di maio salvini siri conte

LA SITUAZIONE E’ GRAVE MA NON SIRI - OGGI IN CONSIGLIO DEI MINISTRI CONTE PROPORRÀ LA REVOCA DEL SOTTOSEGRETARIO INDAGATO PER CORRUZIONE, DI MAIO E BONAFEDE IN PRESSING: “LASCI” - SALVINI FA MURO “SE I CINQUESTELLE VOTERANNO LE DIMISSIONI DI SIRI SENZA PROVE SE NE ASSUMERANNO LE RESPONSABILITÀ” - I GRILLINI SONO CONVINTI CHE QUESTO SIA "LO SPARO DI SARAJEVO": UN PRETESTO DEL LEADER LEGHISTA PER APRIRE LA CRISI…

Simone Canettieri per il Messaggero

 

 

SIRI CONTE

L' ultimo appello del M5S a Matteo Salvini sul caso Siri è arrivato addirittura dal ministro della Giustizia. Alfonso Bonafede con parole liftate ha detto: «La politica si prenda le proprie responsabilità di carattere etico che non devono avere nulla a che fare con il percorso della giustizia». Traduzione: per il Guardasigilli grillino la Lega non può - come vorrebbe - aspettare un eventuale rinvio a giudizio per mettere «in panchina» il sottosegretario indagato per corruzione. Dunque, deve farlo dimettere prima.

 

Prima di questa mattina. Anzi, prima delle 9.45, quando il Consiglio dei ministri dovrà affrontare anche la revoca di Siri, annunciata dal premier Giuseppe Conte.

Matteo Salvini però non arretra.

 

La sua linea (e quella dei ministri della Lega) è: «Facciamo la battaglia sui principi e non sugli uomini». Avverte infatti il vicepremier: «Se i Cinquestelle voteranno le dimissioni di un sottosegretario senza prove se ne assumeranno le responsabilità».

ARMANDO SIRI MATTEO SALVINI

I grillini sono convinti che il caso Siri sia «lo sparo di Sarajevo»: un pretesto di Salvini per aprire la crisi.

 

Ecco perché ieri pomeriggio alla Camera, in una giornata densa di arresti e scossoni per la politica, è andata in scena una conferenza stampa molto dura contro la corruzione. Prima Bonafede ha premesso di non voler commentare «le inchieste in corso», salvo mandare, appunto, un messaggio all' alleato di governo. Poi è toccato, molto più diretto, a Luigi Di Maio. Premessa del vicepremier e capo pentastellato: «Tangentopoli non è mai finita. Voglio fare un appello all' unità: alziamo un muro contro la corruzione anche nel modo di gestire le proprie forze politiche. Chi sbaglia è fuori. Zingaretti metta fuori Mario Oliverio (governatore dem della Calabria indagato), FI espella i suoi esponenti, FdI faccia chiarezza».

 

ARMANDO SIRI

LA SCOSSA Un preambolo, per Di Maio, prima di arrivare al nocciolo di una questione che «si poteva chiudere in tre ore» e che invece ancora non si è risolta: «Il 70% degli italiani vuole che Siri vada a casa.

 

Allora o sbagliano tutti gli italiani o sbaglia Salvini perché anche alcuni parlamentari della Lega mi hanno detto in questi giorni che avrebbero preferito le dimissioni del sottosegretario». Il rischio che si profila - anche se la revoca è un atto unilaterale del premier - è quello di una conta interna all' esecutivo. E qui Di Maio si fa sottile: «I numeri sono noti a tutti, no?». Come dire: se ci dovremo contare vinceremo noi. La legge prevede che la proposta arrivi dal presidente del Consiglio di concerto con il ministro competente, Danilo Toninelli, «sentito» il Cdm. Ed è questo il teatro di uno scontro che i vertici M5S vorrebbero evitare a tutti i costi al motto non apriamo la crisi su Siri.

 

Matteo Salvini, invece, passa la vigilia di questo possibile show-down rimarcando come la vicenda del sottosegretario alle Infrastrutture sia solo l' ultima di una serie di divisioni con gli alleati. Non a caso, dice il leader della Lega: «Mi sembra evidente, non solo su questo, su Tav, su Autonomia, c' è diversità di vedute».

 

siri salvini

E così annuncia che questa mattina porterà sul tavolo di Palazzo Chigi la flat tax: «Prima si fa e meglio è - ha aggiunto- è chiaro che bisognerà stringere i denti all' inizio, ma nel medio lungo periodo i risultati si sentono, anche in termini di lotta all' evasione. Chiunque voglia combatterla non lo fa soltanto con le manette ma lo fa anche abbassando le tasse». Colpo su colpo insomma. Perché poi dal M5S arriva questa risposta a proposito della tassa piatta (cavallo di battaglia, tra l' altro, di Siri) non proprio conciliante: «È una farsa non può portare un decreto senza che il Quirinale ne sappia nulla: inoltre mancano le coperture». La guerra di veline dura così fino a sera. In attesa della riunione di questa mattina.

 

giuseppe conte armando siri

Nel frattempo entrambi i due partiti (e governi) sembrano voler andare fino in fondo su Siri. Il capo grillino: «Sarebbe anche ora di dare qualche spiegazioni sul mutuo fatto con la banca di San Marino: tutti gli italiani provano a farlo ma nessuno lo fa senza dare garanzie. Il tema non è il mutuo in sé ma le garanzie». Risposta leghista: «Siete squallidi».

L' unica tregua è sul caso Lombardia. Il governatore Fontana si deve dimettere? «Aspettiamo - dice Di Maio - le valutazioni del magistrato».

tria di maio salvini contedi maio conte card reddito

 

ARMANDO SIRIarmando siri 2danilo toninelli armando siriarmando siri 4ARMANDO SIRI

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."