giorgia meloni roberta metsola

SE IL PRESIDENTE INCONTRA LA PRESIDENTE – IL COMUNICATO UFFICIALE DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DOPO IL VIAGGIO A BRUXELLES RECITAVA: “IL PRESIDENTE GIORGIA MELONI HA INCONTRATO A BRUXELLES LA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO ROBERTA METSOLA E LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA URSULA VON DER LEYEN” – MIRELLA SERRI: “NON SONO STATE POCHE LE ARTISTE CHE HANNO PREDILETTO IL MASCHILE: ELSA MORANTE, C’ERA ORIANA FALLACI E PURE ALDA MERINI. LA DIFFERENZA TRA LORO E GIORGIA, POLITICA DI VAGLIA, COMUNQUE ESISTE, ECCOME...”

Mirella Serri per “La Stampa”

 

giorgia meloni roberta metsola 5

“Il Presidente Giorgia Meloni ha incontrato a Bruxelles la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen”: così recita il comunicato ufficiale della presidenza del Consiglio che riferisce dello storico incontro del premier italiano. Che è una donna ma preferisce farsi appellare al maschile mentre le sue interlocutrici vengono designate al femminile. La confusione regna sovrana. Sul sito della presidenza italiana i cittadini commentano sarcastici: “Fatevene una ragione. La cultura fluida è ufficialmente approdata nel nostro paese”.

 

giorgia meloni ursula von der leyen 3

È così? Come dobbiamo considerare la scelta del presidente Meloni, la possiamo far rientrare in una nostra tradizione culturale? “Non mi chiamate scrittrice ma scrittore!” sosteneva perentoria Elsa Morante. “Non chiamatemi la Presidente ma il Presidente”, così il capo del governo, Giorgia Meloni. Che differenza c’è tra la grandissima autrice che fu la prima donna a conquistare nel 1957 il premio Strega e la prima premier donna del governo italiano? Apparentemente nessuna.

 

ROBERTA METSOLA GIORGIA MELONI

 Tutte e due vogliono essere appellate nei rispettivi ruoli – scrittore e premier - con il genere (maschile) a cui non appartengono. Come mai? Per tradizione il maschile rappresenta gli interessi “universali”, di maschi e femmine, mentre il femminile da sempre incarna il “particolare”. Un esempio? Il suffragio universale per decenni è stato appellato così ma definiva il diritto di voto concesso solo agli uomini. Le donne che combattevano per la parità e per i loro diritti erano indignate da questa denominazione fasulla, tanto che Anna Kuliscioff, la quale condusse estenuanti battaglie perché al gentil sesso fosse concesso di votare e di essere presente in Parlamento, in maniera sarcastica lo aveva ribattezzato “il suffragio universale maschile”.

 

elsa morante

Non sono state poche le artiste che hanno prediletto il maschile: oltre Elsa Morante, c’era Oriana Fallaci e pure Alda Merini, che voleva essere chiamata poeta, e tante altre. La differenza tra loro e Giorgia, politica di vaglia, comunque esiste, eccome. La più grande scrittrice italiana del Novecento faceva delle sue donne l’emblema degli umili, degli ultimi, degli sconfitti dalla Storia e dagli uomini. La Morante denunciava che suo marito, Alberto Moravia, la rimproverava spesso per la sua “arrendevolezza” ( lei come arma di vendetta usava la scrittura come “rivolta quotidiana”). Le sue bellissime figure femminili, da Nunziata, sposa sedicenne protagonista de “L’isola di Arturo”, alla trentasettenne Ida, al centro de “La Storia”, erano l’incarnazione dell’arrendevolezza dei più poveri, delle frustrazioni e delle umiliazioni del mondo.

 

elsa morante

Al contrario, il presidente del Consiglio ha fatto del suo essere donna forte, per nulla umiliata e sconfitta, il centro della sua battaglia elettorale. “Votatemi”, è stato il suo appello, votatemi proprio perché sono “Giorgia, sono una donna, una madre, una cristiana”. E dal pulpito del suo, chiamiamolo così, “femminismo di destra” (né la Morante, né la Fallaci né Merini appartenevano a questa categoria), è partito il grido di rivolta sovranista e nazionalista. Gli elettori sono accorsi all’appello di donna Giorgia perché il suo era l’urlo di una donna che non era per nulla inferiore.

 

Alda Merini

Arrivata al potere, Giorgia scorda le sue elettrici e i suoi elettori e rivendica una diversa identità, quella maschile. Con questa scelta indica che la donna è un gradino al di sotto del maschio e questa valutazione appare come il condensato di pregiudizi misogini, di limiti e di raffigurazioni negative (il femminile inteso, secondo la tradizione, come insipienza, fragilità, arrendevolezza, scarsa intelligenza, carente controllo emotivo e chi più ne ha più ne metta).

 

oriana fallaci

Indietro tutta: eccoci di nuovo ai tempi della Kuliscioff e pure alla denuncia di Elsa Morante delle donne come dolente emblema della subalternità. Il dibattito che si è acceso sull’articolo - al femminile o al maschile? - per designare la figura della presidente non è dunque peregrino. Che fine hanno fatto i diritti delle donne? Il valore di tutte le altre donne dove è stato relegato? E le conquiste femminili non sono forse state messe da un canto con l’articolo maschile? Non c’è dubbio, oggi una donna primeggia su tutte, ma è una e una sola. Ed è solo lei, il signor Presidente.

ORIANA FALLACIAlda MeriniAlda Merini

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...