sergio mattarella giorgia meloni fabio pinelli csm

SCAZZI ISTITUZIONALI: ANCORA SCONTRO TRA MELONI E MATTARELLA/3 – NEL PASTICCIACCIO DELL’IRRITUALE INCONTRO TRA LA DUCETTA E PINELLI, A FAR PERDERE LA PAZIENZA A MATTARELLA È STATO IL FATTO CHE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM L'HA AVVERTITO SOLO ALL'ULTIMO MOMENTO E NON SI È DISTURBATO DI CONCORDARE CON IL QUIRINALE I CONTENUTI DEL COLLOQUIO – TANTO PIÙ CHE IL FACCIA A FACCIA È AVVENUTO NEL PIENO DELLA GUERRA TRA GIORGIA E LE TOGHE – LO STUPORE TRAPELATO DAL QUIRINALE S’È TRASFORMATO IN “DISAPPUNTO” QUANDO...

1. LO SGARBO DEL VICEPRESIDENTE “IL COLLE È STATO INFORMATO” MA ARRIVA LA SMENTITA “VISITA MAI CONCORDATA

Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”

 

SERGIO MATTARELLA FABIO PINELLI

Lunedì sera il Quirinale aveva manifestato stupore per la visita del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli alla corte di Giorgia Meloni a palazzo Chigi. Ieri, se possibile, questa sorpresa si è dislagata in gelida irritazione. Pinelli nel pomeriggio infatti ha voluto ribattere al capo dello Stato, facendo filtrare che sul suo colloquio con la premier «il Quirinale era stato preventivamente informato». Ma facendo così ha fatto arrabbiare una seconda volta Sergio Mattarella.

 

Il presidente, dicono fonti della presidenza della Repubblica, era stato sì informato dell’appuntamento, seppur all’ultimo momento, ma non delle modalità né dei contenuti della visita. In soldoni: non era stata concordata. Pinelli non era autorizzato a parlare del Csm. Nel farlo, senza delega, ha scavalcato Sergio Mattarella, il presidente dell’autogoverno dei giudici. Una sgrammaticatura istituzionale.

 

SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI - MIGRANTI - VIGNETTA ELLEKAPPA

[…]  Lunedì nel tardo pomeriggio, nel pieno della bufera governo-magistrati sul caso Albania, Meloni riceve Pinelli. È un gesto bandiera. Per dire che sa distinguere tra i magistrati ragionevoli e i comunisti che invece si mettono di traverso, accogliendo le istanze dei migranti provenienti dai paesi ritenuti non sicuri.

 

Sullo sfondo del colloquio si staglia anche la riforma della giustizia, che prevede, nei piani della destra, la separazione delle carriere e l’introduzione del sorteggio dei membri laici e togati al Consiglio superiore della magistratura. Palazzo Chigi sostiene che era in programma da tre settimane. Ma i magistrati vi colgono un’indebita pressione sui magistrati alle prese col caso Albania.

 

Anche il Quirinale esprime stupore per le circostanze dell’incontro. Specialmente perché vi viene dato un carattere di ufficialità, con tanto di comunicato diramato dalla sede del governo.

 

FABIO PINELLI E SERGIO MATTARELLA

Ieri la seconda puntata. Alle due del pomeriggio esce una take dell’agenzia Ansa che cita “fonti del Csm”, le quali fanno sapere che il Quirinale, lunedì pomeriggio, era stato informato dell’imminente faccia a faccia. «Un normale incontro istituzionale come quelli che lo stesso Pinelli ha già avuto con altri rappresentanti delle istituzioni».

 

Poco dopo escono allo scoperto quattordici togati del Csm. Appartengono ai gruppi culturalmente affini al centrosinistra. Area. Magistratura democratica. Unicost. […] iffondono un documento con il quale chiedono a Pinelli — in passato difensore di esponenti della Lega — di essere resi edotti dei contenuti del faccia a faccia. Questo «affinché il Consiglio possa avere contezza di un passaggio tanto rilevante istituzionalmente ».

 

sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione

[…]

In mattinata era venuto fuori un altro particolare. Tra i consiglieri di palazzo dei Marescialli nessuno era stato informato della puntata a palazzo Chigi del vicepresidente. «Un’iniziativa autonoma », filtrava dalla sede dell’autogoverno della magistratura.

