emmanuel macron vincent bollore silvio berlusconi stefano buffagni

LO SCOPRIREMO SOLO VIVENDI – BOLLORÉ PROMETTE BATTAGLIA SULLA NORMA SALVA-MEDIASET: IL FINANZIERE BRETONE HA MANDATO UNA LETTERA A CONTE E POTREBBE FARE RICORSO ALLA COMMISSIONE EUROPEA, D’ACCORDO CON MACRON – L’EMENDAMENTO PRO-SILVIO HA LE IMPRONTE DIGITALI DI SVARIATI GRILLINI: IN PRIMIS BUFFAGNI, CHE SCALZATO DA FRACCARO SULLE NOMINE STA INTENSIFICANDO I SUOI RAPPORTO CON I PARLAMENTARI DI “FORZA ITALIA” (E CON LETTA)

MACRON BOLLORE'

1 – SALVA-MEDIASET, IRA DI BOLLORÉ "PRONTO AL RICORSO IN EUROPA"

Leonardo Martinelli per “la Stampa”

 

Vincent Bolloré, il magnate francese presente in Italia, sia nel capitale di Tim che di Mediaset (e al centro di un'annosa battaglia giudiziaria con la famiglia Berlusconi), sta perdendo la pazienza.

 

berlusconi bollore vivendi mediaset

Vivendi (sotto il controllo di Bolloré) ha fatto recapitare una lettera al premier Conte, a Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, rispettivamente ministri dell'Economia e dello Sviluppo economico. Chiede uno stizzito «chiarimento» sull'emendamento al dl Covid definito «anti-scalata» o meglio «salva-Mediaset».

 

roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli

E minaccia una reazione dei francesi: «Vivendi non avrà altra scelta - si legge nel testo della missiva, rivelato dall'HuffPost - che fare ricorso alla Commissione europea per preservare i propri diritti». Insomma, la nuova battaglia di Bolloré potrebbe diventare politico-diplomatica, coinvolgendo l'Esecutivo Ue e Ursula von der Leyen, che vedono sconfessata dal famoso emendamento una sentenza della Corte di giustizia europea (che è a favore dei francesi).

VINCENT BOLLORE

 

E potrebbe muoversi pure Emmanuel Macron, che con Bolloré ha un filo diretto. Ieri sera Vivendi opponeva un «no comment» sulla vicenda. Fonti vicine al gruppo indicavano comunque di «non capire bene la strategia del governo italiano». Vuole assicurarsi il sostegno politico di Berlusconi? Ma certe voci sostengono pure che il Cavaliere sarebbe stato all'oscuro dell'emendamento, che pure lo rimette al centro della scena.

bollore de puyfontaine

 

Qualcuno sostiene che dentro Mediaset - dove si continua a trattare per trovare una quadra coi francesi - l'emendamento sarebbe visto perfino con fastidio, visto che al di là del clamore difficilmente potrebbe impedire ai francesi (se del caso con l'aiuto di un giudice) di votare in assemblea e dunque di contare. Dalla lettera di Vivendi traspare anche una buona dose di delusione.

 

bollore e de puyfontaine assemblea vivendi

I francesi avevano accettato le volontà di Conte e compagnia sulle strategie di Cdp sulla rete unica, dopo il via libera all'operazione da parte del Cda di Telecom del 4 agosto scorso: il frutto dei negoziati con il governo italiano di Arnaud de Puyfontaine, ad di Vivendi, l'aristocratico dai modi garbati che il «pirata» Bolloré invia costantemente al fronte. Ecco, dicono i francesi, come siamo ripagati.

BERLUSCONI DI MAIO

 

La sentenza della Corte Ue ha eliminato i tetti stabiliti della legge Gasparri, permettendo a Vivendi di riavere tutto il suo 29,9% di Mediaset (ora segregato per il 19,9% in una fiduciaria) e mantenendo il 23,9% di Tim. Mentre il nuovo emendamento (votato al Senato il 12 novembre è ora in attesa del sì definitivo della Camera) consentirebbe di aggirare la sentenza europea, fornendo nuovi poteri all'Agcom sulle scalate ai gruppi italiani dei settori media e telecom.

 

bernard arnault e arnaud lagardere

Da sottolineare: Bolloré si presenta particolarmente tonico a questa nuova battaglia. Aveva in sospeso a Parigi una querelle con Bernard Arnault sulla spartizione del gruppo Lagardère, ma sta trovando un accordo con l'altro miliardario francese. Poi si prospetta la distribuzione nel globo di 15 miliardi di dosi di vaccini. E qual è uno dei principali operatori mondiali in questo campo? La Bolloré Logistics.

