SENZA IL CAV, LO SPETTRO DEL GOVERNO TECNICO INCOMBE SULLA MELONI – LA PROBABILE DEFLAGRAZIONE DI FORZA ITALIA, ORA CHE BERLUSCONI NON C'È PIÙ, RISCHIA DI COMPROMETTERE LA STABILITÀ DEL GOVERNO. LA DUCETTA È PREOCCUPATA: “I PARLAMENTARI DI SILVIO SI SENTONO SENZA PROTEZIONE. VANNO RASSICURATI, ALTRIMENTI ESPLODE TUTTO” – A INNESCARE LA MICCIA POTREBBE ESSERE BRUXELLES, SFRUTTANDO IL PASTICCIO SUL PNRR – L'IPOTESI DI UNA FUSIONE FDI-FORZA ITALIA, ANCHE PER APRIRE LA STRADA A UNA COLLABORAZIONE CON IL PPE, E LA POSSIBILE SPONDA CON SCHLEIN PER EVITARE UN “NUOVO DRAGHI”

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

silvio berlusconi giorgia meloni silvio berlusconi giorgia meloni

 

C’è uno spettro che inizia ad aleggiare su Palazzo Chigi. Una prospettiva che atterrisce Giorgia Meloni e nel più classico gioco di specchi anche la sua principale avversaria, Elly Schlein. È la nascita di un altro governo tecnico. Che, secondo una formula prudenziale, in molti definiscono «alla Draghi».

 

Perché la scomparsa di Silvio Berlusconi apre una serie di spazi che fino a due giorni fa sembravano chiusi. Soprattutto pone una sequenza di incognite. Il destino di Forza Italia appare imprevedibile. Per la presidente del consiglio anche incontrollabile.

 

silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

«I parlamentari di Silvio - è allora la principale riflessione svolta dalla premier - a questo punto si sentono senza protezione. Temono di perdere il seggio. Noi, per prima cosa, dobbiamo garantire loro che non si andrà a elezioni anticipate. Vanno rassicurati, altrimenti esplode tutto».

 

Il probabile caos dentro il partito che fu del Cavaliere è sostanzialmente inevitabile. Una galassia pronta ad esplodere e a generare una miriade di “pianetini- partitini”. E nella deflagrazione a farne le spese può essere l’esecutivo Meloni.

 

DRAGHI MELONI DRAGHI MELONI

Soprattutto se l’innesco ha un’origine esogena: ad esempio il mancato rispetto del Pnrr e il conseguente annullamento di una o più rate di finanziamento da parte dell’Ue. «Per questo sto chiedendo a Tajani di congelare la situazione il più possibile - ripete nelle ultime ore la leader di Fratelli d’Italia - deve reggere il partito almeno fino alle prossime europee».

 

[…] Il detonatore, però, non potrà mai essere interno. Meloni lo sa bene. La scossa può essere solo esterna. L’epicentro non potrà che essere a Bruxelles. Le lentezze, infatti, con cui l’Italia sta gestendo il Piano di Ripresa e Resilienza, fino ad ora apparivano come un modo per far pesare il ruolo di Roma nelle trattative con la Commissione Uee con le altre Cancellerie.

 

giorgia meloni matteo salvini silvio berlusconi al compleanno di salvini giorgia meloni matteo salvini silvio berlusconi al compleanno di salvini

Adesso stanno diventando una “occasione” per chi - anche in Europa - ritiene di poter organizzare uno sgambetto alla destra italiana e si stanno trasformando in un incubo per la squadra di Palazzo Chigi. Se, infatti, gli uffici di Ursula von der Leyen dovessero decidere a fine anno o all’inizio del 2024 di bloccare una o più tranche del Recovery Fund, la fibrillazione sarebbe pesantissima.

