mario draghi

SOGNO O SONDAGGIO? DOPO L’AUTOCANDIDATURA DI DRAGHI AL COLLE CALA DI 4 PUNTI IL GRADIMENTO DEL GOVERNO (CHE RESTA COMUNQUE ALTO A QUOTA 59) TRE PARTITI IN SOLI DUE PUNTI. PD IN TESTA, LA LEGA SUPERA LA MELONI. I 5 STELLE QUARTI (IN RIPRESA) - IL CENTRODESTRA, COMPOSTO DA LEGA, FDI E FI, CON IL 47,6% È NETTAMENTE MAGGIORANZA NEL PAESE. IL CENTROSINISTRA "TRADIZIONALE" È FERMO AL 31,2%. IL CAMPO LARGO DI LETTA E' A CORTO DI VOTI...

Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera

 

 

MARIO DRAGHI

Lo scenario politico di fine anno mostra qualche segnale di cambiamento rispetto al mese di novembre. Iniziamo degli orientamenti di voto. Il dato più significativo è rappresentato dalla diminuzione dell'«area grigia» costituita da astensionisti e indecisi che torna al di sotto del 40%, attestandosi al 39,5 (-2%).

 

Cambia anche la graduatoria dei partiti, con il controsorpasso per il secondo posto della Lega (20,1%, in aumento di un punto) su FdI (18,8%, in flessione di un punto), mentre il Pd si conferma in testa con un dato stabile (20,7%). Ma una distanza di due punti tra il primo e il terzo partito è statisticamente poco rilevante e l'istantanea odierna non autorizza né entusiasmo né sconforto tra i loro elettori. Al quarto posto il M5S con il 16,4%, in aumento dello 0,9%, seguito da Forza Italia con l'8,7%.

 

draghi letta

Gli altri partiti si attestano tutti sotto il 3% e alcuni di questi, in vista delle prossime elezioni, potrebbero essere indotti ad aggregarsi per poter superare la soglia di sbarramento del 3% nel futuro Parlamento che, è bene ricordarlo, sarà ridotto di un terzo dei suoi componenti.

 

Passando dagli orientamenti di voto per il singolo partito alla stima delle preferenze per le possibili coalizioni, il centrodestra, composto da Lega, FdI e FI, con il 47,6% prevale nettamente sul centrosinistra «tradizionale» (31,2%) e sulla possibile alleanza giallorossa (rappresentata dalle forze che hanno sostenuto il governo Conte II con l'esclusione di Italia viva) che si attesta al 40,1%, mentre una poco probabile coalizione comprendente tutti i partiti che si collocano tra Sinistra italiana e Azione farebbe registrare un pareggio con il centrodestra.

 

mario draghi 2

Riguardo al gradimento dei leader, le variazioni di maggiore rilievo riguardano Conte e Berlusconi. Il primo, pur rimanendo il più popolare, risulta in calo di quattro punti (da 43 a 39) a seguito, come già osservato, del consolidamento del proprio ruolo di leader del M5S che ha determinato la significativa perdita del consenso trasversale derivante dalla precedente immagine istituzionale; la flessione di Berlusconi (da 31 a 28) è da attribuire alle voci sulla possibile candidatura a capo dello Stato che, sebbene auspicata da una quota tutt' altro che trascurabile di elettori del centrodestra, radicalizza le opinioni: in altri termini, rispetto a questa eventualità, Berlusconi non incrementa significativamente il consenso tra il proprio elettorato e suscita contrarietà in una parte di quello a lui non distante né tampoco ostile.

 

Nel complesso i singoli leader faticano ad essere apprezzati da elettori non appartenenti al proprio partito e all'area politica di riferimento. È pur vero che in tempi recenti, con l'eccezione dei due Mattei (Renzi tra il 2014 e il 2015 e Salvini tra il 2018 e prima del Papeete nel 2019), non sono emerse personalità in grado di essere apprezzate dalla maggioranza degli italiani. Ciò può dipendere anche dall'anomalia della stagione attuale - caratterizzata da un governo di larghe intese - e dalla figura dell'attuale presidente del Consiglio che si è imposto sulla scena pubblica relegando in secondo piano gli esponenti politici.

mario draghi

 

E, a proposito dell'apprezzamento dell'operato del governo e del premier, il sondaggio fa registrare un arretramento rispetto ai dati di novembre, infatti l'indice di gradimento dell'esecutivo è in diminuzione di quattro punti (da 63 a 59) e quello per il presidente Draghi di due punti (da 64 a 62). Si tratta pur sempre di un consenso elevato, ma nelle ultime settimane sono affiorati motivi di insoddisfazione da ricondurre principalmente a due fattori: le preoccupazioni per il crescente numero dei contagi e la frustrazione per non poter trascorrere le festività natalizie come i cittadini avrebbero sperato.

 

draghi

Questi atteggiamenti generano sia pure minoritariamente, qualche dubbio sulle misure di contrasto adottate. Inoltre, il calo di consenso può essere attribuito all'iter di approvazione della legge di Bilancio che non è stato privo di contrasti all'interno della maggioranza e tra il governo e le parti sociali, basti pensare allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil (ma non dalla Cisl). Dopo le festività natalizie si entrerà nel vivo dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica ed è molto probabile che il clima politico sia destinato a surriscaldarsi e possa avere conseguenze di rilievo sulle opinioni dei cittadini, a partire dalla fiducia per le prospettive economiche e sociali del Paese.

conferenza stampa di fine anno di mario draghi 2

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?