vladimir putin alessandro orsini

SONO PIÙ FILO-PUTINIANI I TALK SHOW ITALIANI DI QUELLI RUSSI - SABLIN, IL VICEPRESIDENTE DEL COMITATO DI DIFESA RUSSO, IN DIRETTA TV HA ANNUNCIATO LA DISFATTA RUSSA IN UCRAINA: "SIAMO OBBLIGATI A FERMARCI E RIORGANIZZARCI PER ESERCITRE LE NUOVE REGOLE" - PURE IL DURO E PURO SOLOVYOV, CHE POCO TEMPO FA PROPONEVA A PUTIN DI BOMBARDARE LE CAPITALI EUROPEE, HA DOVUTO AMMETTERE IN TV CHE "LE COSE NON SARANNO FACILI" PER L'ARMATA LESSA 

 

Dmitry SABLIN

1 - DEPUTATO A TV RUSSA, DOBBIAMO FERMARCI E RIORGANIZZARCI

(ANSA) - "Siamo obbligati a fermarci e a riorganizzarci per creare nuove attrezzature e per esercitare le nuove reclute. E questo richiederà del tempo". Lo ha detto Dmitry Sablin, vicepresidente del Comitato di difesa, parlando al primo canale della tv russa in merito alla guerra in Ucraina. "Sono convinto che anche nel territorio dell'Ucraina le persone saranno dalla nostra parte", ha concluso.

 

2 - E I SUPER-PUTINIANI DELLA TV AMMETTONO: «AL FRONTE SITUAZIONE MOLTO DIFFICILE»

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

vladimir solovyov

«Certo che mi piacerebbe attaccare Kiev stanotte stessa. Ma non siamo in una fiction. Non è che si può accelerare con il telecomando per vedere come va a finire. Bisogna capire che per un certo periodo di tempo, le cose non saranno facili per noi. E non dovremo aspettarci buone notizie. Ci vorranno molta forza di volontà e una grande pazienza strategica».

Vladimir Solovyov e putin

 

A momenti c'era da darsi un pizzicotto per capire se l'uomo che con postura più curva del solito stava predicando calma ammettendo anche in modo brusco che l'Operazione militare speciale non va come sperato, era davvero quel Vladimir Solovyov che fino a pochi giorni fa annuiva soddisfatto quando i suoi esagitati ospiti facevano a gara nel proporre il bombardamento delle capitali europee, da Parigi fino a Londra e Berlino, meglio se tutte insieme.

 

Allora se lo dice lui, conduttore più zelante e famoso di Russia, prediletto di Vladimir Putin, significa che davvero la realtà sta facendo capolino oltre il muro della propaganda eretto dai media di Stato. Anche il suo eterno rivale Dmitry Kiseliov, meno conosciuto da noi ma altrettanto popolare in madre patria, ha effettuato una improvvisa sterzata passando dai consueti toni da marcia trionfale all'ammissione che nel Donbass «la situazione sta diventando molto difficile», mentre il suo inviato al fronte ha osato aggiungere che occorre impedire a Kiev di «costruire sui successi raggiunti finora». Gelo in studio.

Vladimir Solovyov 5

 

Le verità sgradite devono essere fatte filtrare in dosi omeopatiche. Chi ha tentato la terapia d'urto, come fece la giornalista Marina Ovsyannikova quando lo scorso marzo interruppe il telegiornale della sera per mostrare un cartello con sopra la scritta «No alla guerra, non credete alla propaganda», se la passa male. Dopo alterne vicende, comprensive di malevoli sospetti da parte ucraina di essere una doppiogiochista al soldo di Putin, la donna era stata messa agli arresti domiciliari. Da ieri, è una latitante, ricercata dal ministero dell'Interno. Sarebbe scappata all'estero il primo ottobre, portandosi dietro il suo secondo figlio, che ha undici anni. A denunciare la fuga è stato l'ex marito, suo collega.

 

Vladimir Solovyov

Tutto procede secondo i piani. Pure ieri Dmitry Peskov ha concluso il suo punto giornaliero con la formula che ripete ormai dal sempre più lontano 24 febbraio. Ma sembra che il Cremlino si stia muovendo in terra incognita. Il portavoce del presidente è dovuto dapprima intervenire per rimettere al suo posto Ramzan Kadyrov, che sente sempre più stretti i panni del leader regionale. Ogni giorno, una trovata. Ieri ha detto di voler mandare al fronte i suoi tre figli di 16, 15 e 14 anni, con annesso video dei loro addestramenti. «È arrivato per loro il momento di cimentarsi in una vera battaglia».

 

vladimir putin e Vladimir Solovyov

Dopo aver riconosciuto il contributo «importantissimo» che sta dando la Repubblica cecena, Peskov ha rintuzzato l'invito del focoso alleato ad usare armi nucleari a corto raggio in Ucraina. «Nei momenti difficili», ha detto, e anche questo può sembrare una implicita ammissione, «le emozioni dovrebbero essere comunque escluse dal processo decisionale, per il quale preferiamo comunque attenerci a valutazioni molto equilibrate e oggettive». L'uso di queste armi è regolato dalla dottrina militare russa, ha tagliato corto. «E non possono esserci altre considerazioni».

Vladimir Solovyov

 

Intanto la Duma ha approvato la legge costituzionale sull'annessione delle quattro regioni ucraine soggette ai referendum che si sono conclusi una settimana fa. A causa di un guasto tecnico, questa la spiegazione ufficiale, il tabellone luminoso ha sancito il voto favorevole di 413 parlamentari, quando i deputati iscritti alla seduta erano invece 408. Nei prossimi giorni ci sarà la scontata ratifica del Consiglio della Federazione, ovvero il Senato. Nel testo non è però specificato quali saranno i confini di quei territori, in questo momento alquanto variabili per via dell'avanzata dell'esercito di Kiev. E sul punto esistono diverse interpretazioni. Peskov ha riconosciuto di non essere in grado di stabilirlo ora.

 

vladimir putin

«Non è chiaro», ha detto, rimandando la questione a non ben definite consultazioni con la popolazione di quei luoghi. All'uscita dalla Duma, Dmitrij Vyatkin, vicecapogruppo di Russia Unita, ha invece dichiarato che le regioni annesse vengono assimilate nei loro precedenti confini amministrativi, anche se alcune zone non sono sotto il controllo dell'Armata russa. Ma è proprio il problema, che assilla gli opinionisti dei talk show, e non solo loro: quelle linee da tracciare su una nuova mappa geografica non sembrano più dipendere dall'esclusiva volontà del Cremlino.

vladimir putin fucileVLADIMIR PUTIN

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...