 

Morale: proprio mentre il Csm chiedeva sostegno ai magistrati, Pinelli andava da Meloni che quei magistrati li attaccava. Un cortocircuito che Mattarella non ha apprezzato. Da settimane lavora per evitare uno scontro tra poteri. […]

 

2. LINEA NON CONDIVISA CON IL QUIRINALE IL VICEPRESIDENTE STRETTO TRA I GIUDICI E IL GOVERNO

Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

[…] Lo stupore trapelato dal Quirinale s’è trasformato in disappunto quando il comunicato di Palazzo Chigi ha dato rilievo istituzionale a una visita di cui non erano stati concordati i contenuti con il capo dello Stato, che del Csm è presidente.

 

E a poco valgono le rassicurazioni filtrate ieri da Palazzo Bachelet sul fatto che il Quirinale era stato «preventivamente informato»: il problema non era avvisare di un appuntamento con la premier, che per quanto inusuale può avere una sua ragione, bensì esserci andato in qualità di rappresentante del Csm senza prima definirne i contorni con il vertice dell’organo di autogoverno: Sergio Mattarella, ma neppure — per quanto se ne sa — con i vertici della Cassazione che con Pinelli compongono il comitato di presidenza. Tanto più se l’importanza della riunione viene poi certificata da una nota ufficiale di Palazzo Chigi.

 

FABIO PINELLI,VICEPRESIDENTE DEL CSM

Secondo lo staff di Giorgia Meloni l’incontro è avvenuto «nell’ambito di una proficua e virtuosa collaborazione».

Sempre «nel rispetto dell’autonomia delle differenti istituzioni», ci mancherebbe altro, ma l’accenno a una cooperazione «proficua e virtuosa» va oltre l’aggettivo «leale» solitamente usato per questo tipo di relazioni.

 

E richiama l’auspicio di non ritrovarsi i bastoni tra le ruote evocato dalla premier dopo la mancata convalida dei trattenimenti di migranti destinati ai container albanesi. Di qui la deduzione di un appuntamento dai contenuti persino programmatici, deciso e gestito dal vicepresidente in totale autonomia. In un momento di particolare turbolenza tra politica e giustizia. E la conseguente irritazione, non solo al Quirinale.

 

CSM

Dentro Palazzo Bachelet il clima sembra tornato quello dei giorni più difficili, come quando a gennaio scorso Pinelli rivendicò il merito di aver riportato l’attività del Csm nell’alveo dei suoi confini naturali, lasciando intendere che in passato fosse debordato. Sommando all’irritazione l’imbarazzo per un vice-presidente semi-sconfessato dal Quirinale e ora guardato con qualche sospetto dalla maggioranza dei consiglieri togati. […]

 

L’appuntamento a Palazzo Chigi è coinciso con il momento più sbagliato, e sebbene fosse già in agenda sarebbe stato più prudente rinviarlo. La coincidenza con l’affollata assemblea convocata dall’Associazione nazionale magistrati a Bologna in segno di solidarietà al giudice Gattuso (autore del provvedimento che ha rinviato alla Corte di giustizia europea il decreto-legge sui Paesi cosiddetti sicuri, appositamente varato dal governo per rimediare ad altre pronunce giudicate poco «collaborative» se non pregiudizialmente ostili) non poteva passare inosservata.

 

SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI

[…]  E chissà che il comunicato di Palazzo Chigi non mirasse proprio a tamponare questa nuova situazione, cercando sponde dentro l’organo di autogoverno. La richiesta di «pratica a tutela» del giudice bolognese è stata firmata da 17 consiglieri togati del Csm su 20, e le tre «dissidenti» di Magistratura indipendente ne hanno comunque presentata un’altra, sia pure limitata alle «inaccettabili intrusioni nelle scelte di vita privata del giudice» e alle «illazioni sulla propria sensibilità politico-culturale»; […]

 

Il vicepresidente deciderà se rispondere o meno alla domanda di chiarimento sul suo incontro con Meloni, mentre la «pratica a tutela» farà il suo percorso. Pinelli s’è sempre mostrato scettico su questo strumento, convinto che «il Csm non è un organo di rappresentanza politica della magistratura». Ma ora rischia di ritrovarsi schiacciato tra la pressione dei togati a difesa dell’autonomia della giurisdizione e la collaborazione («proficua e virtuosa») auspicata dal governo.

CSM

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”