matteo salvini giorgia meloni elezioni regionali

LA SOLITA STRATEGIA DI GIORGIA MELONI: QUANDO SI VINCE, È MERITO SUO, QUANDO PERDE, È COLPA DEGLI ALTRI – LA DUCETTA SCARICA LA RESPONSABILITÀ DELLA DISFATTA IN UMBRIA SU MATTEO SALVINI, REO DI AVER INSISTITO SULLA CANDIDATURA DI DONATELLA TESEI. A SCOPPOLA INCASSATA, I TROMBETTIERI DI PALAZZO CHIGI PROVANO AD "ALLEGGERIRE" LA POSIZIONE DELLA MELONI FACENDO TRAPELARE UN PRESUNTO AVVERTIMENTO DELLA PREMIER AL “CAPITONE”: “CON LA TESEI PERDIAMO, NON INSISTERE. NON HA FATTO BENE IN QUESTI ANNI. CAMBIAMO CANDIDATO, ASCOLTAMI”. UN ESCAMOTAGE CHE NON REGGE, VISTO CHE OGNI VOLTA CHE HA VOLUTO IMPORRE UN NOME L'HA FATTO FREGANDOSENE DEGLI ALLEATI – LA FALLIMENTARE IDEA DI DONZELLI DI APRIRE A BANDECCHI, GLI 80MILA VOTI PERSI DA FDI DALLE EUROPEE E LE TENSIONI PER LE REGIONALI DEL PROSSIMO ANNO IN PUGLIA, VENETO, TOSCANA E CAMPANIA…

1. FDI CROLLA, PERÒ MELONI INCOLPA SALVINI. ED È GUERRA SUL VENETO

Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”

 

MAURIZIO LUPI - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - DONATELLA TESEI - ANTONIO TAJANI - STEFANO BANDECCHI

L’umore nel centrodestra di governo, come spesso accade, si capisce dalle chat: tutti muti […]. Silenzio assoluto. Lo stesso hanno fatto gli alleati di maggioranza. La linea consegnata da Matteo Salvini e Antonio Tajani ai parlamentari è chiara: tacere.

 

Solo a tarda sera arrivano le congratulazioni della premier Giorgia Meloni ai due nuovi presidenti di Regione, insieme a quelli di Tajani che gongola per aver “raddoppiato i voti” (dal 2 al 4% dal 2019), mentre Salvini dice che “i cittadini hanno sempre ragione”.

 

Eppure se la sconfitta in Emilia-Romagna era data per scontata, è quella in Umbria a bruciare di più nella coalizione di centrodestra. Al netto della propaganda di governo (“il Pd era pronto al 3 a 0, è finita 2 a 1”), l’analisi che viene fatta ai vertici di Fratelli d’Italia è semplice: la candidata Donatella Tesei era debole in partenza e la sconfitta è dovuta al crollo della Lega che in Umbria tiene rispetto alle elezioni europee di giugno ma perde oltre 30 punti percentuali rispetto alle Regionali del 2019. Anche in Emilia-Romagna il Carroccio crolla dal 31 al 5% in cinque anni.

 

matteo salvini donatella tesei foto lapresse

Che i meloniani si fidassero poco della capacità di Tesei di vincere lo ha dimostrato una campagna piuttosto debole del partito di Meloni. Non è un caso che, come ha raccontato Il Fatto, a maggio l’assessora meloniana Paola Agabiti Urbani avesse preconizzato la sconfitta elettorale: “Tesei ha governato male, così perdiamo”, aveva rivelato in un incontro segreto ad Arianna Meloni.

 

Giovedì, invece, la premier non ha quasi mai nominato l’Umbria e la governatrice uscente Tesei nel suo comizio di chiusura a Perugia. Ma nemmeno Fratelli d’Italia può attribuire le responsabilità della sconfitta a Salvini: ieri ai vertici del partito si guardava con grossa preoccupazione il voto di lista.

 

salvini bandecchi meloni tajani

In quattro mesi, in Umbria, il partito di Meloni è passato dal 32% al 19%, perdendo circa 80 mila voti. E se è vero che è difficile paragonare due elezioni così diverse, è anche vero che rispetto alla Liguria stavolta la colpa non può essere attribuita al ruolo delle liste civiche perché quella di Tesei casomai ha contribuito a togliere più voti alla Lega e perché la lista di Stefano Bandecchi ha preso solo il 3%.

