eldar mamedov

SOLDI, INTERESSI, CORRUZIONE: L’EUROPARLAMENTO MEJO DEI SOPRANOS - UNO STRANO PERSONAGGIO ENTRA NELL'INCHIESTA SUL QATARGATE. SI TRATTA DI ELDAR MAMEDOV, CONSIGLIERE POLITICO DEL GRUPPO DEI SOCIALISTI-DEMOCRATICI (S&D), DETTO "L'IRANIANO" - IL FUNZIONARIO ERA GIÀ NEL MIRINO DEGLI INQUIRENTI PER UNA SERIE DI ATTEGGIAMENTI SOSPETTI, COME QUEL "CINQUE" DATO AL SUO AMICO FRANCESCO GIORGI DOPO IL VOTO SULLA LIBERALIZZAZIONE DEI VISTI PER IL QATAR. MA ORA C'È UNA SEGNALAZIONE ALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA - MAMEDOV, CHE LAVORA PER LA COMMISSIONE AFFARI ESTERI, VIENE DESCRITTO COME “UN AGENTE AL SERVIZIO DI TEHERAN” - IL SUO LAVORO A FAVORE DELLA RUSSIA

Marco Bresolin per “la Stampa”

 

ELDAR MAMEDOV 1

Un controverso personaggio entra prepotentemente nell'inchiesta sul Qatargate. Si tratta di Eldar Mamedov, consigliere politico del gruppo dei socialisti-democratici (S&D), detto "l'iraniano". Un nome che potrebbe aprire nuovi scenari, allargandone i confini. Il funzionario era già nel mirino degli inquirenti per una serie di atteggiamenti sospetti, come quel "cinque" dato al suo amico Francesco Giorgi dopo il voto sulla liberalizzazione dei visti per il Qatar. Ma ora c'è una segnalazione formale all'autorità giudiziaria, fatta dal segretariato generale del gruppo S&D, d'intesa con i servizi di sicurezza dell'Europarlamento.

 

Tutto questo mentre l'italiano Andrea Cozzolino ha chiesto di essere ascoltato dal giudice Michel Claise per fugare ogni sospetto nei suoi confronti, annunciando di essere pronto a rinunciare all'immunità. Mamedov è stato sospeso dal gruppo per una «grave colpa legata all'indagine giudiziaria».

 

FRANCESCO GIORGI EVA KAILI

L'elemento concreto che ha fatto scattare l'allarme riguarda il fatto che il funzionario avrebbe ricevuto alcuni regali dal Qatar, cosa vietata dal codice etico: fonti parlamentari rivelano che avrebbe accettato un "pacchetto vacanza completo" per andare in Qatar e assistere a una partita dei Mondiali, compreso il biglietto dello stadio.

 

Ma il sospetto è che il suo coinvolgimento sia molto più ampio e riguardi le sue manovre all'interno del Parlamento per condizionare i provvedimenti relativi all'Iran e anche alla Russia. Mamedov, che lavora per la commissione Affari Esteri, viene descritto come «un agente al servizio di Teheran».

ELDAR MAMEDOV

 

Conosciuto da tutti come "l'iraniano", in realtà è nato a Riga 50 anni fa. I suoi genitori sono originari di una regione dell'Azerbaigian, ma lui negli ultimi anni ha sempre espresso posizioni estremamente critiche nei confronti di Baku, in rotta di collisione con Teheran. Grande esperto del Golfo Persico, in passato ha lavorato come diplomatico per il ministero degli Esteri lettone, prestando servizio nelle ambasciate di Madrid e Washington.

 

All'epoca dei fatti, secondo quanto risulta da articoli di stampa, gli Stati Uniti avevano segnalato al governo di Riga le sue frequentazioni filo-iraniane, cosa che aveva di fatto posto fine alla sua carriera diplomatica. Dal 2007 ha iniziato a lavorare al Parlamento europeo come "political advisor" (consigliere politico) del gruppo dei socialisti e in parallelo ha portato avanti un'intensa attività da analista, scrivendo su diversi siti e riviste di geopolitica, promuovendo l'agenda di Teheran.

 

ABDERRAHIM ATMOUN - FRANCESCO GIORGI - ANTONIO PANZERI

Appassionato di sigari, di Frank Sinatra e del Real Madrid, secondo un report dell'agenzia di stampa azera "Aze.Media", le Guardie rivoluzionarie iraniane avrebbero ritagliato per lui un ruolo da «analista indipendente con opinioni liberali europee», sfruttando le sue informazioni e i suoi contatti per scambiarli con Mosca.

 

Resta da capire come possa aver lavorato per quindici anni all'interno del Parlamento europeo come consigliere dei socialisti, visto che diversi eurodeputati oggi raccontano che su certe questioni, effettivamente, «aveva posizioni molto rigide» e cercava di influenzare quelle degli eurodeputati.

 

ELDAR MAMEDOV

Per esempio in occasione della recente risoluzione che definiva la Russia uno Stato «sponsor del terrorismo»: inizialmente il gruppo non aveva sostenuto il testo, ma poi i parlamentari avevano votato sì perché temevano di essere percepiti come filo-Putin. Non tutti: Eva Kaili si era astenuta, mentre Andrea Cozzolino, Pietro Bartolo e Massimiliano Smeriglio avevano votato contro, giustificando la decisione con motivazioni politiche. Oggi ci sarà la prima udienza in Camera di Consiglio per Eva Kaili, che sosterrà la sua innocenza, dirà di esser stata "tradita" da Giorgi e chiederà di essere scarcerata per poter tornare a casa dalla figlia.

andrea cozzolino

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