conte 007

SERVIZI SEGRETI, MARTEDÌ LE NOMINE E IL PD VA ALL’ATTACCO DI CONTE 007 - CON LA NOMINA DI BIDEN, IL MONDO DELL'INTELLIGENCE OCCIDENTALE SI STA RIALLINEANDO. E IL MINISTRO DEM AMENDOLA ATTACCA IL “GIUSEPPI” DI TRUMP SULLA DELEGA AI SERVIZI: ‘’NELLO SCENARIO MULTILATERALE E POLITICO INTERNAZIONALE È UNA DELEGA GRAVOSA DI GRANDI RESPONSABILITÀ”. ERGO: SE VUOL MANTENERE L'INCARICO DEVE GESTIRLO IN MODO COLLEGIALE. MENTRE SULLO SFONDO RESTA LA GRANA DELLA FONDAZIONE. E SOPRATTUTTO DELLA SCELTA DEI VICEDIRETTORI               

conte vecchione

Claudio Antonelli per “la Verità”

 

Le deleghe ai servizi di intelligence sono uno di quei temi carsici che si inabissano per poi riesplodere e riemergere in superficie con violenza. Restano però sempre a portata di mano del Consiglio dei ministri di turno. Così dopo Matteo Renzi, a portare al centro del dibattito politico le deleghe ormai saldamente in mano al premier da due anni e mezzo è stato ieri il ministro degli Affari Ue, Enzo Amendola.

 

enzo amendola karima moual

Intervenendo a Omnibus ha fatto barba e capelli all'avvocato del popolo. «Confermando l'amicizia e il rispetto nei confronti di Conte», ha detto l'esponente pd, «credo che la delega sui servizi segreti sia un onere molto grande per il presidente del Consiglio, su quello aprirei una riflessione, non per mancanza di fiducia ma perché sappiamo bene che nello scenario multilaterale e politico internazionale è una delega gravosa di grandi responsabilità, una riflessione la farei», ha concluso aprendo uno scenario interessantissimo.

 

trump conte

Da un punto di vista politico e pure tecnico. Innanzitutto, ha fatto capire che non parla per sé, ma per conto del Pd. Dunque non solo ha sfilato la palla sul coordinamento dell'intelligence dalle mani di Renzi, che in questi giorni ha bombardato il governo con il chiaro intento di minacciare cadute o rimpasti in cambio di un maggiore peso decisionale, anche e soprattutto su questi tavoli.

 

Non solo. Amendola ha elevato la questione da un terreno più provinciale a uno schema internazionale. Il riferimento all'impegno costante su scenari geopolitici in via di definizione porta chiaramente agli Usa di cui il ministro assieme al collega della Difesa, Lorenzo Guerini, è un grande sostenitore sempre nell'ambito delle logiche Nato. Ne segue che una fetta del Pd è consapevole di dover riallineare le strategie guardando tra Bruxelles e Washington. Tradotto, spostando l'asse più lontano da Pechino.

LORENZO GUERINI GIUSEPPE CONTE

 

La richiesta di mollare le deleghe è quindi spiegata con la necessità di riposizionare il governo, non tanto e forse non solo con l'idea di riassegnare letteralmente le deleghe. In pratica il Pd sta facendo capire a Conte che se vuol mantenere l'incarico deve gestirlo in modo collegiale e non come ha fatto fino a oggi.

 

Gli episodi anomali sono numerosi: si va dal caso Mifsud, fino al blitz per cambiare le norme sui rinnovi dei vertici e da ultimo il tentativo di inserire in un decreto la nascita della fondazione sulla cybersecurity senza aver condiviso la mossa con gli altri ministri né con il Copasir.

 

renzi biden

Proprio quest' ultimo tema aiuta a comprendere che dietro la battaglia politica e la mossa strategica del Pd ci sono tre questioni pratiche e logistiche su cui la maggioranza non ha certo finito di scannarsi. La fondazione sulla cyber non è infatti saltata del tutto.

 

Nonostante Iv e Pd abbiano ottenuto di stralciare il comma dal decreto in sede di cdm, Conte sta lavorando fattivamente alla stesura di un decreto apposito. Vedremo se insisterà nel lasciare gran parte degli ambiti in mano al direttore del Dis, Gennaro Vecchione, appena rinnovato durante un cdm notturno, oppure costruirà uno schema più simile a quello disegnato dal precedente direttore, Alessandro Pansa.

 

caravelli

Ciò consentirà un ruolo del Parlamento, delle altre agenzie e delle istituzioni pubblico-private. D'altronde tutti i partiti sono consapevoli che anche il nostro Paese deve dotarsi di una tale fondazione, altrimenti correrà il rischio di ritrovarsi a ruota dell'Europa, che ha affidato alla Romania l'incarico di dare vita al cyber security center.

 

mario parente

In poche parole senza direttive nostrane, ci troveremmo a muoverci dentro un perimetro disegnato su misura per le aziende francesi e tedesche. L'urgenza di trovare una soluzione potrebbe indurre Conte a più miti consigli. Anche perché i partiti di maggioranza hanno fatto notevolmente pesare al premier il rinnovo di Vecchione, chiedendo di fatto di condividere in modo collegiale la scelta dei nomi dei vicedirettori.

 

La scorsa settimana la lista sembrava pronta. Poi è successo qualcosa e le nomine non si sono perfezionate. Sono attese adesso in occasione dell'ultimo cdm del 2020, quando sarà deciso anche il prossimo comandante generale dell'Arma. Sul tema bollente dei vicedirettori si sommano due problemi. Non tanto i nomi, ma i posti.

 

Annalisa Chirico Roberto Baldoni

Al momento si tratta di sostituire tre vice, mentre il governo vorrebbe piazzarne quattro. Per questo in molti avevano letto l'avvio della fondazione come un modo per dare un incarico a Roberto Baldoni (sentito ieri dal Copasir proprio sul tema della fondazione) e liberare un quarto posto, oltre ai due liberi all'Aise e a quello dell'Aisi.

 

Insomma, Conte ha pochi giorni per fare marcia indietro, accettare le indicazioni del Pd, accontentare anche Iv e 5 stelle senza però perdere la faccia. Chiaramente il premier ha capito di essere alle strette. Con la nomina di Joe Biden, il mondo dell'intelligence occidentale si sta riallineando.

 

gennaro vecchione raffaele volpi

Le nomine nostrane devono tenerne conto, ma al tempo stesso il premier non può permettersi di stravolgerle in modo palese. Non vorrebbe certo dover ammettere di essere stato commissariato. Sebbene le parole di Amendola pronunciate ieri mattina in tv siano di fatto un commissariamento.

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…