olaf scholz giorgia meloni

SCHOLZ, IL NUOVO MURO DI BERLINO – IL CANCELLIERE TEDESCO, USCITO “DIMEZZATO” DALLE EUROPEE, RINTUZZA CHI VORREBBE LE SUE DIMISSIONI - DOPO IL VOTO, L'SPD LO HA SOTTOPOSTO A UN PROCESSO PUBBLICO, MA SCHOLZ HA RISPEDITO AL MITTENTE LE CRITICHE – IL CANCELLIERE DEVE PRESENTARE IL BILANCIO ENTRO IL 3 LUGLIO, CON I LIBERALI “RIGORISTI” INTRANSIGENTI – IN EUROPA CHIUDE LE PORTE ALLE MELONI (”È DI ESTREMA DESTRA”) 

Estratto dell’articolo di Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”

 

OLAF SCHOLZ AL G7 DI BORGO EGNAZIA

La domanda ora è se Olaf Scholz abbia mai avuto una chance di essere un buon cancelliere. Perché è indubbio che la Germania che ha ereditato si è trovata in mezzo al cataclisma. Il teorema su cui si è basata per vent’anni – export in Cina e nel mondo libero, mentre l’industria era sostenuta dal gas russo a basso costo – è andato in frantumi con l’invasione di Putin dell’Ucraina. Il governo nasceva frammentato, mentre il Paese inchiodava sulla crescita zero.

 

[…]  la differenza sta nel ritenere Scholz un uomo sfortunato o un politico mediocre. Il cancelliere è tornato da Borgo Egnazia, dove ha festeggiato 66 anni e dove la sua squadra (più Ursula von der Leyen) gli ha portato una torta a mezzanotte precisa del 14 giugno. Ma non ha mai lasciato con la testa Berlino, dove un giorno prima di partire per la Puglia ha dovuto subire un umiliante processo di partito.

 

I LEADER FANNO GLI AUGURI DI BUON COMPLEANNO A OLAF SCHOLZ AL G7 DI BORGO EGNAZIA

Per tre ore la sua linea è stata «esaminata», e lui è rimasto in sala a sentire tutti i 44 interventi. Così fuori dalle righe, quella riunione, che diversi esponenti Spd l’hanno poi ritenuta eccessiva e sbagliata.

 

Ma Scholz non sarebbe Scholz se non avesse la somma virtù del grande incassatore. E non ha battuto ciglio. Si spiega anche così, guardando agli affari di famiglia, la frase che ha detto su Giorgia Meloni al termine del G7. «Non è un segreto che Meloni sia di estrema destra. Ci sono differenze politiche che sono abbastanza ovvie e ciò significa anche che lavoriamo in famiglie di partito molto diverse».

 

MANIFESTO ELETTORALE DI OLAF SCHOLZ

Poi ha ripetuto il mantra dell’Spd e di tutto il gruppo socialista: «Quando si parla di Europa, credo che sia molto importante che il futuro presidente della Commissione possa contare sui partiti democratici tradizionali del parlamento europeo, i popolari, i socialdemocratici e i liberali».

 

Quello che a Roma è stato visto come uno sgarbo, e una chiusura a Meloni, un «no» ad accettare esplicitamente FdI tra i grandi elettori di von der Leyen, però – se letto con gli occhi tedeschi – è invece una rassicurazione al proprio partito. Una linea rossa che Scholz garantisce ai suoi che non varcherà.

 

olaf scholz giorgia meloni g7 borgo egnazia

Non c’entrano quindi i rapporti personali con Giorgia Meloni, perché a livello personale sembra esserci una chimica migliore che con Macron. Ma Scholz si muove nel suo recinto. Stasera, alla cena dei primi ministri a Bruxelles, appoggerà Ursula von der Leyen, del partito popolare. Senza entusiasmo, ma perché non ci sono alternative.

 

[…]  Mentre il peso di Berlino da mesi si diluiva nelle decisioni a Bruxelles (i tedeschi non sono per esempio riusciti a impedire i dazi alle auto elettriche dalla Cina, nonostante le producano lì anche loro), occorre ricordare che Scholz non è Merkel.

 

Non gli manca solo la favolosa abilità della cancelliera di ricomporre le controversie come in una teoria dei giochi. A Scholz manca anche quel «potere assoluto», mai esibito ma molto reale, che aveva accumulato Merkel: controllava senza sbavature il partito Cdu, il Bundestag, il governo tedesco, la Commissione Ue e sedeva di persona nel suo Consiglio. Muoveva queste leve in simultanea, in un effetto domino, finché le decisioni non si allineavano.

 

emmanuel macron olaf scholz

Da qui nasceva l’«egemonia tedesca», o meglio merkeliana sull’Europa per 16 anni. Scholz, di queste leve, non ne ha ereditata neanche una. A fatica controlla il partito. Forse Napoleone Bonaparte lo annovererebbe tra i generali «non fortunati», a cui non affidare mai il proprio esercito.

 

La Germania, però, non è la Francia. Per quanto impopolare sia il governo semaforo, per quanto l’Est sia un buco nero d’estremismo di destra, la politica tradizionale tiene. L’Afd è al 15,9% e non ha nessuna reale possibilità di arrivare al potere a Berlino. Cadesse il governo, si tornerebbe alla classica alternanza.

 

giorgia meloni olaf scholz joe biden justin trudeau g7 borgo egnazia

Scholz ha due scogli da superare. Il bilancio da presentare entro il 3 luglio, sul quale le trattative con i liberali «rigoristi» sono molto complicate. E poi le elezioni a settembre, dove nell’Est vincerà dappertutto l’Afd. Un conto è saperlo in astratto, un altro però sarà vederlo. E sarà in autunno che Scholz dovrà contenere la rivolta degli alleati e degli scontenti della Spd.

 

Due sole volte un cancelliere tedesco è stato «defenestrato». Successe a Ludwig Erhard (Cdu), il padre dell’economia sociale di mercato nel 1966, e al più carismatico dei politici Spd, Willy Brandt, nel 1974. Scholz però terrà duro. La Cdu gli sta lanciando segnali di sostegno.

 

ursula von der leyen olaf scholz

Il suo segretario Carsten Linneman ha detto che sono pronti a votare tutte le leggi d’importanza nazionale al Parlamento: larghe intese. E se il carattere e la storia personale di Scholz sono di qualche indicazione — «resistere, resistere, resistere» è il suo motto comprovato — vorrà arrivare alla fine. Per dare alla Spd una chance, tra 15 mesi, di rifare quel che con Merkel ai «compagni» riusciva bene: essere il junior partner della Grande Coalizione.

OLAF SCHOLZ volodymyr zelensky olaf scholz conferenza per la ricostruzione ucrainaOLAF SCHOLZ VOTA PER LE ELEZIONI EUROPEEOLAF SCHOLZ volodymyr zelensky olaf scholz

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”