 

Ed è proprio il “caso Bandecchi” che ieri teneva banco dentro Fratelli d’Italia: la scelta di portare dentro la coalizione il sindaco di Terni è stata voluta dal responsabile organizzazione Giovanni Donzelli nonostante molti […] fossero contrari. Alla fine il risultato della lista di Bandecchi è stato un flop e in FdI ieri si commentava al veleno: “Bandecchi ci ha fatto perdere più voti che guadagnarne...”, era il senso delle riflessioni di diversi dirigenti. […]

stefania proietti elly schlein

 

2. MELONI E L’AVVERTIMENTO A SALVINI “ABBIAMO SBAGLIATO CANDIDATURA”

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

L’aveva detto a Matteo Salvini, in privato: «Con la Tesei perdiamo, non insistere. Non ha fatto bene in questi anni. Cambiamo candidato, ascoltami». L’aveva anche lasciato trapelare pochi giorni fa, affidando alla sorella Arianna il compito di svelare il malessere registrato con gli ultimi sondaggi: «Abbiamo sbagliato il nome».

 

donzelli meloni

Giorgia Meloni già preparava la ritirata tattica dalla battaglia umbra. Ma adesso deve in ogni caso farci i conti, anche perché i numeri nella regione sono peggiori del previsto. E perché la batosta in Emilia Romagna rendeil passo falso ancora più fastidioso.

 

Come se non bastasse, il leghista comunque scalpita, sbraccia, si agita. E si prepara a riaprire il duello per la candidatura nel 2025 in Veneto, che invece Palazzo Chigi pensa debba toccare a Fratelli d’Italia.

 

La premier si sveglia quando a Rio de Janeiro è ancora l’alba. […] La notizia della sconfitta arriva a metà mattina e non coglie di sorpresa Meloni. La reazione ufficiale è: non drammatizziamo.

giorgia meloni comizio finale per donatella tesei in umbria

 

Resta il fatto che la presidente di FdI è comunque preoccupata dal passo falso interno. Per almeno tre ragioni. Non voleva Tesei, questo è inconfutabile. E aveva spiegato ai leghisti, senza troppo girarci intorno, che quel nome non avrebbe funzionato.

 

Ma Salvini si era impuntato, nonostante i pessimi sondaggi. Ricordando l’impuntatura meloniana, perdente, su Paolo Truzzu in Sardegna. E mettendo sul tavolo il nodo della successione a Luca Zaia.

 

ALBANIA QUI NON E HOLLYWOOD - MEME

A quel punto, da via della Scrofa avevano lasciato fare. Come a dire: se vuoi schiantarti, accomodati, noi puntiamo al presidente del Veneto. Il fatto è che adesso, dopo la sconfitta in Umbria, il vicepremier pensa comunque di dover ottenere una compensazione in quella regione.

 

È un problema di percezione. Di sensazioni. Meloni, ad esempio, ritiene che il leghista non si fermerà, anche perché di recente ha colto in lui una scintilla diversa: forse la vittoria di Trump, o anche il processo di Palermo che gli consente di cavalcare il dossier migratorio, fatto sta che Salvini si muove convinto di essere presto destinato a sondaggi migliori.

 

Ma è esattamente questa la ragione per cui la premier non ha intenzione di discutere con lui della presidenza del Veneto. Anche se dopo la sconfitta in Umbria la Lega non ha neanche un governatore sotto il confine lombardo.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

C’è un altro problema da maneggiare, però. Nelle elezioni regionali del 2025 si voterà anche in tre grandi regioni già governate da centrosinistra: Puglia, Campania e Toscana. Dovesse riconfermarsi il campo largo, si registrerebbe una inversione di tendenza significativa dopo le vittorie progressiste in Umbria ed Emilia Romagna: ammesso che il centrodestra ottenga il Veneto, si conterebbero cinque regioni su sei al centrosinistra. Più le Marche, che adesso appaiono contendibili.

DONATELLA TESEI STEFANO BANDECCHI

 

Il risultato di ieri manda anche un altro segnale alla destra, però: la coalizione progressista può vincere, se non si divide. […] È uno scenario che Meloni teme, quello dell’unità degli avversari. Anche perché mette in discussione alcune granitiche certezze. Ad esempio, quelle legate a un ineluttabile destino di trionfi. «Se vanno avanti a litigare così - aveva scherzato la premier poche settimane fa con un amico governatore, secondo quanto si apprende - mi costringeranno a governare per dieci anni…». Ieri si rideva un po’ meno, a Palazzo Chigi.

donatella tesei stefania proiettistefania proietti dopo la vittoria foto lapresse

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO