anna ascani

SOPRA LA POLTRONA, IL SOTTOSEGRETARIO CAMPA - LA ASCANI GIÀ VICEMINISTRO ALL'ISTRUZIONE: L'ERRORE DELLA NEWSLETTER DEL PD LONDINESE È RIVELATORIO? - IN LIZZA PER IL PD CI SONO DE LUCA JUNIOR, LIA QUARTAPELLE ED EMANUELE FIANO - MENTRE NEI 5 STELLE È PARTITA LA FAIDA: CHE FINE HA FATTO LA ''GRATICOLA'' RICHIESTA DALLA BASE? CHE FINE FARANNO LA CASTELLI, SIBILIA, SPADAFORA, CRIMI ECC.

 

1. PD, ASCANI PRESENTATA A LONDRA COME VICE-MINISTRO ALL’ISTRUZIONE: MA LE NOMINE NON CI SONO ANCORA

Da www.corriere.it

 

Avrebbe dovuto essere una delle nuove ministre del secondo governo Conte. Ma all’ultimo è stata costretta a cedere il posto a un’altra renziana di ferro, Elena Bonetti. Anna Ascani, però, dovrebbe entrare comunque nell’esecutivo. Vice ministra dell’istruzione per tallonare Lorenzo Fioramonti. Dunque, prima la delusione per il mancato dicastero, poi l’entusiasmo per il nuovo ruolo.

ascani anna

 

Grande entusiasmo, visto che è stata presentata così nella newsletter che annuncia un suo intervento per venerdì 13 settembre al Circolo del Pd di Londra: Anna Ascani, vicepresidente nazionale del Pd e viceministro all’Istruzione. Peccato che le nomine dei sottosegretari e dei viceministri verranno fatte solo la settimana prossima.

 

La deputata dem, tramite il suo ufficio stampa, spiega che «il volantino dell’iniziativa a Londra - fissata a luglio quando era ancora in carica il governo gialloverde - mi definisce vice presidente del pd. Ed è l’unico modo in cui io mi presento. Tutto il resto è da attribuirsi agli organizzatori evidentemente influenzati dalle notizie divulgate da stampa e tv nei giorni scorsi». Una versione confermata anche dal circolo dem londinese, che attribuisce la qualifica assegnata ad Ascani nella newsletter (e non sui volantini) esclusivamente a «un errore materiale» compiuto da «un iscritto incaricato della newsletter mensile».

 

 

2. FAIDA GRILLINA PER FARE IL VICEMINISTRO NEL M5S TIRA ARIA DI DISSOLVIMENTO

Carlo Tarallo per ''la Verità''

 

MASSIMO GARAVAGLIA LAURA CASTELLI

Il M5s rischia di implodere sulla scelta di viceministri e sottosegretari. La scelta dei «fortunati» che andranno a occupare le poltroncine ministeriali di seconda e terza fila sta terremotando il Movimento, con i seguaci del presidente della Camera, Roberto Fico, letteralmente scatenati. I deputati Carla Ruocco e Luigi Gallo, in particolare, stanno suscitando malumori nella stragrande maggioranza dei parlamentari, per la loro tigna nel pretendere un posto da sottosegretario.

 

Intanto, la base del M5s si chiede che fine abbiano fatto i risultati della famosa «graticola», ovvero l' esame che i parlamentari fecero ai sottosegretari con tanto di scheda di valutazione finale su vari aspetti del loro operato, come la presenza, la disponibilità all' ascolto, la capacità di espletare la loro funzione istituzionale.

 

La graticola si svolse tra il 10 e l' 11 giugno scorso, all' indomani della batosta subita dal M5s alle europee, ma dei risultati nessuno ha saputo più nulla. «Che fine hanno fatto?», si chiede una deputata del M5s, «perché i vertici tengono segreti i risultati proprio ora che bisogna nominare i nuovi viceministri e sottosegretari? Sull' altare di quali inconfessabili parametri si stanno scegliendo i componenti della nuova squadra di governo?».

carlo sibilia giuseppe conte

 

La Verità è in grado di rivelare i primi due classificati della graticola: gli ex sottosegretari più apprezzati dai parlamentari sarebbero Vincenzo Spadafora, neoministro delle Politiche giovanili e dello Sport, e Carlo Sibilia, ex sottosegretario all' Interno, che ha fatto da «contraltare» a un tipetto come Matteo Salvini, guadagnandosi la stima dei dirigenti del Viminale.

