luigi di maio - beppe grillo - giuseppe conte

DALLE STELLE ALLE STALLE: PER SEI ITALIANI SU DIECI IL M5S SPARIRÀ - I PENTASTELLATI SCENDONO ALL'11%, FRATELLI D'ITALIA E’ IL PRIMO PARTITO CON OLTRE IL 22%, LO SEGUE A RUOTA IL PD AL 21,8 – ALLARME ROSSO PER SALVINI: LA LEGA SCENDE SOTTO IL 15% - IL PARTITINO DI DI MAIO PER ORA E’ ALL'1% E IL 41.3% DEGLI ITALIANI HA INTERPRETATO LA SUA SCISSIONE COME UN TENTATIVO DI RESTARE IN POLITICA OLTRE IL SECONDO MANDATO – TRA CHI E’ RIMASTO NEL M5S, IL 35.7% VUOLE UN MOVIMENTO PIÙ MODERATO MENTRE IL 44.3% DESIDEREREBBE UN VOLTO PIÙ ESTREMO…

Alessandra Ghisleri per “la Stampa”

 

alessandra ghisleri a omnibus 1

«Non esiste separazione definitiva fino a quando c'è il ricordo», Isabelle Allende. "Insieme per il futuro", ovvero il nuovo gruppo nato dalla scissione di Luigi Di Maio con il Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte ha cambiato le carte in tavola nel pallottoliere della politica. Oggi il primo partito rappresentato alla Camera è la Lega di Matteo Salvini con 132 Deputati, mentre il Movimento 5 Stelle passa da 227 deputati eletti nel 2018 a 105 rilevati oggi.

 

INTENZIONI DI VOTO AL 24 GIUGNO 2022 - 1 DI 2

La separazione ha riunito infatti 51 Onorevoli sotto l'ombrello del Ministro degli Esteri. Quello che sta accadendo in questi ultimi giorni nella politica italiana sta rompendo gli usuali canoni di un certo modo di fare politica. Di questo ne è convinto il 38.6% degli italiani ed 1 elettore su 3 del Movimento rimasto con Conte (31.4%).

 

Una nuova "organizzazione", quella del Ministro degli affari Esteri Luigi Di Maio, che attualmente è sotto stretta osservazione dal 21.5% dell'elettorato del Movimento 5 Stelle e non solo. Infatti l'effetto domino innescato dalla separazione ha già prodotto delle defezioni di 2 esponenti di Coraggio Italia di cui 1 si è già iscritto al gruppo dell'ex 5Stelle.

 

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

Ad oggi, nel pieno dell'evoluzione di questa separazione, coloro che si dichiarano "molto interessati" nei confronti della nuova formazione intestata a Luigi Di Maio si afferma tra il 2.5% e il 3.0%. Tuttavia nelle intenzioni di voto rilevate "a caldo", post scissione, la neonata formazione non supera l'1.0%, tutti consensi sottratti alla base del Movimento che nella rilevazione settimanale scende all'11.0%.

 

Tuttavia è doveroso ricordare che, per poter definire l'esatta valutazione della distribuzione dei voti, sarà necessario stimare l'esito con almeno 3 rilevazioni consecutive registrate nell'arco dei prossimi 30 giorni.

di maio conte

 

La separazione di Luigi Di Maio dalla formazione grillina per il 63.1% dei cittadini italiani rappresenta il colpo di grazia per il Movimento che, dopo molte defezioni, rischia di diventare ininfluente o scomparire. Sulla stessa linea troviamo il 65.8% degli elettori di Alternativa che si erano distaccati e separati dal Movimento il 23 febbraio 2021 e dal 71.6% degli elettori di Italexit, la nuova formazione di Gianluigi Paragone (eletto anche lui nel 2018 tra i senatori dei 5Stelle).

 

INTENZIONI DI VOTO AL 24 GIUGNO 2022 - 2 DI 2

Data l'importanza che sta assumendo questo caso, è necessario comprendere come gli elettori hanno interpretato questa decisione di Luigi Di Maio di lasciare il Movimento 5 Stelle e di formare un proprio gruppo politico e parlamentare. Ovvero il commento dell'opinione pubblica sulla percezione del perché è avvenuta e sui moventi per poterla identificare in un nuovo quadro politico rappresentano il vero aspetto interessante della faccenda.

