luigi dagostino antonio savasta tiziano renzi

SAVASTA LA VISTA - ''LA VERITÀ'' RINFRESCA LA MEMORIA SULLE GESTA DEL PM APPENA CONDANNATO A 10 ANNI, LO STESSO CHE BABBO RENZI MANDAVA A PALAZZO CHIGI QUANDO AVEVA BISOGNO DI AIUTO POLITICO - CONDANNATO A 10 ANNI PER CORRUZIONE IL PM CHE BABBO RENZI MANDAVA A PALAZZO CHIGI - LA CONDANNA A 4 ANNI PER LUIGI DAGOSTINO, SI AGGIUNGE ALLA CONDANNA INSIEME ALL'EX SOCIO TIZIANO RENZI E CONSORTE A DUE ANNI DI RECLUSIONE

Giacomo Amadori per “la Verità

 

Il Tribunale di Lecce ha condannato a 10 anni l'ex pm di Trani, Antonio Savasta, e a quattro anni l'imprenditore Luigi Dagostino per corruzione in atti giudiziari. Il magistrato, che era stato graziato dalla sezione disciplinare del Csm, è stato punito per diversi episodi, compreso l'incontro con il sottosegretario della presidenza del Consiglio Luca Lotti a Palazzo Chigi, dove si recò in compagnia di Dagostino e dell'avvocato Ruggiero Sfrecola.

 

antonio savasta

Era il 17 giugno 2015 e secondo i giudici quella visita richiesta da Savasta, che in quel momento aveva in mano un'inchiesta che coinvolgeva l'imprenditore, era un'utilità non economica. Che venne procurata attraverso Dagostino e Tiziano Renzi, il babbo dell'ex premier. I quali proprio per quell'incontro sono sotto indagine per traffico di influenze illecite a Firenze.

 

Il fascicolo, di cui diede notizia in esclusiva Panorama, è ancora aperto e la sentenza di Lecce, potente conferma all'ipotesi investigativa, potrebbe dargli nuova linfa. Renzi senior ha già subito in primo grado una condanna a un anno e nove mesi per emissione di fatture false ed è in attesa di sapere se verrà rinviato a giudizio anche per la bancarotta di tre cooperative. L'udienza è fissata per il 4 novembre. Inoltre a Roma sono in corso ulteriori indagini per un altro presunto traffico di influenze contestato a Tiziano, questa volta nell'ambito della cosiddetta inchiesta Consip.

 

Torniamo alla condanna di Lecce. Ieri il gup Cinzia Vergine, in rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena), su richiesta della pm Roberta Licci, ha condannato Savasta a una pena pesantissima per aver fatto parte, insieme con il collega Michele Nardi, di un'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. Oltre a Savasta, sono stati condannati a quattro anni il sostituto procuratore Luigi Scimè (oggi in servizio a Salerno) e, rispettivamente a quattro anni e quattro mesi e due anni e otto mesi, gli avvocati Sfrecola e Giacomo Ragno.

 

antonio savasta

Per Dagostino si tratta dell'ennesima brutta notizia. Il 7 ottobre scorso è stato condannato insieme con Renzi senior e con la moglie di quest' ultimo, Laura Bovoli, a due anni di reclusione per false fatture e truffa; a gennaio ha subito un'altra sentenza sfavorevole a un anno, undici mesi e dieci giorni sempre per reati fiscali. Tutte condanne di primo grado. Adesso è arrivato il colpo più duro. Il giudice lo ha interdetto dall'attività imprenditoriale per cinque anni e lo ha dichiarato «incapace di contrattare con la pubblica amministrazione». Inoltre lo ha condannato al risarcimento dei danni in favore della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero della Giustizia.

 

 Dagostino è stato condannato per corruzione non per le somme di danaro (53.000 euro) consegnate all'avvocato Sfrecola, come aveva chiesto la pm Licci, bensì solo per la visita a Palazzo Chigi procurata a Savasta, il quale, in quel momento, stava indagando per riciclaggio e false fatture su tre imprenditori pugliesi che secondo la Guardia di finanza con le loro ditte fungevano da cartiere per le aziende di Dagostino.

