giorgia meloni fabio pinelli csm sergio mattarella

SCAZZI ISTITUZIONALI: ANCORA SCONTRO TRA MELONI E MATTARELLA /1 – NELL'INCONTRO CON IL VICEPRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, LA DUCETTA AVREBBE DISCUSSO DEGLI EQUILIBRI INTERNI AL CONSIGLIO E ALLA SUA SEZIONE DISCIPLINARE, DEL PESO CHE ESERCITANO LE “TOGHE ROSSE” DELLA CORRENTE MD ALL’INTERNO DEL PLENUM E DELLA QUESTIONE DI ROSANNA NATOLI, MEMBRO CHE FRATELLI D’ITALIA DEVE SOSTITUIRE – DA QUI I MOTIVI DELLO “STUPORE” E DELL’“IRRITAZIONE” DI SERGIO MATTARELLA, CHE DEL CSM È PRESIDENTE – 14 CONSIGLIERI DEL CSM INFURIATI CHIEDONO A PINELLI DI ESSERE INFORMATI “DEI CONTENUTI DELL’INCONTRO...”

Estratto dell’articolo di Federico Capurso e Ugo Magri per “La Stampa”

 

SERGIO MATTARELLA FABIO PINELLI

Si deve procedere con ordine per comprendere i motivi dello «stupore» e dell’«irritazione» provati del Capo dello Stato Sergio Mattarella di fronte all’incontro, avvenuto lunedì pomeriggio a Palazzo Chigi, tra il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Fabio Pinelli e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

 

Una questione tutt’altro che superficiale e che affonda, invece, nella carne viva della grammatica istituzionale. Tale è stato il trambusto ieri mattina nei Palazzi romani che, fuori dal portone del Quirinale, ci si è iniziati a interrogare sull’opportunità dei temi trattati dalla premier con Pinelli. Specie se – come rivela una fonte di governo a La Stampa – Meloni ha davvero discusso degli equilibri interni al Csm e alla sua Sezione disciplinare, del peso che esercitano le «toghe rosse» all’interno del plenum e della questione di Rosanna Natoli, membro che Fratelli d’Italia deve sostituire.

 

sergio mattarella giorgia meloni

Da tempo Pinelli, uomo storicamente vicino alla Lega, pianificava un giro di incontri con i vertici istituzionali del Paese e aveva inoltrato la richiesta di un incontro anche al gabinetto della premier. Meloni ha deciso quindi di invitarlo ieri a Palazzo Chigi.

 

Poco prima di dirigersi in piazza Colonna, Pinelli avvisa il Quirinale. Fonti vicine al vicepresidente del Csm confermano questa versione nel primo pomeriggio di ieri […]

 

La circostanza non viene negata al Quirinale: effettivamente Pinelli aveva dato in anticipo notizia che avrebbe avuto un colloquio con la premier e che anzi l’appuntamento era già stato preso.

 

Rosanna Natoli e Ignazio La Russa

Da dove è derivato allora lo «stupore» del Colle misto a «irritazione»? Dalla natura degli argomenti trattati a nome del Csm con Giorgia Meloni, per i quali il vicepresidente dell’organo di autogoverno della magistratura non aveva ricevuto alcuna delega dal Capo dello Stato (che del Csm è il presidente).

 

Per dirla volgarmente, Pinelli si è allargato oltre il consentito. Addirittura il comunicato ufficiale dell’incontro con Meloni ha specificato che «la visita si inserisce nell’ambito di una proficua e virtuosa collaborazione, nel rispetto dell’autonomia delle differenti istituzioni».

 

FABIO PINELLI SERGIO MATTARELLA

Peccato che Pinelli, a differenza di quanto fa intendere la nota, non avesse concordato un bel nulla con Mattarella e dunque non fosse nella condizione di mettere in piedi alcuna collaborazione tra istituzioni, per «proficua e virtuosa» che fosse. Una questione non irrilevante di galateo costituzionale.

 

Così, ora, 14 consiglieri del Csm chiedono a Pinelli di essere informati «dei contenuti di tale incontro, affinché questo Consiglio possa avere contezza di un passaggio tanto rilevante istituzionalmente». Secondo quel che risulta a La Stampa, Meloni e Pinelli avrebbero discusso di una questione particolarmente sensibile come il peso delle «toghe rosse» nel Csm.

 

In altre parole, quale capacità hanno di aggregare intorno a sé e alle loro battaglie? Domanda non banale se viene posta nel momento in cui Meloni è sul piede di guerra contro quei giudici che – dal suo punto di vista – stanno provando a sabotare la politica anti immigrazione del governo.

 

il plenum del csm

Non è passato inosservato quel che è accaduto con i giudici del Tribunale di Bologna che, per aver portato il decreto sui Paesi sicuri di fronte alla Corte di giustizia Ue, si sono attirati le critiche feroci del governo. Proprio al Csm è stata depositata una richiesta di aprire una pratica a tutela dell’indipendenza e dell’autonomia dei giudici bolognesi e il rischio, per Meloni, è che venga approvata.

 

La situazione potrebbe risolversi a breve, perché la Corte di giustizia europea si pronuncerà a gennaio, ma Meloni si è resa conto di essere debole all’interno del Csm. Pesa anche l’addio di Rosanna Natoli, nominata da Fratelli d’Italia (più precisamente in quota Ignazio La Russa) e sospesa dal Plenum a settembre, dopo essere stata indagata per rivelazione di segreto e abuso d’ufficio.

 

carlo nordio al consiglio superiore della magistratura

Natoli era importante negli equilibri interni al Csm e nella Sezione disciplinare di cui era membro. Meloni vuole quindi accelerare sulla sua sostituzione. […]

Consiglio Superiore della MagistraturaRosanna Natoli

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