de bortoli draghi

SI FA PRESTO A DIRE RECOVERY - DE BORTOLI METTE IN FILA GLI OSTACOLI CHE IL GOVERNO DOVRA' SUPERARE PER ATTUARE IL PIANO DI RIPRESA E RESILIENZA: "NON DOVREMMO PERDERE TEMPO SU POLEMICHE INUTILI COME QUELLA SUL CODICE DEGLI APPALTI O SUL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI. C'E' LA QUESTIONE DELLE LIBERALIZZAZIONI. BRUXELLES VOLEVA LA CANCELLAZIONE DEGLI ORDINI PROFESSIONALI. RESPINTA - SONO STATI PRESI IMPEGNI PER UNA MAGGIORE CONCORRENZA NEI MERCATI DEL GAS E DELL'ELETTRICITÀ E PER L'ALLARGAMENTO DEI POTERI DELL'ANTITRUST - IL CAPITOLO DEI SERVIZI MUNICIPALI"

Ferruccio De Bortoli per "l'Economia - Corriere della Sera"

 

FERRUCCIO DE BORTOLI

Forse non ci siamo capiti. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) non va avanti per inerzia. Non ha una sua folgorante autonomia. Una volta consegnato il compito a Bruxelles, in attesa del voto che arriverà entro la fine del prossimo mese, non possiamo permetterci il lusso di comportarci come studenti che hanno prodotto il loro sforzo e attendono con trepidazione il risultato dell' esame.

 

Peraltro, non si coglie alcuna fervente attesa. Come se il responso fosse dovuto. Come se fossimo in perenne credito verso l' Unione europea e non in una condizione debitoria da osservati speciali. Poi non dobbiamo lamentarci dei tanti pregiudizi e nemmeno, visto il ritorno drammatico della questione migranti, dei troppi partner che se ne lavano le mani. «Vi abbiamo dato tanti soldi, ora arrangiatevi con gli sbarchi». La sostanza, purtroppo, è questa.

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

 

Se vi fosse una maggiore consapevolezza dell' enorme posta in gioco, della qualità delle nostre vite e soprattutto di quelle delle prossime generazioni, non perderemmo tempo prezioso in inutili polemiche. Come quella sul codice degli appalti, modificato negli ultimi cinque anni ben 547 volte con 28 leggi. Di fatto il codice non esiste più, come ha notato Giorgio Santilli sul Il Sole 24 Ore.

 

O la diatriba su due mesi di proroga del blocco dei licenziamenti che non ha impedito di perdere già nel 2020 mezzo milione di posti. Qualcuno si illude che la misura sia procrastinabile in eterno. Come se i posti di lavoro si conservassero in frigorifero. A bassa temperatura. E il problema centrale non fosse la riqualificazione dei lavoratori. Indispensabile per tantissimi profili. Anche delle imprese che vanno bene.

 

MARTA CARTABIA

La dignità di chi lavora non si rispetta affatto nelle casse integrazioni a perdere ma nell'accompagnamento attivo a una nuova occupazione. Nel dire la verità, anche quando è scomoda, ma con tutte le necessarie garanzie. Così il lavoro è un diritto. E le imprese, da parte loro, forse dovrebbero coraggiosamente opporsi alla gratuità della cassa integrazione Covid che pesa su tutti i contribuenti.

 

Non si avverte nessuna tensione sulla praticabilità dell'iter parlamentare dei tanti provvedimenti legislativi previsti dal Pnrr. Eppure qualche preoccupazione sull'ingorgo legislativo dei prossimi mesi è legittima. Solo le riforme cosiddette abilitanti, ovvero gli «interventi funzionali a garantire l'attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali, che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati», sono ben 48. Da approvare in un anno e mezzo.

DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI

 

Le altre sono quelle settoriali, all'interno delle sei missioni del Pnrr, oltre a quelle «orizzontali e di contesto», cioè trasversali. E non è finita. Vi sono altre misure, esterne al perimetro del Piano - come la riforma fiscale o il potenziamento del sistema degli ammortizzatori sociali - che sono giudicate «concorrenti alla realizzazione degli obiettivi generali».

 

Il governo appare determinato. La sintesi politica fra le diverse e contrastanti anime della maggioranza non è sempre agevole. Lo dimostra il decreto semplificazioni, arrivato in tempo, come promesso entro la fine di questo mese, ma con lo stralcio degli aspetti sui quali vi è stata la maggiore fibrillazione. Alcune misure e alcuni tempi non sono, come ha ripetuto più volte il premier, negoziabili.

 

URSULA VON DER LEYEN MARIO DRAGHI

È arrivato puntuale anche il provvedimento sull' intera governance del Pnrr dal quale si deduce come funzionerà la cabina di regia, quale sarà il ruolo del ministero dell'Economia e della Ragioneria generale. Ma è chiaro che nell'esecuzione dei progetti molto dipenderà dal grado di preparazione dei singoli ministeri. Diverse velocità sono prevedibili. L'importante è rispettare il cronoprogramma, fittissimo.

 

In arrivo anche le assunzioni veloci nella pubblica amministrazione con il coinvolgimento degli ordini professionali. I tempi stretti possono avere conseguenze negative sulla qualità delle scelte e sul criterio dell'equità (specie per i concorsi)? Sì, inutile nasconderselo. La velocità di esecuzione delle opere avrà come contraltare una minore impermeabilità a infiltrazioni criminali (negli appalti) o a fenomeni di concussione e corruzione?

giancarlo giorgetti mario draghi stefano patuanelli luciana lamorgese roberto garofoli marta cartabia

Non è escluso. Ma, d'altra parte, la trasparenza e i controlli europei dovrebbero premiare competenza e onestà. Una luce più forte a difesa della legalità.

 

Speriamo. Nella lunga ed estenuante trattativa preliminare alla redazione del Pnrr, Bruxelles ha molto insistito sulla riforma della Giustizia: processo penale, civile, ordinamento giudiziario, funzionamento del Csm. La ministra, Marta Cartabia, ha avvertito che se dovesse saltare, l'intero impianto di sussidi e prestiti del Pnrr verrebbe a cadere. È una riforma abilitante. Poche le reazioni. Sono leggi delega, per fortuna, ma su temi sui quali i contrasti sono atavici, a partire dalla prescrizione. Contrapposizioni decennali che dovrebbero magicamente ricomporsi in pochi mesi.

 

L'attenzione è soprattutto sui tempi del processo civile. Secondo i dati del 2019 per il primo grado occorrono in media 527 giorni; per l'appello 865 giorni, otto volte il dato tedesco; per la Cassazione 1.266 giorni, cioè 7 anni e mezzo. Bruxelles chiedeva di ridurre i tempi del secondo grado, a fine periodo del Pnrr, a 100 giorni come in Germania.

 

Cassazione

Si sono accontentati di 300. Nel Pnrr si legge, sempre a proposito di Giustizia che «per i tre progetti di riforma il governo ha richiesto la trattazione prioritaria che ne comporterà la calendarizzazione per l'esame dell' aula entro giugno 2021». Cioè domani mattina.

Altro tema di cui non si parla o si parla poco è quello delle liberalizzazioni. Bruxelles voleva di fatto la cancellazione degli ordini professionali. Respinta.

 

Avremmo assistito a moti di piazza. Ma sono stati presi degli impegni di portata storica che riguardano una maggiore concorrenza nei mercati del gas e dell'elettricità (obbligatorietà delle gare d' appalto, eliminazione dei prezzi regolamentati, solo per fare due esempi) spostati un po' più in là, nel 2024 e 2025. Quale sarà il governo che dovrà farli rispettare? Avranno l'onestà i partiti di ricordarli nella prossima campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento o faranno finta di niente?

sede antitrust roma

 

Poi c'è la liberalizzazione delle concessioni portuali, non una cosa da poco. E, ancora, l'allargamento dei poteri dell' Antitrust per il controllo delle concentrazioni. Ci sarebbe anche il capitolo dei servizi municipali, dei limiti alle cosiddette partecipazioni in house. La riforma dei servizi pubblici locali non riguarderà, come aveva chiesto Bruxelles, il servizio idrico, ma ci troviamo comunque di fronte a una rivoluzione annunciata nelle gestioni comunali.

 

Chissà se questi temi verranno discussi nella prossima tornata per l' elezione dei sindaci a Milano, Napoli, Roma, Torino. Argomento noioso. Da rimuovere. Certo nel 2025 gran parte dei soldi del Next generation Eu sarà stato erogato ma se gli impegni presi non verranno rispettati sarà assai difficile risedersi a un tavolo europeo e sostenere la necessità di emettere debito comune. C' è un futuro oltre il Pnrr, ma noi siamo concentrati sui consensi immediati, il semestre bianco, il prossimo voto. Cioè domani. Dopodomani è un altro secolo.

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…