mario draghi roberto garofoli stefano buffagni

SOMMOVIMENTO 5 STELLE - DRAGHI SI ASPETTAVA LE LISTE DEI PARTITI PER IERI, MA I GRILLINI SI SONO RIFIUTATI DI DARE ANCHE UN SOLO NOME A GAROFOLI: LO SCIOPERO BIANCO IN POLEMICA CON LA DECISIONE DI RISERVARE SOLO 10 POSTI AL MOVIMENTO, DOPO LA SCISSIONE - TUTTI VOGLIONO PIAZZARE QUALCUNO AL MEF, CHE DEVE GESTIRE IL RECOVERY PLAN – NEL GIOCO A INCASTRI POTREBBE ESSERE SACRIFICATO STEFANO BUFFAGNI…

Ilario Lombardo per "La Stampa"

 

mario draghi al senato

Mario Draghi ieri ha cominciato a capire sulla propria pelle cosa significhi avere a che fare con i partiti e con le loro richieste. Tanto più se i partiti sono tanti e le richieste per ovvie ragioni si moltiplicano. Da Palazzo Chigi si tenta in tutti i modi di nascondere l' irritazione, dicono che il premier stia semplicemente aspettando che le forze di maggioranza sciolgano i propri nodi interni sui sottosegretari. In realtà Draghi subisce un rinvio che si sarebbe voluto risparmiare. Non c' è un accordo che vada bene a tutti.

le orecchie di roberto garofoli

 

L' uomo delegato a raccogliere i desiderata è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. A lui vanno consegnate le rose dei candidati e i relativi ministeri di preferenza. Da incrociare cercando di scontentare al minimo gli azionisti del governo e seguendo i due criteri fissati dal capo del governo.

 

La rappresentanza deve rispettare gli equilibri prodotti dal voto di fiducia e la metà delle indicazioni devono essere di donne. Il primo criterio penalizza il M5S perché rende le nomine proporzionali ai parlamentari che hanno detto sì a Draghi e i grillini ne hanno persi 41.

 

stefano buffagni

Meno posti, tanti candidati: il casting diventa poi ancora più faticoso perché i grillini si sono prefissati di rispettare non solo l' equilibrio di genere, ma anche quello tra Nord e Sud, in un governo a fortissima trazione settentrionale, e tra Camera e Senato, dopo su quattro ministeri tre sono andati a deputati.

 

salvini europeista meme 4

Un difficile gioco a incastri che potrebbe costare il sacrificio a un big come Stefano Buffagni, pure molto stimato dagli altri partiti. Il secondo criterio complica di più la vita di Lega e Pd. Nel Carroccio oltre al problema quote rosa, sono alle prese con la pretesa di Matteo Salvini di piazzare i suoi fedelissimi come sottosegretari, dopo aver "bucato" tre ministeri, finiti tutti a personalità dell' ala nordista e moderata del partito.

 

valentina cuppi 2

La presidente dem Valentina Cuppi ha invece chiesto che la questione donne al governo sia affrontata dal Pd durante la direzione del partito prevista per dopodomani, un appuntamento che potrebbe ulteriormente far slittare il completamento della squadra.

 

STEFANO BUFFAGNI

Draghi si aspettava le liste dei partiti per ieri. Ma il M5S si è rifiutato platealmente di dare anche un solo nome a Garofoli. Una sorta di sciopero bianco in polemica con la decisione di riservare solo 10, massimo 11, posti di sottogoverno ai grillini dopo l' erosione dovuta alle espulsioni tra Camera e Senato. Difficile che la spunteranno, a sentire chi è vicino al premier, ma è il primo segnale di una convivenza che potrebbe non essere così semplice nel perimetro allargato di una coalizione fuori natura.

QUANDO LAURA CASTELLI INCONTRA MARIO DRAGHI

 

Prova ne è quello che potrebbe succedere al ministero dell' Economia. Dove tutti i vogliono piazzare una sentinella in vista del piano sul Next Generation Ue. Il Tesoro infatti diventa il cuore della cabina di regia che avrà il compito di gestire i 209 miliardi del Recovery fund e nessuno dei partiti vuole perdere l' occasione di partecipare.

 

Dai due viceministri e due sottosegretari del precedente governo giallorosso, si dovrebbe passare a cinque sottosegretari, uno per ogni forza politica. Ci sarà sicuramente la riconferma di Laura Castelli del M5S mentre nel Pd si discute della sostituzione in quota rosa di Antonio Misiani con Mariangela Madia. La Lega vuole Massimo Bitonci e un posto finirà a Forza Italia. Draghi deciderà a chi destinare l' ultima casella, se a Leu o a Italia Viva. A complicare ancora di più il puzzle ci pensa lo spacchettamento dei ministeri.

 

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI LEGGONO DAGOSPIA

Proprio al Mef verrà istituita la presidenza del comitato interministeriale per la digitalizzazione, affidata a Vittorio Colao, ministro per l' Innovazione tecnologica, che salvo ripensamenti dovrebbe ricevere la delega sulle telecomunicazioni dal ministero dello Sviluppo economico. I due capitoli centrali del Recovery Fund sono verde e digitale.

 

E il Mise guidato da Giancarlo Giorgetti dovrebbe perdere anche la delega all' Energia, che, come annunciato al Quirinale da Draghi, verrà assorbita dal nuovo dicastero della Transizione ecologica di Roberto Cingolani. Da quanto si apprende si è riaperta una discussione, anche perché Giorgetti pare non sia per nulla contento del doppio scorporo.

mario draghi al senato 2

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...