LE SPIE DEL SIGNORE SONO INFINITE - ANCHE BERGOGLIO HA IL SUO MOSSAD E A GUIDARLO POTREBBE ESSERE UN ARGENTINO

Barbara Ciolli per "Lettera43.it"

Formalmente non esistono dai tempi di Benedetto XV, il papa che, nel 1922, sciolse il Sodalitium pianum, l'ultima sigla del potentissimo controspionaggio vaticano. In realtà, nei decenni successivi, gli 007 della Santa alleanza - l'innominabile "Entità" creata nel 1566 dal grande inquisitore Pio V per proteggere la cristianità dagli scismi e detronizzare gli oppositori - non hanno mai smesso di raccogliere informazioni e costruire dossier, all'ombra della Cupola di San Pietro e ben protetti nelle nunziature distaccate della Santa sede.

Attivissimi, in America Latina e sul fronte russo con Giovanni Paolo II, i servizi segreti della Chiesa travalicano di molto, per struttura e ramificazione, il volto ufficiale e laico della Gendarmeria vaticana, vantando un'esperienza di trame e depistaggi che è la più antica al mondo.

A detta del cacciatore di nazisti ebreo Simon Wiesenthal, addirittura «migliore del Mossad». Ai 200 uomini bene addestrati dal comandante Domenico Giani, ex ufficiale del Sisde (la vecchia agenzia d'informazione interna italiana), va infatti aggiunta una rete nascosta di occhiuti cardinali, monsignori, uomini di Chiesa e fidati collaboratori laici. Per tradizione coordinati segretamente dalla Compagnia di Gesù - ordine militare oltreché religioso - fondata nel Cinquecento da Ignazio di Loyola.

Capo del controspionaggio, ai tempi di Karol Wojtyla era il porporato piacentino Luigi Poggi, decano morto ultra 90enne nel 2010. Non a caso nominato, in veneranda età, custode dell'archivio segreto vaticano. Le ultime indiscrezioni vogliono che, oggi, il nuovo capo dell'Entità in odore di nomina sia José Luis Uboldi di Buenos Aires, oscura eminenza grigia dell'intelligence argentina e intimo di papa Francesco, nonché protetto da Rubén di Monte, arcivescovo emerito di Mercedes Lujan.

Molto generoso, tra l'altro, nel distribuire rosari in aiuto ai soldati argentini, ai tempi della prima guerra del 1982, per le isole Falkland-Malvinas. Oltre al papa Francesco argentino, dunque, un capo dello spionaggio argentino. Forse è un'altra coincidenza. Ma il cardinal Jorge Mario Bergoglio, prima di ascendere al soglio pontificio con la missione di risanare la Santa sede, a Buenos Aires era un potente gesuita.

Primo religioso della compagnia di Loyola della storia a diventare pontefice di Roma. Magari, sulla rete, qualcosa sarà anche arrivato alle orecchie della presidenta argentina Cristina Kirchner, venuta in Vaticano a salutare il suo vecchio oppositore, per chiedergli privatamente anche di intercedere con gli inglesi sulla restituzione delle Malvinas. [...]

È un dato di fatto, tuttavia, che in Vaticano, l'Entità mai soppressa del controspionaggio sia stata una presenza costante anche durante le investigazioni che - dallo scandalo dei documenti rubati dal "corvo" Paolo Gabriele alla rinuncia di Benedetto XVI - hanno passato al setaccio i porporati della Santa sede.

Ben prima dell'esplosione di Vatileaks, nel suo libro inchiesta "Le spie del papa" (edito in Italia da Ponte alle Grazie nel 2008), il giornalista spagnolo-peruviano Eric Frattini aveva ricostruito, scandagliando una trentina di archivi tra America Latina e Usa, il fil-rouge delle operazioni d'intelligence vaticane che, dal Rinascimento al 2013, hanno quasi sempre cambiato in modo cruciale il corso della storia. Non ultimo, ai tempi della cortina di ferro, attraverso l'impegno del cardinale cecoslovacco Jozef Tomko, braccio destro di Poggi nel controspionaggio della Santa sede e interlocutore dell'Agenzia di sicurezza nazionale americana, durante l'amministrazione di Jimmy Carter.

Lo stesso porporato Tomko è stato chiamato di nuovo in servizio nel 2012, a 88 anni, a redigere da Benedetto XVI, insieme con lo spagnolo Julian Herranz e l'italiano Salvatore De Giorgi, la Relationem sugli scandali della Chiesa: la madre di tutti i dossier di 300 pagine, consegnata a Joseph Ratzinger al termine del suo pontificato.

«L'indagine dettagliata e approfondita ha richiesto un'accurata opera d'intelligence», ha confermato a Lettera43.it Frattini, autore poi del secondo libroinchiesta "I corvi del Vaticano" (Sperling & Kupfer, 2013), «due tomi blindati che finora hanno potuto leggere solo sei persone: Benedetto XVI, il segretario particolare Georg Gänswein, i tre cardinali relatori e infine Francesco». Sigillata dal segreto vaticano, l'inchiesta conclusa a febbraio da Herranz, Tomko e De Giorgi è di livello superiore a quella precedentemente avviata dalla Gendarmeria per identificare l'autore, i mandanti e i complici dei furti (82 scatoloni) di documenti nell'appartamento di Benedetto XVI.

Tuttora aperti, ma vincolati al solo segreto processuale, pure i fascicoli del comandante Giani sono zeppi di informazioni riservate raccolte con intercettazioni, controlli a tappeto delle mail e interrogatori sulle abitudini di vita dei prelati. Ed è verosimile che, dei dettagli sui ‘corvi' abbiano preso conoscenza anche i cardinali della Relationem.

Tuttavia, i tre saggi hanno potuto indagare a raggio ancora più ampio, anche sulla rete di fedelissimi del segretario di Stato Tarcisio Bertone, dal quale dipendono lo stesso Giani con i suoi agenti e il direttore dello Ior Paolo Cipriani, preso di mira dal maggiordomo Paolo Gabriele e dalla nutrita schiera di "corvi".

Si capisce, come in Vaticano l'aria sia stata pesante, negli ultimi tempi. Con i porporati sovente autori di depistaggi sotto inchieste incrociate e, a loro volta, spesso vittime di ricatti e polpette avvelenate. Ma non deve essere stato difficile, per un'intellighenzia sottile e in grado di smuovere, negli Anni 80, pedine e finanziamenti per far cadere il Muro di Berlino e di attraversare l'oceano per smantellare la Teologia della liberazione, risalire al reticolo intricato dei misfatti nella piccola Curia romana.

Il network delle spie vaticane è globale. E i bene informati dicono che, fuori dalle Colonne di San Pietro, nelle nunziature apostoliche, alle unità speciali volute dall'ex finanziere Giani (con tanto di hacker), per equiparare la Gendarmeria agli standard dell'Interpol, faccia sponda un apparato impenetrabile di collaboratori zelanti. Degno della vecchia Stasi e forte di una rete secolare di contatti e relazioni. Sua Entità non solo non perdona, ma con l'era informatica poi si evolve e si aggiorna.

Nati nel 1500 nati con il motto «per la croce e con la spada» e ramificati nei secoli in vari sottocircoli e fazioni, gli odierni cavalieri del controspionaggio sono anche abilissimi nel monitorare, ripulire e manipolare i dati di Wikipedia. Oscurando, in tempo reale, le informazioni scomode o errate sulla Santa sede.

«Tutto si può, in uno Stato assoluto, ma del resto anche nelle migliori democrazie è così. I servizi segreti sono, da sempre, le cloache dei governi addette al lavoro sporco», ironizza Frattini, «lo Stato di Dio non fa eccezione. Per di più con un'intelligence ultra collaudata, quasi millenaria».

Quella che, in silenzio, negli Anni 70 sventò complotti sfuggiti alla Cia e al Mossad, come l'attentato al premier israeliano Golda Meir. E, dopo l'11 settembre, preservò la città eterna da al Qaeda, circondandosi di strane leggende. In via dei Cherubini 32 a Roma, un esercito di dotti e religiosi 007 al lavoro nel fantomatico Istituto gesuitico di studi vaghi - di nuovo, i gesuiti di Pio V e Bergoglio - sarebbe, per esempio, da decenni capitanato da un improbabile e non meglio identificato monsignor Novacek. Strana centrale del controspionaggio extraterritoriale, mai appurata. Eppure, al centro di curiose interrogazioni parlamentari a Montecitorio.

 

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO PAPA BERGOGLIO RUBEN DI MONTE PAPA RATZINGER E DOMENICO GIANI GENDARMERIA VATICANA DOMENICO GIANI DOMENICO GIANI ERIC FRATTINI GENDARMERIA VATICANA GENDARMERIA VATICANA

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO