assad putin khamenei siria iran russia

LA SIRIA È IL TASSELLO CHE PUÒ FAR CROLLARE LO SCACCHIERE MONDIALE – ETTORE SEQUI: “BISOGNA CONSIDERARE LE MOSSE DEI DUE GRANDI SCONFITTI DELLA CADUTA DI ASSAD: IRAN E RUSSIA. TEHERAN PERDE UN ALLEATO STRATEGICO, VEDE FRANTUMARSI LA MEZZALUNA SCIITA. PER MOSCA ORA È A SERIO RISCHIO LA BASE NAVALE RUSSA A TARTUS IN TERRITORIO SIRIANO, SNODO CRUCIALE PER LA PROIEZIONE MILITARE DELLA RUSSIA NEL MEDITERRANEO ORIENTALE” – DALLA PRESSIONE MIGRATORIA AL TERRORISMO, ANCHE L’ITALIA DEVE PREOCCUPARSI

Estratto dell’articolo di Ettore Sequi per “la Stampa”

 

STATUA DI HAFIZ AL ASSAD (PADRE DI BASHAR) PRESA A CALCI DAI RIBELLI SIRIANI A DAMASCO

Il conflitto in Siria è uno dei segmenti della "policrisi" di questi ultimi anni, un intreccio di crisi che si amplificano reciprocamente, con effetti che si estendono ben oltre la regione d'origine. La crisi siriana è un esempio eloquente di come i conflitti regionali possano trasformarsi in crisi globali, colpendo anche attori non direttamente coinvolti. Tra di essi, l'Italia non è al riparo dalle conseguenze di questo conflitto, soprattutto se consideriamo le possibili mosse future dei due grandi sconfitti della crisi siriana: Iran e Russia.

 

bashar al assad con vladimir putin

Innanzitutto l'Iran. La caduta di Assad è un rovescio catastrofico per Teheran, che perde un alleato strategico, vede frantumarsi l'Asse della Resistenza e interrompersi la Mezzaluna Shiita, zona di influenza e continuità territoriale attraverso Yemen, Iraq, Siria e Libano. La Siria è persa e con essa il corridoio logistico verso Hezbollah in Libano, fulcro e bastione avanzato della strategia iraniana contro Israele e strumento del sogno iraniano di egemonia regionale. […]

 

Il risultato, gravissimo per la Repubblica Islamica, è che Israele ora rafforza la sua posizione di potenza dominante in Medio Oriente. A Teheran cresce dunque la tentazione di accelerare il completamento del programma nucleare iraniano, per poter ripristinare una deterrenza strategica in chiave anti israeliana. […]

 

KHAMENEI - ASSAD - NASRALLAH

Per Mosca, la caduta di Assad mette a serio rischio la base navale russa a Tartus in territorio siriano, snodo cruciale per la proiezione militare della Russia nel Mediterraneo orientale. Qualora perdesse Tartus, al fine di mantenere una efficace influenza mediterranea, Mosca dovrebbe rafforzare la propria presenza navale in Libia, ove già sostiene il generale Haftar e dispone di forze militari in Cirenaica.

 

Del resto, già durante la guerra civile libica nel 2019-2020, i russi trasferirono, a sostegno di Haftar, mercenari, armi ed equipaggiamenti dalla Siria alla Libia, utilizzando la base aerea siriana di Hmeimim. Un rafforzamento russo in Cirenaica causerebbe tuttavia una reazione della Turchia, che mantiene una presenza pervasiva in Tripolitania e potrebbe decidere di aumentarla, a scapito degli interessi italiani in Libia.

 

bashar al assad con vladimir putin

Gli eventi in Siria trasmettono inoltre un messaggio eloquente ai regimi africani alleati della Russia, alimentando dubbi sulla capacità di Mosca di assicurare la sopravvivenza dei suoi partner. Ciò preoccupa le fragili autocrazie del Sahel che hanno finora fatto affidamento sulle milizie russe per consolidare il proprio potere.

 

È plausibile che, per contrastare questa percezione di debolezza, la Russia possa adottare un atteggiamento più aggressivo nel continente africano, cercando di rafforzare la propria influenza in un'area critica per il passaggio dei flussi migratori diretti in Europa e, quindi, in Italia.

 

ASSAD E KHAMENEI

Per Mosca e Teheran mostrare i muscoli può essere una scelta necessaria. Le autocrazie non possono permettersi di trasmettere una immagine di debolezza, poiché la loro sopravvivenza si basa sull'immagine di potenza che sono capaci di proiettare, all'esterno come all'interno. Ciò che spesso conta, soprattutto per questi regimi, non è la realtà, ma la percezione della realtà. L'apparenza di forza non è un lusso, ma una questione di sopravvivenza.

 

[...]

 

vignetta di bashar al assad che scappa dalla siria con i soldi

Innanzitutto, la situazione in Siria potrebbe scatenare una nuova ondata migratoria verso i Paesi della regione e verso l'Europa e, dunque, anche verso l'Italia. Inoltre, la presa di potere da parte di un gruppo legato, almeno alla sua origine, ad Al Qaeda, potrebbe destabilizzare ulteriormente il Medio Oriente e sollevare preoccupazioni sulla possibile espansione dell'estremismo e sull'aumento delle minacce terroristiche sia a livello regionale che internazionale.

 

Il pericolo di un Iran nucleare, una Russia più aggressiva nel Mediterraneo, in Libia e in Africa, la pressione migratoria legata alla crisi siriana o all'azione russa in Africa, una possibili recrudescenza del terrorismo sono questioni che riguardano direttamente il nostro Paese. Per l'Italia, affrontare questi scenari con la consapevolezza dei rischi è una priorità e un interesse cruciale.

 

idlib siria putin assad

Il nostro Paese, in quanto attore primario nel Mediterraneo allargato e in Africa deve saper giocare un ruolo di primo piano nei processi internazionali che delineeranno il post-Assad e non deve restare escluso dai formati ristretti che, inevitabilmente, definiranno il futuro della Siria. Ogni soluzione, positiva o negativa, si ripercuoterà, direttamente o indirettamente, anche sull'Italia. Il ruolo della nostra diplomazia sarà fondamentale.

siria, festeggiamenti a damasco dopo la caduta del regime di bashar al assad foto lapresseBASHAR AL ASSAD ABBRACCIA ALI KHAMENEI

 

bashar al assad

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”