giuseppe conte pizza napoli

SERVIVANO LE ELEZIONI PER SCOPRIRE CHE IL SUD E' POVERO E  SENZA LAVORO - I FLUSSI ELETTORALI RACCONTANO DUE ITALIE SEMPRE MENO CONCILIABILI: IL NORD VA A DESTRA E UN SUD IMPOVERITO CHE SI E' AFFIDATO A CONTE (IN ASSENZA DI UNA VERA SINISTRA) – A NAPOLI, "ETERNA PATRIA DEI LAZZARI", PEPPINIELLO APPULO SI È PORTATO A CASA IL 42% DEI VOTI CON PICCHI DEL 64% IN QUARTIERI DISAGIATI COME SCAMPIA - MORALE DELLA FAVA: VOLETE TOGLIERE IL REDDITO DI CITTADINANZA? PORTATE LAVORO E SVILUPPO AL SUD...

Goffredo Buccini per il “Corriere della Sera”

 

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 5

Chissà se c'entra davvero la maledizione del 1799 per il massacro degli illuministi napoletani, come pensava Raffaele La Capria. O se il suo destino di eterna patria dei lazzari sia solo figlio di miserie tutte contemporanee, senza nobiltà.

 

Di sicuro, se un cittadino su due non va a votare e, tra chi vota, quattro su dieci si mostrano devoti al sussidio di Stato, Napoli si pone come caso nel caso, vera capitale d'una disunità d'Italia che da domenica mostra qualche linea di faglia più profonda.

 

Semplificando: pil e sviluppo al Nord, reddito di cittadinanza e assistenza al Sud.

REDDITO DI CITTADINANZA 9

«È la vecchia foto che riappare, con un dettaglio più drammatico: chi può, ormai, scappa dal nostro Meridione», sospira il politologo Mauro Calise. I flussi elettorali raccontano due Paesi sempre meno conciliabili, quasi in «conflitto di nazionalità», avrebbe detto Gramsci poco meno di un secolo fa. La rimonta pentastellata (dall'estinzione annunciata alla conquista del terzo polo nazionale) ha radici in un Sud spaventato e marginale, con tassi di disaffezione dalle urne patologici in Campania, Sardegna e Calabria (a San Luca d'Aspromonte, record di abbandono della democrazia, ha votato appena il 21%).

giuseppe conte a porta a porta

 

Ma proprio a Napoli la remunta da contiana ha la sua fioritura, con un 42% di consenso in città e picchi del 64% in quartieri disagiati come Scampia.

«Hanno preso tutti i collegi maggioritari, abbiamo perso undici a zero», dice lo sconfitto Stefano Caldoro, anima e memoria del centrodestra.

«Loro partivano nelle urne da un più 25% che è la base del reddito, un cemento violento, con elementi propri dell'enclave malavitosa dal punto di vista sociale», aggiunge poi, lanciando una grave accusa.

 

reddito di cittadinanza

Napoli è a sinistra rimpianta per il campo largo, di cui il sindaco Manfredi era stato espressione vincente: e dunque distilla veleni contro il segretario Pd Letta che l'ha archiviato dopo la caduta di Draghi provocata da Conte.

Ma è anche la città dove a destra perfino la trionfatrice di domenica, Giorgia Meloni, deve accontentarsi della metà dei consensi nazionali.

 

«Conte ha usato lo slogan comunicativo di maggior successo, facile, comprensibile e di applicazione immediata: reddito di cittadinanza. S' è ripreso il partito con parole d'ordine che dovrebbero essere della sinistra», medita Calise. La rinnovata dialettica Cinque Stelle-Pd pare insomma sovrapporsi alla divisione geografica del voto e all'identità stessa dell'elettorato progressista. «Destra a Nord e sinistra a Sud, se tieni a sinistra anche i Cinque Stelle, ecco la prima spaccatura», riflette Domenico De Masi, sociologo di riferimento del grillismo: «Il Pd non è più di sinistra ma dice di esserlo, i Cinque Stelle sono di sinistra ma non lo dicono: ecco la seconda spaccatura. Ora, non è che a Nord hai 30 milioni di lettori di Adam Smith e al Sud 30 milioni di seguaci di Carlo Marx.

GIUSEPPE CONTE BEATO TRA LE DONNE

 

Ma a Nord prevale il neoliberismo e il Sud si ritrova a essere keynesiano a sua insaputa. Nelle crisi si riscopre lo Stato. Il reddito di cittadinanza è stato un mood . Ma è un mood mondiale. Non è solo economia, è ideologia, vivaddio».

Sarà. Ma non appare certo semplice per chi s' accinge a governare tenere assieme una «Nuova Italia» nella quale (secondo le analisi di Paolo Perulli e Luciano Vittoretto) le élite si sviluppano soprattutto a Nord-Ovest e il Sud presenta una concentrazione massima (al 62%) di «neoplebe», «non più protetta dai sistemi assicurativi e di welfare, mescolata a fenomeni diversi come l'evasione fiscale e il lavoro nero o grigio». Luca Bianchi dice che il caso Napoli «è choccante: si sono allineate un'offerta tutta assistenziale e una domanda altrettanto di basso livello».

reddito di cittadinanza

 

Secondo il direttore di Svimez, autore di una preziosa analisi sul «divario di cittadinanza», il modello «da terremoto dell'Irpinia» non riflette una società che sta cambiando e ha elementi di vitalità «che nessuno intercetta». Può derivarne una lettura meno negativa dell'astensionismo meridionale. Un pragmatico come Antonio D'Amato, presidente della Fondazione Mezzogiorno e già leader degli industriali napoletani, ha pubblicato un anno fa un rapporto che legava lo sviluppo nazionale a quello meridionale, invocando una crescita del tasso di occupazione di almeno 15 punti in dieci anni al Sud. Era il tempo di massima spinta del Pnrr a trazione draghiana. Ora D'Amato rilancia: «Il Nord è saturo, il potenziale di sviluppo è tutto qui». Sostiene però Calise che il problema vero non siano i soldi ma chi li gestisce.

GIUSEPPE CONTE PIZZA

 

La grande fuga dei giovani cervelli meridionali è ormai inarrestabile, con la sparizione di ciò che lui chiama middle manageme n t , quei quadri intermedi che innervano un'azienda: «Come fai a investire al Sud se il middle management è andato altrove? Ti restano solo politiche redistributive». «Sì. Pesa il voto di scambio fatto coi soldi dei contribuenti», ammette D'Amato: «Ma sono anche fallite le politiche di convergenza tra il Sud e il resto del Paese. Regioni come Campania e Puglia sono state inadempienti nell'uso dei fondi strutturali, e hanno aggravato la crisi di civiltà del Sud. Abbiamo il serbatoio di intelligenze più ricco d'Europa.

 

GIUSEPPE CONTE CON IL CORNO DEDICATO 2

Ora ci vuole una visione unitaria dello sviluppo italiano se no si fa default. Meloni non ha alternative». L'Italia sarà quel che il Mezzogiorno sarà: doveva essere un auspicio quando Mazzini lo scriveva. Da Napoli, tante pagine di storia dopo, pare quasi una minaccia.

giuseppe conte. IL REDDITO DI CITTADINANZAGIUSEPPE CONTE - MEZZORA IN PIU reddito di cittadinanza alle posteREDDITO DI CITTADINANZAgiuseppe conte su chi foto sestini 1GIUSEPPE CONTE ASSAGGIA UNA PIZZAGIUSEPPE CONTE CONTRO LA MELONI SU TIKTOKgiuseppe conte in barca con i pescatori di san benedetto del tronto 2giuseppe conte 2

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...