesco Grignetti per “La Stampa”

 

spionaggio

Un'unica grande conversazione a cielo aperto, la Bruxelles di questi giorni, dove la frase ricorrente è: «Si sapeva che prima o poi qualcosa sarebbe uscito». E chi lo sapeva? «Un po' tutti». Con le sue 300 missioni diplomatiche, per un totale di circa 26 mila diplomatici registrati, le numerose stanze delle istituzioni europee e della Nato, e oltre 100 organizzazioni internazionali registrate, la capitale belga è un crocevia di spie paragonabile alla Berlino della Guerra Fredda.

 

eva kaili 2

I primi avvertimenti della sicurezza del servizio esterno europeo risalgono al 2019: tutti i funzionari erano pregati di fare molta attenzione - si consigliava - ogni volta che si esprimevano in un caffè o in un ristorante del centro, e di preferire gli spazi aperti per le conversazioni di lavoro. L'allarme era riferito in particolare alla presenza di agenti cinesi e russi, che secondo fonti diplomatiche tedesche arrivavano a toccare quasi quota 500. Ma come ha detto recentemente a Politico un funzionario del servizio segreto belga: «Se qualcuno ha il numero preciso delle spie presenti in città faccia la cortesia di comunicarcelo».

 

bruxelles spionaggio

Negli ultimi quindici mesi ai russi e cinesi si sono aggiunti i rappresentanti delle monarchie del Golfo, in particolare Qatar, Arabia Saudita e Emirati arabi uniti. «Sono in molti a vedere nella fuga di notizie uno sgambetto del controspionaggio saudita», ci dice un lobbista che preferisce non essere citato. E fa notare che comunque i funzionari del Qatar si sono mostrati incompetenti, oltre che fraudolenti: «Senza l'approvazione del Consiglio tutto quello che fa il Parlamento non è mai vincolante, in altre parole non conta».

 

spionaggio

Il problema delle spie esiste, tanto che si moltiplicano le voci che reclamano una euro-Cia, un'organizzazione cioè che coordini i 27 servizi di spionaggio nazionali come fa Europol per le forze di polizia. Le resistenze però sono diverse, ed equiparabili a quelle sollevate sul tema della difesa europea: «Non tutti hanno voglia di mettere in comune informazioni riservate e di consegnare il proprio capitale di conoscenze a un'istituzione terza», spiegano funzionari Ue.

 

bruxelles parlamento europeo

Un passo indietro, anzi due. Che il Qatar si stesse muovendo in maniera un po' troppo spregiudicata, a Bruxelles lo avevano capito in diversi. Quale sia stata la fonte iniziale dell'indagine non è chiaro, ma i servizi segreti del Belgio a un certo punto iniziano un'attività classica. Pedinamenti, intercettazioni, perquisizioni clandestine. Lungo la strada, visto che l'inchiesta si stava strutturando su più piani e in diversi Paesi, come è d'uso, i belgi hanno chiesto la collaborazione ai Servizi collegati. Lo hanno fatto alla maniera degli 007, cioè senza raccontare più del necessario.

 

banconote sequestrate a pier antonio panzeri e eva kaili

Per parte italiana collaborano sia l'Aisi sia l'Aise, cioè l'Agenzia interna e l'Agenzia esterna, non prima di avere avuto il via libera dal governo. Chi doveva sapere, insomma, sapeva. Anche ai piani alti del Parlamento europeo. Tra 2020 e 2022, è al lavoro una commissione presieduta dal socialista francese Raphael Glucksmann sulle ingerenze straniere nei processi decisionali europei. Procedono con molte audizioni e tanto lavoro di analisi.

 

Guarda caso, quando nel marzo scorso sintetizzano i loro lavori, il Qatar è uno dei Paesi citati espressamente come esempio di ingerenza malevola. Scrivono: «Paesi come la Cina e la Russia, ma anche il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia hanno investito pesantemente nelle operazioni di lobbying a Bruxelles».

 

PARLAMENTO EUROPEO VOTAZIONE

C'è da considerare che queste Relazioni vengono edulcorate fino all'inverosimile. È quello che c'è dietro, che conta. Glucksmann, per dire il giorno di marzo in cui si vota la sua Relazione, dice: «Chiediamo alle istituzioni di adottare delle raccomandazioni prima che scoppi una crisi», è ora di «mettere fine all'indolenza colpevole e all'ingenuità dei dirigenti europei».

 

Qualche settimana dopo, arrivano a Bruxelles i membri del Copasir italiano, presieduto in quel momento dal senatore Adolfo Urso, FdI. Anche loro stanno approfondendo il tema delle ingerenze. Ascoltano i responsabili di alcuni uffici molto particolari della Commissione europea; poi incontrano i colleghi della commissione Glucksmann.

 

elisabetta belloni adolfo urso copasir 1

Tornano a Roma ed ecco che cosa scrivono nella loro ultimissima Relazione: «I principali attori ostili sono, come è noto, la Russia e la Cina che fanno un uso ampio dei vari strumenti di disinformazione e di ingerenza sia sul fronte interno che all'estero nei Paesi considerati nemici. Anche altri Paesi più o meno estesamente sfruttano tali strumenti. Vi sono attori che svolgono una pesante attività di lobbying presso l'Ue, come la Turchia, il Qatar, gli Emirati arabi uniti e l'Azerbaigian».

 

QUESTION TIME DI ADOLFO URSO ALLA CAMERA

Rieccolo, il ricchissimo arrembante Qatar. Dice a denti stretti uno dei membri del Copasir: «Ovviamente, prima di prenderci la responsabilità di citare un Paese estero in un nostro documento, qualche riscontro lo facciamo». Intende dire che non si fidarono a occhi chiusi dei lavori della commissione Glucksmann, ma sentirono anche l'opinione della nostra comunità di intelligence. Le informazioni arrivarono. E a quel punto andarono avanti.

ADOLFO URSO SPIONAGGIO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...