 

La tempesta sui mercati impetuosa. Il pressing sul governo inevitabile. Fino a due giorni fa, dinanzi a questa ipotesi, la presidente del consiglio rispondeva a tutti i suoi collaboratori con sicurezza: «Se non si può andare avanti, si torna al voto».

 

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI

Ma con un partito allo sbando come Forza Italia quella strada non sarà così agevole. Pur di non mettere a rischio il proprio seggio saranno in molti a cercare nuove sponde e a costruire progetti alternativi come i cosiddetti “Responsabili”. Un rischio ingigantito dalla possibilità che il segretario della Lega, Matteo Salvini, farà di tutto pur di non vedere definitivamente certificata la supremazia di Fratelli d’Italia. Soprattutto se la tattica meloniana comportasse l’incorporazione di fatto di Forza Italia.

 

Non a caso il vero interrogativo che si pone dinanzi alla donna di Palazzo Chigi riguarda il futuro del suo partito: una fusione con i reduci berlusconiani la metterebbe parzialmente al riparo dai probabili sconvolgimenti tellurici del mondo forzista. Aprirebbe la strada ad una collaborazione con il Ppe.

 

GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI

«Ma - è uno dei ritornelli impauriti di Meloni - dovremmo democristianizzarci». Una soluzione che non piace alla parte più radicale del suo partito e che probabilmente non convince la stessa premier preoccupata di tranciare le radici della destra missina. E allarmata da un’eventuale nascita di un soggetto politico alla sua destra.

 

Anche per questo, nel tentativo di dissolvere l’incubo del governo tecnico e allontanare il fantasma di un “nuovo Draghi”, Meloni è sicura di poter stringere con la segretaria del Pd, Elly Schlein, un patto di convenienza reciproca. Concordare fin da adesso che Fratelli d’Italia e il Pd non avalleranno mai un altro governo tecnico. E che, in caso di crisi, si tornerebbe alle urne. […]

ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - I GUAI SONO DAVVERO COME LE CILIEGIE: UNA NE TIRA UN’ALTRA. NON BASTAVA ALLA MELONA DI TROVARSI UNA MAGGIORANZA DI GOVERNO CHE FA IMPALLIDIRE I VORTICI DEL TRIANGOLO DELLE BERMUDE: LA RAI INFIAMMA LA LEGA CONTRO FRATELLI D’ITALIA, L’AUTONOMIA SCATENA FORZA ITALIA CONTRO LA LEGA, IL PREMIERATO FA SCHIFO SIA A FORZA ITALIA CHE LEGA, ETC.- ORA GLI SCAZZI DIVAMPANO ANCHE NEL SUO PARTITO - QUEL FUOCO DI PUGLIA DI RAFFAELE FITTO, CHE SOGNA DA TEMPO DI TROVARSI CASA A BRUXELLES E LASCIARSI ALLE SPALLE LE MILLE ROGNE DEL PNRR, È ANDATO SU TUTTE LE FURIE QUANDO OGGI HA LETTO SULLE PAGINE MELONISSIME DE “IL TEMPO” CHE IL SUO NOME POTREBBE SALTARE DALLA CASELLA DI COMMISSARIO EUROPEO (DI SECONDO PIANO). IN POLE C'E' LA TAPPABUCHI ELISABETTA BELLONI - MA “IO SO’ GIORGIA”, ORMAI CERTA CHE DA URSULA VON DER LEYEN OTTERRÀ AL MASSIMO UN COMMISSARIO-STRAPUNTINO ("MEDITERRANEO"), È SEMPRE PIÙ CONVINTA CHE FITTO È L’UNICO CHE PUÒ  PORTARE TERMINE LA SCOMMESSA DEL PNRR. E NELLO STESSO TEMPO EVITEREBBE, CON I DUE ALLEATI SUL PIEDE DI GUERRA, UN PERICOLOSO SUPER-RIMPASTO NEL GOVERNO…

