giuseppe conte

LA SECONDA ONDATA SOMMERGE PURE IL CONSENSO DI CONTE - LA NARRAZIONE DEL PREMIER ''NON SEMBRA CONVINCERE PIÙ I CITTADINI, CHE NEL QUOTIDIANO AFFRONTANO UNA REALTÀ DIVERSA DA QUELLA CHE VIENE LORO RAPPRESENTATA''. È UN PASSAGGIO DEL SONDAGGIO COMMISSIONATO DA INVESTITORI INTERNAZIONALI. I DATI SCONTANO IL GIUDIZIO SEVERO SULLA PREPARAZIONE AL RITORNO AUTUNNALE DEL VIRUS, DATO PER SCONTATO EPPURE PRESO SOTTOGAMBA

 

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera

 

giuseppe conte roberto gualtieri

La narrazione di Conte «non sembra convincere più i cittadini, che nel quotidiano affrontano una realtà diversa da quella che viene loro rappresentata». È un passaggio del report che accompagna lo studio commissionato a un istituto di ricerca italiano da investitori internazionali che operano nel comparto assicurativo. E i numeri del sondaggio riservato - elaborato nel fine settimana - rilevano per il premier il più consistente calo nell'indice di fiducia da quando guida il governo giallorosso: -3,8% rispetto a dieci giorni fa, con minimo storico del 40%, a cui si unisce la flessione di 4 punti del governo sceso al 32,5%. Qualcosa inizia a rompersi nel rapporto tra Palazzo Chigi e opinione pubblica, che all'inizio della pandemia si era stretta attorno al capo dell'esecutivo ma che ora teme di essere «abbandonata a se stessa».

 

I dati scontano il giudizio severo sulla preparazione alla seconda ondata del Covid-19. E le tensioni tra potere centrale e amministrazioni locali danno l'impressione di un processo di «deresponsabilizzazione», che innesca «un senso di disorientamento collettivo». Così perfino i messaggi rassicuranti generano un effetto boomerang, e «abbiamo riaperto la scuola» viene oggi equiparato al famoso slogan «abbiamo abolito la povertà». Il sondaggio conferma le preoccupazioni nell'esecutivo e nella maggioranza per il clima che si respira nel Paese. E che è (anche) dovuto ai ritardi nell'azione di governo, nonostante fosse prevista la seconda ondata del virus.

giuseppe conte funerali santelli

 

In particolare colpisce il deficit di gestione delle «quattro T»: tamponi, tracciamenti, terapie intensive e trasporto pubblico. C'è un motivo quindi se da tempo ormai Zingaretti - che nell'indice di fiducia paga più di quattro punti ed è accreditato del 19% - spinge Palazzo Chigi a un «cambio di passo». Il punto non sono le rilevazioni demoscopiche, ma la necessità di dotarsi di una strategia che offra garanzie ai cittadini e definisca con chiarezza con le altre istituzioni qual è - per usare un'espressione di Delrio - la «catena delle responsabilità» del sistema.

 

Perciò il leader del Pd era rimasto sorpreso per le parole con cui l'altra sera Conte aveva sbrigativamente affrontato il tema del Mes. In quel passaggio della conferenza stampa convocata per illustrare l'ennesimo Dpcm, il «fuoco amico» prodotto sul segretario dem e su Renzi aveva ricordato il modo in cui - in un'analoga circostanza istituzionale - il premier aveva attaccato i capi del centrodestra. Solo che stavolta l'affondo era avvenuto contro chi finora l'ha sostenuto. Per questo la sortita di Conte era parsa «incomprensibile e gratuita» a un autorevole ministro dem, al pari della mossa mediatica di rappresentarsi pressato nel governo da chi spingeva per il coprifuoco generalizzato, «che nessuno ha mai chiesto». In realtà l'azione del premier non era «incomprensibile».

giuseppe conte come mastrota - meme leghista

 

 Intanto si offriva come una sorta di tutor degli interessi economici. E sul Mes dava l'idea di collocarsi - con una netta scelta di campo - nell'area grillina, quasi a volerla rappresentare. Ma siccome ogni medaglia ha il suo rovescio, incassando gli elogi di M5S e dei sovranisti per qualche ora Conte è sembrato tornare il punto di riferimento della vecchia coalizione gialloverde. Ed ha innescato la reazione. I messaggi mattutini di Zingaretti e Renzi descrivevano i due leader pronti a denunciare la «grave responsabilità» che si stava assumendo il premier, e a preparare la richiesta di un «definitivo chiarimento» dopo gli Stati generali grillini di inizio novembre.

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1

E poco importava a entrambi se Conte non fosse stato capace di interpretare il pro-memoria preparatogli dal ministro dell'Economia Gualtieri, ostile al Mes e inviso al Nazareno. Sentendosi esposto, il premier ha dovuto far retromarcia, chiamare gli alleati e accettare la verifica «per il patto di fine legislatura» che voleva evitare. Perché quel patto segnerebbe la fine della one-man-band a Palazzo Chigi. Eppoi una verifica si sa come inizia ma non come finisce. Specie se viene meno lo scudo dell'opinione pubblica...

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO