i meme sulle regionali in umbria - speranza - zingaretti - bianconi - di maio - conte

SOGNO O SONDAGGIO? – LA DISFATTA UMBRA È UNO SCHIAFFO AL GOVERNO GIALLO-ROSÉ: IL PD E IL M5S CROLLANO ENTRAMBI NELLE INTENZIONI DI VOTO SOTTO IL 18% - LA LEGA AL 34,3% CRESCE DI 3 PUNTI, I GRILLINI SCENDONO AL 17,9 E I “DEM” AL 17,2% - IL GRADIMENTO SU “GIUSEPPI” È STABILE NONOSTANTE IL RUSSIAGATE E LE FATTURE. IL PARTITINO DI RENZI… – I NUMERI DI PAGNONCELLI

Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”

 

JOKER INFILTRATO NELLA FOTO DI NARNI

Le elezioni regionali umbre sono state precedute da un clima di grande attesa e seguite dalla consueta netta contrapposizione tra chi considera il risultato un giudizio sul governo (reclamando elezioni politiche) e chi minimizza la portata della sconfitta, considerandola solamente una consultazione locale.

I MEME SULLE REGIONALI IN UMBRIA - DI MAIO - CONTE - SALVINI

 

Ma cosa ne pensano gli elettori? E, soprattutto, qual è l' impatto del voto in Umbria sugli orientamenti a livello nazionale e, più in generale, sul clima politico? La vittoria del centrodestra non era certamente inattesa e dopo quasi 50 anni ha sancito il tramonto del centrosinistra; piuttosto ha suscitato sorpresa la notevole distanza tra la vincitrice Donatella Tesei (esponente della Lega sostenuta dal centrodestra) e lo sconfitto Vincenzo Bianconi (candidato indipendente sostenuto dal centrosinistra e dal M5S).

salvini tesei

 

Gli elettori si dividono riguardo all' interpretazione dell' esito elettorale: il 38% lo attribuisce alle dinamiche nazionali, in particolare alla sfiducia nella nuova alleanza di governo Pd-M5S e alla forza del centrodestra unito; ad essi si contrappone il 38% che considera il voto umbro una conseguenza della crisi economica che ha colpito la regione unitamente allo scandalo della sanità. Prevedibilmente, gli elettori dell' opposizione accentuano la prima lettura, mentre quelli della maggioranza la seconda.

 

il centrosinistra unito a narni - roberto speranza nicola zingaretti vincenzo bianconi luigi di maio giuseppe conte

Le opinioni degli italiani sono più nette riguardo alle prospettive future dell' esecutivo: infatti il 56% prevede che dopo la sconfitta dell' alleanza Pd-M5S in Umbria, il governo affronterà qualche difficoltà ma non entrerà in crisi, mentre il 17% si aspetta la conclusione dell' esperienza giallo-rossa. Dopo un mese caratterizzato da una progressiva crescita dell' apprezzamento del governo, le valutazioni odierne fanno segnare un arretramento significativo rispetto a 3 settimane fa (-7 punti): il 36% esprime un giudizio positivo, mentre il 50% dà un giudizio negativo, di fatto riportando il gradimento al livello registrato all' inizio del mandato.

Giuseppe Conte a Narni

 

MATTEO SALVINI SI PRENDE L'UMBRIA - FRATELLO SOLA - BY SPINOZA

Al contrario le valutazioni su Conte, che pure nei giorni precedenti il voto umbro ha partecipato alla campagna elettorale a favore di Bianconi, si mantengono sostanzialmente stabili rispetto a tre settimane fa: il 48% esprime apprezzamento per il premier contro il 43% di giudizi negativi. Quanto agli altri leader, Salvini e Meloni fanno segnare una crescita significativa, rispettivamente di 5 e 7 punti, attestandosi il primo al 40% e la seconda al 36%; Renzi è in lieve crescita (dal 12% al 14%), mentre Di Maio e Zingaretti arretrano di 5 e 7 punti, risultando graditi al 21% e al 16% degli elettori. Berlusconi risulta stabile al 15%.

 

MATTEO RENZI

Da ultimo gli orientamenti di voto che, analogamente ai giudizi sui leader e come da tradizione, premiano chi ha vinto e penalizzano chi ha perso le elezioni, confermando il famoso aforisma di Ennio Flaiano, che dipingeva gli italiani come un popolo abituato ad andare in soccorso al vincitore.

 

MATTEO SALVINI SI INCRAVATTA

La Lega si conferma il primo partito con il 34,3%, in crescita di 3,5%, seguito dal M5s con il 17,9%, in calo di 2,9%, e dal Pd che arretra di 2,3%, attestandosi al 17,2%. A seguire Fratelli d' Italia (9,8%) che da fine agosto nei sondaggi ha sorpassato Forza Italia, oggi al 6,2% alla pari di Italia viva che fa segnare un aumento dell' 1,4%. Da segnalare infine la crescita di Europa Verde che passa dall' 1,2% al 2,2% e la flessione delle forze di Sinistra dal 2,8% all' 1,7%.

 

RENZI ALLA LEOPOLDA 10

Il sondaggio odierno conferma la fluidità delle opinioni degli italiani: il governo e le forze della maggioranza pagano pegno, con l' eccezione di Renzi e di Italia viva che fanno segnare un miglioramento; tra i vincitori la Lega ritorna ai valori ottenuti alle elezioni europee, Salvini aumenta il proprio consenso (che tuttavia è ancora distante dai livelli ottenuti prima della fine del governo gialloverde) come pure Giorgia Meloni e FdI, mentre Forza Italia e il suo leader non beneficiano del successo.

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Il presidente Conte esce indenne dalla sconfitta della sua maggioranza nel voto regionale a conferma del credito di cui gode nel Paese che, tuttavia, potrebbe essere messo a dura prova dalla scarsa coesione che nelle ultime settimane le forze della maggioranza hanno palesato. Insomma, pur essendo una consultazione locale, il voto umbro ha lasciato il segno, in attesa di quello in Emilia-Romagna, a gennaio, il cui risultato potrebbe essere incerto.

Al contrario la certezza, granitica, è che il prossimo voto regionale rappresenterà per tutti un' ordalia, come sempre.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HA VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…