roberta lombardi enrico letta virginia raggi

5 STELLE IN CENERE - LA MOSSA DELLA RAGGI CHE SUL TERMOVALORIZZATORE MINACCIA DI FAR CAUSA A GUALTIERI HA L’EFFETTO DI SPACCARE ANCORA DI PIU’ IL MOVIMENTO GIA' DILANIATO DALLA GUERRA CONTE-DI MAIO – L’ASSESSORA REGIONALE ROBERTA LOMBARDI, ARCINEMICA DELL’EX SINDACA, VA ALL'ATTACCO: "E’ UNA INIZIATIVA NON CONCORDATA, SERVE UN CONFRONTO COI DEM" – LA RAGGI, COCCA DI GRILLO, PARE VOLER SFRUTTARE L'OCCASIONE PER ROMPERE L'ALLEANZA PENTADEM IN REGIONE. MA I PENTASTELLATI GOVERNISTI (LEGGI DI MAIO&CO) NON HANNO GRADITO…

Lorenzo D' Albergo per “la Repubblica”

 

VIRGINIA RAGGI E ROBERTO GUALTIERI

Quando guidava il Campidoglio ha avuto modo di valutarne con attenzione la realizzazione. Ora, però, l'ex sindaca Virginia Raggi attacca a testa bassa il termovalorizzatore di Roberto Gualtieri.

 

Domenica la grillina ha dato il via a una raccolta di firme che farà tappa anche a Santa Palomba, lembo estremo della periferia Sud della capitale dove il Comune ha individuato (e sta trattanto) l'area giusta per l'inceneritore.

Ma non è finita qui: Raggi promette anche di fare causa a Gualtieri. Le carte, precedenti al Tar del Lazio inclusi, sono già pronte.

gualtieri foto mezzelani gmt077

 

Una minaccia che, più che impensierire l'inquilino di palazzo Senatorio, ieri ha avuto l'effetto di spaccare una volta di più il Movimento 5 Stelle. Il sindaco dem è solo in attesa della conversione in legge del decreto Aiuti, atto non votato dai ministri pentastellati a palazzo Chigi, con cui ha ottenuto poteri speciali per accelerare sulla realizzazione del termovalorizzatore. Si sente tranquillo. Spazientita, a dir poco, è invece Roberta Lombardi: l'uscita dell'arcinemica Raggi e dei 5S comunali ha scatenato la durissima replica dell'assessora alla Transizione regionale del Lazio, membro del laboratorio giallorosso del governatore Nicola Zingaretti.

 

raggi lombardi

Lombardi, a sua volta contraria alla realizzazione di un termovalorizzatore che ritiene obsoleto e in conflitto con i principi dell'economia circolare, una settimana fa ha incontrato il sindaco. L'assessora è uscita dal vertice in Campidoglio sollevata, con la convinzione di poter trovare un compromesso. In ballo d'altronde c'è la tenuta dell'alleanza Pd-5S alle Regionali di marzo 2023, l'unica speranza per i grillini di rientrare in maggioranza e nella giunta del Lazio. Ora, però, c'è da fronteggiare l'avanzata di Virginia Raggi.

 

GUALTIERI

Le due, non è un mistero, non si amano. Lo scontro è totale e oggi una volta di più incandescente. Lombardi è al solito inviperita con l'ex sindaca: «Quella di domenica è un'iniziativa non concordata C'è chi vuole essere ricordato per il "no" e basta e c'è chi lavora per il "sì" al futuro ». Poi, dopo un bel respirone, la spiegazione: «Credo sia più proficuo e credibile proseguire un'interlocuzione con il Campidoglio e il Pd, approfittando del dibattito sull'inceneritore, per farla evolvere verso un confronto su un altro tipo di impianto con proposte alternative per accelerare la transizione ecologica».

La sensazione è che il 5S non uscirà troppo presto dallo scontro.

Ognuno rema dalla propria parte.

 

passaggio di consegne tra virginia raggi e roberto gualtieri 4

Raggi pare voler sfruttare l'occasione per rompere l'alleanza pentadem in Regione. Le sue mosse non sono piaciute nemmeno ai vertici del Movimento. Lombardi, invece, è sul fronte opposto. Linda Meleo, capogruppo dei 5S in Campidoglio, le replica così. «La nostra raccolta firme non concordata? Abbiamo specificato che fosse un'iniziativa del Movimento romano per tempo. L'avevamo annunciata anche sui social. Penso che tutta la filiera 5 Stelle sia allineata. Lo valutò anche Raggi? Si trattò solo di uno studio tecnico». Una risposta per salvare la purezza dell'offensiva raggiana e alimentare speculazioni politiche.

 

raggi lombardi

A proposito, ieri è arrivata puntuale la stoccata della lista Calenda: Le firme 5S contro il termovalorizzatore sono l'ennesima beffa dopo 5 anni allo sbando sui rifiuti». Ne avranno parlato, chissà, il sindaco Roberto Gualtieri e il premier Mario Draghi. Ieri, dopo la cerimonia di commemorazione del 44esimo anniversario della morte di Aldo Moro, si sono presi qualche minuto da parte, in solitaria. Difficile che non abbiano parlato del termovalorizzatore. Impianto su cui, in vista del Giubileo, c'è il placet di palazzo Chigi.

 

 

NEL M5S ALLO SBANDO NON C'È SOLO IL DUELLO CONTE-DI MAIO

David Allegranti per Public Policy

 

di maio conte

Non c’è solo il duello fra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, nel M5s. In piccolo, c’è anche un rinnovato duello tutto romano. Quello fra Virginia Raggi e Roberta Lombardi. Sul termovalorizzatore voluto da Roberto Gualtieri, per il quale il sindaco di Roma ha ottenuto il via libera anche dal Governo. Raggi va alla pugna con raccolta firme (ha iniziato domenica scorsa) e ricorsi annunciati, sulla scorta anche di quanto sostenuto da Conte nella sua ultima diretta su Instagram.

 

Sul fronte opposto c’è però Roberta Lombardi, che è in giunta con il Pd in Regione Lazio e che, pur essendo contraria al termovalorizzatore, ha spiegato che “quella di domenica è un’iniziativa non concordata C’è chi vuole essere ricordato per il ‘no’ e basta e c’è chi lavora per il ‘sì’ al futuro”.

 

Insomma, ha detto Lombardi, “credo sia più proficuo e credibile proseguire un’interlocuzione con il Campidoglio e il Pd, approfittando del dibattito sull’inceneritore, per farla evolvere verso un confronto su un altro tipo di impianto con proposte alternative per accelerare la transizione ecologica”. Da una parte insomma l’intransigenza dell’ex sindaca, dall’altra il pragmatismo dell’avversaria.

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

 

La prima ha sgovernato Roma e ha perso dopo 5 anni, la seconda è riuscita a intrattenere rapporti proficui con il Pd laziale fino a stringere un’alleanza che qualcuno vorrebbe strutturare in tutta Italia. Il filone raggiano è quello più vicino allo spirito originario, lo stesso impersonato da Alessandro Di Battista.

 

Non è chiaro quale delle due anime prevarrà, certo è che con Conte la bilancia si è spostata pericolosamente sul fronte barricadero. E chi l’avrebbe mai detto che, alla fine, il moderato sarebbe stato Di Maio nei panni di ministro degli Esteri. I Cinque stelle sono rimasti gli stessi, contrariamente a quello che pensano alcuni analisti. È solo cambiato il ruolo istituzionale che detengono. È il ruolo che ne modifica la percezione. Come insegna Di Maio e, anche, Lombardi. Laddove si dimostra che anche i piromani alla fine sono destinati a diventare pompieri.

virginia raggi roberta lombardi beppe grilloroberta lombardi virginia raggi virginia raggi roberta lombardiRAGGI LOMBARDIpassaggio di consegne tra virginia raggi e roberto gualtieri 12

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)