 

CONTE SALVINI

Il 41.3% degli italiani intervistati legge questa risoluzione come una volontà di tutti coloro che hanno aderito al gruppo di proseguire la loro esperienza politica oltre il secondo mandato. Tra questi troviamo ben 1 elettore su 2 del Movimento 5 Stelle (48.5%) e il 65.4% di quelli di ItalExit. Il 19.6% crede in un cambio di visione e quindi in una nuova evoluzione rispetto alle origini in cui gli stessi Deputati erano stati eletti (21.4% tra gli elettori dei 5Stelle e il 34.2% tra gli elettori di Alternativa).

 

il comizio di giorgia meloni per vox, in spagna 8

Osservando il fenomeno dall'esterno si può dire che non si è agito proprio secondo l'approccio sperimenta, impara e adatta (Test, Learn and Adapt). Il tutto infatti, per come è stato comunicato, è stato recepito come una ricerca di vie di uscita da un campo di azione dove il controllo si era già perso da tempo. Le ipotesi rilevate infatti, portano in luce una separazione che potrà creare un'ulteriore instabilità per il futuro del Governo di Mario Draghi (40.3%) in cui qualcuno (13.9%) identifica -anche- la possibilità di una nuova precarietà che porterà al voto in tempi più brevi del previsto (17.2% tra gli elettori rimasti fedeli al M5S).

 

DI BATTISTA

Il tutto è scritto nelle future scelte del Movimento 5 Stelle: se si porrà in linea con il contesto portato avanti fino ad ora affiancando in maniera a-critica il Governo o deciderà di posizionarsi all'opposizione con una più ampia azione di manovra e con la speranza di sottrarre anche possibili consensi a Giorgia Meloni e ai suoi "No".

 

Su queste posizioni le idee del suo elettorato si spaccano nettamente tra i governisti (37.2%) e gli oppositori (34.3%) con un buon 28.5% che non sa decidersi nel merito e quindi in possibile "fuga" una volta presa una decisione in un senso o nell'altro.

 

GIANLUIGI PARAGONE

Abbiamo cercato di interpretare anche le ipotesi "comportamentali" che il -rimasto- Movimento 5 Stelle dovrebbe impiegare per attrarre maggiori consensi. Anche in questo caso il 35.7% dei suoi elettori si schiera con una sintesi che verte verso un linguaggio ed un comportamento più moderato che comunque si sovrapporrebbe alla nuova formazione di Luigi Di Maio (secondo le prime indiscrezioni), mentre il 44.3% desidererebbe un idioma più estremo e sicuramente meno prevedibile visto anche lo stile mantenuto fino ad oggi dal leader Giuseppe Conte.

 

Esiste un codice che prevede che gli individui possono essere influenzati non solo dai caratteri vincenti, ma anche da una proposta contestuale evidente e conosciuta a cui aderire in maniera facile perché rispecchia il vissuto di ciascuno. Inoltre il valore delle origini ricopre da sempre un valore inestimabile perché tutto si caratterizza radicandosi nelle convinzioni di ciascuno, nelle sue tradizioni familiari e nei suoi legami di valore che acquisiscono via via nuovi confini, ma sempre riconducibili ad un senso e un destino.

 

Su queste basi la discussione del vincolo dei 2 mandati per i parlamentari eletti nel Movimento 5 Stelle rimane un caposaldo del contratto "grillino". Una promessa contratta pubblicamente a cui tutti gli eletti di "allora" si sono impegnati a rispettare pubblicamente; ed è un vincolo che il 54.3% dei loro elettori desidera mantenere in virtù di quella identità oramai tanto annacquata. Su questa scelta saremo in grado di misurare il coraggio e la forza di saper mantenere fede a quelle norme sociali cui sono stati chiamati gli elettori a votare dal 2013 ad oggi. 

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