 

tiziano renzi al balcone di casa 2

Tra il processo di Lecce e quello in cui sono stati condannati Dagostino e i Renzi a Firenze c'è un incrocio: due fatture pagate da Dagostino e dalla società Tramor a babbo e mamma per un «progettino» mai realizzato. Tra giugno e luglio 2015 i due genitori incassarono 195.200 euro mentre accompagnavano Dagostino in giro per l'Italia a incontrare politici e toghe. Il 17 giugno, il giorno della visita a Palazzo Chigi, Dagostino, attraverso la Tramor di cui era amministratore, inviò un primo bonifico da 24.400 euro in direzione Rignano sull'Arno dopo aver incontrato Tiziano nel suo ufficio.

 

Nei mesi scorsi l'imprenditore aveva ammesso con La Verità che Tiziano faceva per lui il lobbista. E almeno un incontro importante glielo avrebbe combinato. Come ha ammesso lo stesso imprenditore con i magistrati: «Al bar Igloo (di Barletta, ndr) incontrai per caso il pm Savasta che mi disse che era interessato a presentare un disegno di legge in materia di rifiuti a Roma. Io ci pensai e, siccome tramite Tiziano Renzi l'unico politico che avevo visto 3-4 volte era Luca Lotti, () decisi che lo potevo portare da lui. Effettivamente fissai con Lotti tramite Tiziano Renzi dicendogli che volevo portare un magistrato che aveva interesse a mostrare una proposta di legge. Prima avevo chiesto a Tiziano Renzi di chiedere a Lotti se era lui la persona adatta per quell'appuntamento, o se mi indicava qualcun altro, e Lotti fissò lui l'appuntamento () io entrai nell'ufficio con Savasta, li presentai e me ne andai e non assistetti al colloquio che durò circa 30/40 minuti».

 

LUIGI DAGOSTINO

Davanti alla pm Von Borries, il 16 aprile 2018, Lotti ha offerto una versione non molto dissimile: «Io ho conosciuto Dagostino tramite Andrea Bacci di cui ero amico e inoltre è noto che ero in buoni rapporti con Tiziano Renzi con il quale passeggiavo ogni lunedì da via Mazzini alla stazione quindi è probabile che tale appuntamento (con Savasta, ndr) lo abbia chiesto o Bacci o Tiziano Renzi». L'ex ministro ha anche detto di aver incontrato Dagostino due o tre volte tra il 2014 e il 2015, e che una o due volte lo stesso era andato a trovarlo a Palazzo Chigi.

 

luigi dagostino

Ma di Savasta inizialmente non ha saputo dire nulla: «Ho una conoscenza superficiale e sicuramente me lo hanno presentato, ma non ricordo chi, né in quale occasione, e forse l'ho anche visto allo stadio di Roma». Un mese dopo, riascoltato dai pm, grazie alla propria agenda, riuscì a focalizzare meglio la questione: «Fu Dagostino a presentarmi Savasta. Effettivamente entrarono nella mia stanza e c'era Dagostino e un magistrato di nome Savasta. Non mi ricordo se Savasta mi chiese qualcosa per sé perché non mi ricordo bene come si svolse l'incontro»».

 

Che cosa abbia domandato lo ha raccontato l'ex magistrato alla Verità due anni fa: in quel momento per lui complicato, a causa delle plurime vicende penali e disciplinari che lo vedevano coinvolto, aveva interesse a procurarsi un incarico fuori ruolo, possibilmente in una commissione ministeriale come esperto in materia ambientale o di appalti. Tali dichiarazioni sono state definite nell'ordinanza di custodia cautelare contro Savasta del gennaio 2019 «una formidabile conferma all'ipotesi accusatoria». Per il gip, infatti, «Savasta nell'intervista cristallizza esattamente quel concetto di utilità non economica (...), contropartita alla gestione dei procedimenti a lui in carico e tutta diretta a favorire la posizione dell'imprenditore».

ANTONIO SAVASTA

Ultimi Dagoreport

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" VIENE SEMPRE MAZZIATO DA "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"