meloni michetti salvini

SE NON CI FOSSE MICHETTI, BISOGNEREBBE INVENTARLO! IL RADIO-TRIBUNO CONTINUA A COLLEZIONARE GAFFE: “PENSO DI AVER VISSUTO IN PICCOLO QUELLO CHE HA VISSUTO ALCIDE DE GASPERI”. POI CON MATTEO SALVINI AL FIANCO DICE: “GIORGIA MELONI MI HA CANDIDATO” – BUFERA PER LE LEZIONI HITLERIANE ALLA RADIO – PAOLO CENTO, DETTO ER PIOTTA: “MICHETTI HA TRASFORMATO LE CHIACCHIERE DA BAR IN MESSAGGI POLITICI. MA ATTENZIONE…”

Fabio Martini per "la Stampa"

 

meloni michetti salvini

È una sequenza che parla da sola, racconta il personaggio meglio di ogni commento. Siamo al Tempio di Adriano - nel centro del centro di Roma, a due passi da Montecitorio - e seduti su un lungo tavolo rettangolare i capi del centrodestra italiano affiancano Enrico Michetti, candidato sindaco al Campidoglio.

 

E mentre lui parla di Roma e cerca di volare alto, la sua principale sponsor Giorgia Meloni punta lo sguardo verso lo smartphone, ma talora anche sotto il tavolo. Michetti riesce a prodursi in una delle sue proverbiali gaffes (con Matteo Salvini al fianco dice: «Giorgia mi ha candidato»), dopodiché sembra essere arrivato al dunque: «Penso che di aver vissuto quello che ha vissuto nel piccolo eh. Alcide De Gasperi».

 

salvini michetti meloni

A fronte di questa «chiamata» così impegnativa Giorgia Meloni smette persino di compulsare il telefonino e si mette a parlare sottovoce con Antonio Tajani. Michetti nel frattempo completa l'impegnativo parallelo tra se stesso e De Gasperi alla Conferenza di pace di Parigi, una di quelle citazioni «colte» che per anni ha sciorinato ai microfoni di «Radio Radio», deliziando gli ascoltatori abituati a sentire parlare di Roma e Lazio.

 

Ma proprio questo è l'arsenale di Michetti: battute da tribuno radiofonico che, trasferite fuori dal loro habitat naturale, si sono trasformate in un boomerang. Anni e anni di pillole radiofoniche, una volta riascoltate, hanno dipinto un formidabile auto-ritratto. Dall'archivio sono riemersi accenni (recenti) di negazionismo sul Covid, paragoni tra campagna vaccinale e doping degli sportivi dei Paesi dell'Est, ma soprattutto quella battuta sugli ebrei, per i quali ci sarebbe stata più pietà «perchè possedevano banche e appartenevano a lobby capaci di decidere i destini del pianeta».

 

gualtieri michetti

La comunità ebraica di Roma si è indignata, Michetti si è scusato con parole chiare, ma sono subito venute alla scoperto altre battute ambivalenti. Su Hitler: «Non è che prende d'assalto le istituzioni. Hitler arriva al potere perché il presidente gli conferisce l'incarico di cancelliere». O anche sui «miracoli» delle forze armate naziste: «Prendete la Wermacht». O sul saluto romano. Dopo due mesi di campagna elettorale si può ben dire: Enrico Michetti, 55 anni, romano, avvocato amministrativista, già docente a contratto per l'Università di Cassino, già vicino alla corrente di Gava ai tempi della Dc, si è rivelato uno dei personaggi più originali comparsi sulla ribalta politica nella Seconda Repubblica.

 

DI GIOVAMBATTISTA MICHETTI

Perché, a ben vedere, deve la sua candidatura ad un requisito che finora non era mai stato ritenuto politicamente qualificante: la (relativa) popolarità conquistata su una emittente radiofonica. Certo, a Roma le radio hanno un loro peso. Un fenomeno sociologico che l'ex deputato Verde Paolo Cento, l'anti-Michetti dell'etere romano, spiega così:

 

«Semplice: i romani trascorrono in macchina la maggior quantità di ore al mondo dopo gli abitanti di Bogotà. E c'è chi trasferisce in radio e in messaggi populisti un altro "classico" romano: la chiacchiera da bar. Altrove si va al caffè per l'aperitivo, da noi più volte al giorno si ripete: s' annamo a prende' 'n caffè? E si parla di Roma, Lazio e di politica. Michetti ha trasformato quelle chiacchiere da bar, quei luoghi comuni in messaggi politici. Ma attenzione: mai confondere la popolarità col consenso».

 

michetti bertolaso

Si potrebbe ribattezzare Enrico Michetti come il «tribuno del luogo comune»? Di certo, il mattatore di Radio Radio, Ilario Di Giovambattista, è diventato il suo ispiratore. L'altro giorno ha pungolato Michetti con un curiosissimo appello: «Enrico ritirati, non sono degni di te. Falli vincere così, è cosa loro!». Un consigliere tenuto in considerazione, assai più di quelli politici, tanto è vero che ieri pomeriggio il tribunizio Ilario ha accompagnato Michetti negli studi Rai di via Teulada per il primo faccia a faccia televisivo a «Porta a Porta» con il candidato del centro-sinistra Roberto Gualtieri.

 

Completo grigio, dopo essersi sottratto a diversi confronti diretti con gli altri sfidanti, nella sua prima televisiva Enrico Michetti non è incorso in nessuna delle sue gaffes, ha tenuto botta e, pur ribadendo il suo garbo mai aggressivo, ha attaccato lo sfidante in particolare sulle inadempienze della Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti sul piano rifiuti e sul proliferare in città degli animali selvatici.

 

enrico michetti al seggio

Ha difeso (ecco un indizio) Virginia Raggi sul piano-Expo, ha citato più volte Guido Bertolaso come suo possibile collaboratore. Certo, mentre Gualtieri indicava per ogni dossier proposte dettagliate, Michetti ha messo in fila una quantità significativa di espressioni generiche: rapidità, pianificazione, rendicontazione, classe dirigente forte, periferie belle, marchio Roma, futuro dei giovani.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."