DAGOREPORT - IL SISTEMA, PIÙ SECCO DI UN COLPO DI MANGANELLO, CON IL QUALE LA DUCETTA STA OCCUPANDO TUTTE LE CASELLE DEL POTERE NON S’ERA MAI VISTO, SOTTO NESSUN GOVERNO - UN'ABBUFFATA COMPULSIVA DI INCARICHI PER AMICI E FEDELISSIMI, SPESSO SENZA ALCUNA COMPETENZA, RIVINCITA DI UN'ESTREMA DESTRA SVEZZATA A PANE, LIVORE E IRRILEVANZA - LA PRESIDENZA DI FINCANTIERI, SEMPRE IN MANO A MILITARI O AMBASCIATORI, È STATA OFFERTA A BIAGIO MAZZOTTA SOLO PER RIMUOVERLO DALLA RAGIONERIA DELLO STATO - FABRIZIO CURCIO E' STATO SOSTITUITO ALLA PROTEZIONE CIVILE PER FAR POSTO A FABIO CICILIANO, DIRIGENTE MEDICO DELLA POLIZIA DI STATO, CHE GIORGIA MELONI HA MOLTO APPREZZATO NEL SUO RUOLO DI COMMISSARIO STRAORDINARIO PER L’EMERGENZA DI CAIVANO - A SETTEMBRE GIUSEPPE DE MITA, CARO AD ARIANNA E A MEZZAROMA, SARÀ PRONTO AD APPRODARE COME DG A SPORT E SALUTE, LA SOCIETÀ PUBBLICA CASSAFORTE DELLO SPORT 

DAGOREPORT - EIA EIA ALALA’, VENEZIA ECCOLA QUA: "IL POTERE ORACOLARE DEL CINEMA… SETTIMA ARTE O... DECIMA MUSA?" - CON L’AMPOLLOSISSIMA PRESENTAZIONE (CON PAUSE RITARDANTI E ACCELERAZIONI IMPROVVISE, PIÙ DA TURI PANDOLFINI CHE DA TURI FERRO), ABBIAMO FINALMENTE CAPITO PERCHÉ LA MELONA HA SPEDITO PIETRANGELO BUTTAFUOCO ALLA PRESIDENZA DELLA BIENNALE D'ARTE: SODDISFARE IL SUO ERUDITO TROMBONISMO DA MEGALOMANE D’ANNUNZIO SICULO-MUSULMANO - SEMMAI, CI CHIEDIAMO: PERCHÉ L’OTTIMO BARBERA, UNO DEI POCHI DIRETTORI DI SINISTRA CAPACE DI ORGANIZZARE UNA MOSTRA D’ARTE CINEMATOGRAFICA PIENA DI STAR E OTTIMI FILM, SI PIEGA AD ACCETTARE DI REGGERE PER DUE ANNI LA RASSEGNA VENEZIANA PRESIEDUTA DAL FILODRAMMATICO AEDO DELLA FUFFA CULTURALE DI DESTRA? – VIDEO STRACULT!

FLASH! – QUANTI VITTORIO FELTRI CI SONO IN CIRCOLAZIONE? DUE GIORNI FA, SU “IL TEMPO”, FELTRI1 HA ELOGIATO ROBERTO D’AGOSTINO PER IL SUO DOCU-FILM “ROMA SANTA E DANNATA”. PASSANO 48 ORE E SU “IL GIORNALE” SPUNTA IL FELTRI2 CHE, RISPONDENDO A UN LETTORE, ATTACCA DAGO PER LA POSIZIONE CRITICA DI DAGOSPIA VERSO IL GOVERNO MELONI: “SEDICENTE ESPERTI DI ARIA FRITTA”, “CORBELLERIE”, “RICOSTRUZIONI COMICHE”, “SULLA PAGINA SI RIVERSA BILE” – QUALE SARA’ IL FELTRI APOCRIFO: IL PRIMO O IL SECONDO? (MAGARI E’ SOLO UN CASO DI BIPOLARISMO SENILE)…