nucleare conte cingolani

SCAZZO ATOMICO - L'APERTURA AL NUCLEARE DEL MINISTRO CINGOLANI, ALLA FACCIA DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA, AVEVA FATTO INFURIARE CONTE, TANTO CHE È SERVITO UN FACCIA A FACCIA ANCHE CON GLI ALTRI MINISTRI M5S PER FAR RIENTRARE IL CASO - SALVINI SOFFIA SUL FUOCO: "STUDIARE UN RITORNO ALL'ENERGIA ATOMICA DI ULTIMA GENERAZIONE, MODERNA, SICURA, PULITA E A IMPATTO ZERO È UN DOVERE" (MA GLI ITALIANI NON SI ERANO ESPRESSI CON UN REFERENDUM?)

Federico Capurso per "La Stampa"

 

roberto cingolani e giuseppe conte

Alla fine è scoppiata la pace, quasi l'amore, tra il presidente del Movimento, Giuseppe Conte, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Il faccia a faccia tra i due andato in scena ieri nell'ufficio di Cingolani era nato come un incontro chiarificatore, una sorta di ultimatum lanciato al ministro: doveva tornare sui suoi passi dopo l'apertura sul nucleare, ma anche coinvolgere i Cinque stelle nei provvedimenti futuri e appianare incomprensioni passate.

 

incontro fra grillini conte e cingolani sul nucleare 8

Insomma, la delegazione grillina - Conte in testa e i ministri M5S dietro di lui - si era presentata agguerrita all'appuntamento. Invece «ci siamo trovati allineati su ogni cosa», commentano entusiasti i ministri grillini lasciando il ministero.

 

Prima di tutto, sul nucleare. Conte ottiene da Cingolani «garanzie» sul fatto che «l'Italia non abbraccerà l'energia atomica». E poi sull'impegno per evitare il caro bollette: «Stiamo lavorando con il ministro e gli interventi che abbiamo in mente noi sono gli stessi a cui sta lavorando lui», sostiene uno dei presenti, parlando con La Stampa.

 

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Tutto alle spalle, dunque. Per Cingolani le recenti frizioni con il M5S sono frutto di «un'incomprensione». Lo ha detto anche a Conte, durante il confronto: «Non ho mai pensato al nucleare come a una tecnologia su cui l'Italia potrebbe investire - avrebbe spiegato -. Se mi fanno una domanda, io rispondo dal punto di vista tecnico e scientifico, non politico. Poi le mie parole vengono strumentalizzate».

 

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Tanto basta, al leader dei Cinque stelle, per ribadire poco dopo, di fronte alle telecamere, il suo «no al nucleare, perché è questa la scelta fatta dagli italiani con il referendum, ed è questa la sensibilità politica che esprime il Movimento 5 stelle».

 

Cingolani, prosegue il leader pentastellato, «condivide le nostre valutazioni. Discutere di nucleare significa distrarsi dall'obiettivo fondamentale che è quello di incrementare le rinnovabili».

 

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Matteo Salvini si muove invece in direzione opposta. Per il leader della Lega tornare a studiare un ritorno all'energia atomica «di ultima generazione, moderna, sicura, pulita e a impatto zero, è un dovere».

 

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Conte sbuffa, «non fatemi fare polemica», poi invita Salvini a «trasferirsi in Francia, dove hanno già il nucleare». Nel quotidiano battibecco tra Salvini e gli alleati di centrosinistra si inserisce stavolta anche il vicepresidente della Commissione Ue e commissario per il Clima Frans Timmermans.

 

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Intervistato dal Tg1, prima plaude al «lavoro veramente ottimo» che l'Italia sta facendo sulla transizione green. Poi stronca l'idea di un futuro investimento del nostro Paese sul nucleare, perché anche se «è una scelta degli Stati membri - avverte Timmermans - guardate i costi: quelli dell'energia rinnovabile sono molto bassi oggi, mentre quelli dell'energia nucleare sono altissimi». E a quanto sembra anche Cingolani ha le stesse idee.

 

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