 

2 – LA COLONNA GRILLINA AL LAVORO PER BERLUSCONI

Alessandro Da Rold per “la Verità”

 

YANNICK E VINCENT BOLLORE

C' è una fetta di Movimento 5 stelle, che da tempo ha iniziato un dialogo molto fitto con Forza Italia, dietro l' emendamento che garantisce nuovi poteri all' Agcom per difendere Mediaset da possibili scalate ostili. Di mezzo c' è la tenuta del governo di Giuseppe Conte, il fatto che diversi parlamentari grillini temono nuove elezioni anticipate (e l' impossibilità di candidarsi), ma forse anche un' idea che circola nelle mente di molti: la stagione del M5s si sta ormai esaurendo. I pentastellati prendono le distanze in pubblico, ma la realtà appare molto diversa.

 

STEFANO BUFFAGNI

Sta di fatto che sull' emendamento «salva Mediaset», su cu i francesi di Vivendi hanno invitato una lettera al governo per avere chiarimenti, ci sono stampate diverse impronte grilline. A quanto risulta alla Verità, infatti, a confezionare l' emendamento al dl Covid per tutelare una delle più importanti aziende italiane, è intervenuta la mano di due esponenti di spicco del Movimento 5 stelle, il viceministro al Mise Stefano Buffagni e il ministro Stefano Patuanelli.

 

gianni letta e berlusconi

Da tempo il primo, considerato una volta punto di riferimento sulle partecipate statali per i grillini, è ormai visto da molti come «un corpo estraneo nel movimento». Sarà perché lombardo, sarà perché sulle nomine è stato ormai scalzato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, negli ultimi mesi Buffagni avrebbe iniziato a parlare spesso con i parlamentari di Forza Italia.

 

riccardo fraccaro

E anzi, c' è chi lo avrebbe visto anche con Gianni Letta, storico braccio destro di Silvio Berlusconi. Del resto fu proprio il Cavaliere a raccontare nel febbraio scorso un aneddoto durante una riunione di presidenza del partito. Informò i parlamentari azzurri del «malessere» interno ai grillini, di come il Movimento si stesse liquefacendo e che i portavoce del popolo del vaffa di Beppe Grillo avessero persino chiesto di incontrarlo.

LAURA ARIA

 

Del resto Buffagni durante questo nuovo governo giallorosso è quasi scomparso dai radar, mentre ai tempi della Lega aveva un ruolo di sicuro più centrale. Ora lo è diventato di nuovo in questa fase delicata per Mediaset, un trait d' union tra il Movimento 5 stelle e Cologno Monzese. Non senza polemiche.

 

LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI

Perché il ministro degli Esteri Luigi Di Maio pare non abbia apprezzato il movimentismo dell' ex consigliere regionale lombardo, soprattutto perché essendo alla Farnesina si ritrova suo malgrado ad essere il terminale dell' irritazione diplomatica della Francia. Ma oltre a Buffagni i veri artefici dell' emendamento - presentato dalla renziana ancora nel Pd Valeria Valente - sono stati Patuanelli e Laura Aria, quest' ultima neo commissaria Agcom.

Già a luglio, quando furono eletti i nuovi commissari dell' autorità garante per le comunicazioni, gli addetti ai lavori avevano notato che il board non sarebbe stato di sicuro ostile al centrodestra.

 

macron bollore

Del resto Aria era sostenuta da Forza Italia, anche per il brillante curriculum nel mondo delle comunicazioni e per aver ricoperto durante l' ultimo governo la funzione di direttore della Direzione servizi media proprio in Agcom durante i governi di Berlusconi. I collegamenti tra l' autorità garante e il ministero non finiscono qui, anche perché Luigia Spadaro, capo segreteria del sottosegretario Mirella Liuzzi, è considerata molto vicina a uno degli assistenti della Aria, ovvero Giuseppe Bonadio.

 

Del resto il quadro della battaglia Mediaset-Vivendi non è dei più sereni dopo la recente sentenza (era settembre) della Corte di giustizia dell' Ue che ha bocciato la legge Gasparri, che impediva ai francesi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset. La situazione al momento è fluida. Ma ieri Vivendi ha ribadito quello che già era incominciato a circolare da giorni sui quotidiani. Il gruppo del finanziere bretone Vincent Bollorè vuole chiarimenti sull' emendamento al decreto sul coronavirus.

 

URSULA VON DER LEYEN

E li vuole proprio dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a cui ha inviato una lettera il 13 novembre scorso, missiva che è stata recapitata anche al ministro dell' Economia Roberto Gualtieri e allo stesso Patuanelli. Il testo è stato anticipato dall' Huffington Post. Del resto l' emendamento non è ancora diventato legge, quindi in Francia confidano in una retromarcia da parte dell' esecutivo.

 

stefano buffagni

La società diretta da Arnaud de Puyfontaine minaccia ricorsi alla Commisisone europea e ricorda proprio la sentenza di settembre della Corte, sottolineando che le barriere della legge Gasparri non sono valide. Ma oltre a questo c' è ancora da definire la strategia sulla rete unica, dove sono coinvolte Tim, Cdp e la stessa Mediaset, tavolo a cui Vivendi è stata invitata in agosto. Si tratta di una partita complessa, di cui è stata informata anche Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Sarebbe stato il governo di Emmanuel Macron a contattarla, mostrando tutta la propria irritazione per la scelta di politica industriale italiana.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)