 

Sibilia va quindi verso la riconferma, così come Laura Castelli, che dovrebbe restare al Mef. Il capogruppo alla Camera, Francesco D' Uva, ha ottime chance. Praticamente certa la riconferma di Vittorio Zoccano, sottosegretario uscente con delega alla disabilità. Anche Vito Crimi, volto storico del M5s, dovrebbe essere riconfermato sottosegretario con delega all' editoria. Stabili le quotazioni della deputata Lucia Azzolina. I ministri uscenti Giulia Grillo e Barbara Lezzi non accetteranno la retrocessione a sottosegretario.

 

Il M5s dunque è una polveriera pronta a esplodere su una questione tutta programmatica e di alta strategia politica: il più sfrenato poltronismo. Nel mirino di molti parlamentari c' è Luigi Di Maio, accusato, senza giri di parole, di aver completamente abbandonato la guida del partito per dedicarsi solo al suo destino personale e a quello del suo staff. «Visto che ha combinato Giarrusso?», sottolinea un' altra fonte del M5s, «possiamo andare avanti così?».

carla ruocco luigi di maio

 

Che ha combinato Mario Giarrusso, vivace senatore del M5s? Ieri ha chiassosamente messo in dubbio il suo «sì» alla fiducia al governo: «Darò la fiducia al governo Conte», ha dichiarato urbi et orbi, «in base alla posizione che avrà il Pd rispetto alle dichiarazioni fatte dal ministro De Micheli o se il ministro stesso chiarirà meglio. Non diamo la fiducia se si inizia subito a martellare l' accordo». Il riferimento di Giarrusso è all' intervista alla Stampa nella quale il ministro ai Trasporti, Paola De Micheli, esclude la revoca delle concessioni autostradali. Il senatore Giarrusso non se la prenderà se riportiamo quanto riferito dalle voci interne al M5s, che collegano la sua «sparata» alla insoddisfazione per il modo in cui i vertici stanno gestendo la partita dei sottosegretari.

 

Anche Giancarlo Cancellieri, leader del M5s siciliano, è scatenato: sperava di diventare ministro, ora si aspetta almeno la poltrona da sottosegretario. Attenzione: questa bagarre che sta divorando dall' interno il M5s potrebbe diventare letale per il governo giallorosso. I numeri al Senato sono già risicati, dunque la strategia dei vertici è quella di rinviare le nomine alla settimana successiva alla prossima, quando ci saranno i voti di fiducia.

MARIO MICHELE GIARRUSSO

 

Sul fronte del Pd, invece, il meccanismo correntizio, tanto vituperato, consente per lo meno di prevedere su chi cadrà la scelta di Nicola Zingaretti quando si tratterà di nominare ministri e sottosegretari. La new entry di giornata è Piero De Luca, deputato, figlio del presidente della Regione Campania, Vincenzo, che potrebbe diventare sottosegretario agli Esteri.

 

Sempre tra i parlamentari dem, salgono le quotazioni dei parlamentari Emanuele Fiano e Lia Quartapelle, mentre restano stabili quelle della renzianissima Anna Ascani. Folta la pattuglia di campani pronti a occupare una poltrona di viceministro o sottosegretario: Gennaro Migliore, Valeria Valente, Camilla Sgambati, Stefano Graziano e Nicola Oddati. Francesco Nicodemo, ex spin doctor di Matteo Renzi, è in pole position per la poltrona di sottosegretario all' Innovazione. Luigi Bobba, piemontese, ex leader delle Acli, potrebbe andare al Lavoro.

 

vincenzo e piero de luca

Il premier Giuseppe Conte in persona dovrà invece convincere Gregorio de Falco, senatore dissidente e poi espulso dal M5s, e il suo collega Saverio De Bonis a votare la fiducia: su entrambi si è abbattuto il veto del M5s, che non li vuole al governo, ma i numeri suggeriscono cautela e responsabilità. Uno dei due potrebbe quindi essere valorizzato con un ruolo da sottosegretario.

 

Infine, Leu: in corsa per una poltrona da sottosegretario le deputate Rossella Muroni e Michela Rostan, ma c' è anche Arturo Scotto, tra i fondatori di Articolo 1. La casella più probabile è quella al Lavoro per Scotto, alle Pari opportunità per la Muroni e la Rostan.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…