gerhard schroder vladimir putin olaf scholz

SCHRODER HA PERSO UN’OCCASIONE PER STARE ZITTO – L’EX CANCELLIERE, DIVENTATO LOBBYSTA PUTINIANO, PARLA PER LA PRIMA VOLTA DELLA GUERRA IN UCRAINA E LA SPARA GROSSA: “È UN ERRORE, MA NON CREDO CHE L’ORDINE SIA VENUTO DA PUTIN, MA DA UN LIVELLO PIÙ BASSO” – “LA DIPENDENZA DAL GAS RUSSO? NEGLI ULTIMI TRENT’ANNI È STATA UNA LINEA SOSTENUTA DA TUTTI, NESSUNO HA FATTO OBIEZIONI, NÉ LA CDU, NÉ L’INDUSTRIA. ORA ALL’IMPROVVISO FANNO TUTTI I SAPUTELLI…”

Schroeder con Putin

Paolo Valentino per www.corriere.it

 

«Non farò alcun mea culpa. Non è roba per me». Scatenano un putiferio in Germania le dichiarazioni al New York Times dell’ex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schröder, che rivendica e difende tutte le sue scelte controverse, dall’amicizia con Vladimir Putin al mantenimento degli incarichi ben remunerati al servizio dell’industria energetica russa, al rifiuto di criticare direttamente il leader del Cremlino, condannando esplicitamente l’aggressione contro l’Ucraina.

 

È la prima volta che Schröder parla pubblicamente dall’inizio della guerra e la gravità delle sue dichiarazioni spinge perfino la copresidente della Spd, Saskia Esken, a dire che l’ex cancelliere dovrebbe lasciare il partito socialdemocratico: «Lo abbiamo più volte invitato a lasciare i suoi incarichi nelle aziende russe, ma non ha voluto seguire il nostro consiglio. Purtroppo, agisce da molti anni soltanto come un uomo d’affari. Ora dobbiamo smettere di guardare a lui come a uno statista ed ex cancelliere», ha detto Esken, secondo cui «la sua difesa di Putin dall’accusa di crimini di guerra è assurda».

schroeder gazprom

 

«L’ordine dei massacri non è arrivato da Putin»

Nel colloquio con la corrispondente da Berlino del quotidiano americano, Schröder infatti contesta con forza che a Bucha, l’esercito russo abbia massacrato i civili, come confermato anche da testimoni internazionali, sostenendo che «la cosa va indagata». E in ogni caso, ha aggiunto, «non credo che l’ordine sia venuto da Putin, ma da un livello più basso».

 

gerhard schroeder e vladimir putin

L’ex cancelliere rifiuta di ammettere alcun errore nella politica verso Mosca durante il suo cancellierato, che gettò le basi per una sempre più forte dipendenza della Germania dalle forniture di gas e petrolio russi, soprattutto con i due progetti del Nord Stream 1 e 2: «Negli ultimi trent’anni è stata una linea sostenuta da tutti, nessuno ha fatto obiezioni, né la Cdu, né l’industria. Ora all’improvviso fanno tutti i saputelli», dice Schröder in una chiamata di correo, che in effetti tocca il nervo scoperto dell’intero sistema-Germania.

 

La telefonata di Vladimir

SCHROEDER PUTIN 11

Ma qualche problema d’immagine all’inizio deve averlo avuto anche lui, stando all’aneddoto rivelato alla giornalista: il 9 dicembre 2005, tre settimane dopo aver lasciato la cancelleria, Schröder infatti esitò quando ricevette la telefonata di Vladimir Putin, che gli offriva la presidenza del consiglio di sorveglianza del Nord Stream, il gasdotto russo tedesco che passa sotto il Mar Baltico.

 

«Hai paura a lavorare per noi?», gli chiese Putin facendosi una risata. Pochi giorni dopo egli accettò l’incarico. L’ex cancelliere ricorda di aver «sempre rappresentato gli interessi tedeschi» e che anche «la Germania ha beneficiato dei miei legami con Putin», nel frattempo diventati di forte amicizia anche grazie all’adozione di due bambini russi da parte di Schröder e della sua ex moglie Doris, ottenuta grazie all’intercessione del presidente russo.

vladiimir putin dona un mazzo di fiori ad angela merkel

 

Se Mosca chiude i rubinetti del gas

Solo nel caso in cui Putin dovesse chiudere i rubinetti del gas e del petrolio verso l’Europa, così Schröder, egli si dimetterebbe dagli incarichi, nel frattempo moltiplicatisi con un posto nel consiglio di amministrazione di Rosneft e uno prossimo in quello di Gazprom: «Ma sono certo che non succederà. Non è mai successo neppure durante i peggiori momenti della Guerra Fredda».

 

Una versione però contestata dal giornale Die Welt, che stamane in una ricostruzione ricorda come durante la crisi del Muro nel 1961 e quella dei missili a Cuba nel 1962 non un solo barile di petrolio o un metro cubo di gas russo arrivarono nella Repubblica Federale. Molto controverse sono anche le dichiarazioni sulla guerra, che l’ex cancelliere si limita a definire «un errore» rifiutandosi però di citare per nome Putin e prenderne le distanze, adducendo come scusa che in questo modo «perderebbe la fiducia dell’unica persona che può terminare la guerra».

SCHROEDER PUTIN 4

 

E aggiunge: «Anche Putin è interessato a porvi fine, ma non è così facile, occorre ancora chiarire un paio di punti». Un mese fa, Schröder era stato protagonista di un tentativo di mediazione, autorizzato dagli ucraini. Ma il suo viaggio a Mosca, dove aveva parlato per alcune ore con Putin, non ha avuto alcun seguito. L’articolo del New York Times ha avuto l’effetto di una bomba a Berlino, dove critiche feroci si sono levate all’indirizzo dell’ex cancelliere, definito «una vergogna per la Germania» dal capo dei giovani cristiano-democratici Tilman Kuban.

 

La posizione di Scholz

gerhard schroeder e vladimir putin

L’imbarazzo è soprattutto interno alla Spd e lambisce anche il cancelliere Scholz, che ha già problemi di suo. Il capo del governo è infatti sotto attacco per il suo atteggiamento cauto e reticente sulle forniture di armi pesanti all’Ucraina, invocate ormai pubblicamente anche dai suoi alleati verdi e liberali.

 

schroeder gazprom 1

Intanto, il capo dell’opposizione e leader della Cdu-Csu, Friedrich Merz, ha annunciato di voler presentare una mozione in Parlamento favorevole all’invio di carri armati e altri sistemi d’arma a Kiev, offrendo un patto di collaborazione ai partiti della maggioranza, che potrebbe spaccare la coalizione. Dopo le dichiarazioni dell’ex cancelliere, il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha chiesto che l’Occidente aggiunga il nome di Schroeder alla lista delle sanzioni, poiché «egli fa parte del sistema Putin ed è corresponsabile del massacro di donne e bambini in Ucraina».

friedrich merz 2PUTIN SCHROEDERputin schroeder

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...