matteo salvini ernesto galli della loggia

STRAGALLI DELLA LOGGIA: “IL VERO COLLANTE DI QUESTO GOVERNO È LA PAURA DELLE ELEZIONI. L’ANTISALVINISMO È SOLO DI FACCIATA E COMUNQUE IL NEMICO DELLA DEMOCRAZIA ELETTORALMENTE PAGA POCO” - “SALVINI NON È FASCISTA, E POI QUESTE COSE SONO DI MINORANZA. FORZA NUOVA HA PRESO LO 0,3% DEI VOTI. FACEBOOK E CASAPOUND? IN DEMOCRAZIA LE IDEE VANNO LASCIATE LIBERE E…”

Alessia Gozzi per www.quotidiano.net

 

ernesto galli della loggia (2)

L’antisalvinismo come «collante di facciata» di una maggioranza eterogenea, ma che rischia di rivelarsi un boomerang. Ernesto Galli della Loggia, autorevole storico e accademico, è tranchant: «Il nemico della democrazia è una vecchia storia della sinistra, e non solo. Ma elettoralmente paga poco».

 

Professore, l’antisalvinismo, è considerato da molti il vero collante della nuova maggioranza giallorossa. Finirà per rafforzare lo stesso Salvini?

matteo salvini al senato 1

«Il vero collante è la paura delle elezioni. L’antisalvinismo è quello mostrato al pubblico, perché ha un contenuto politico che si pensa essere più popolare: opporsi alla conquista del potere da parte di Salvini. Questo però ne fa il capo assoluto dell’opposizione e, se il governo andrà male, automaticamente incasserà il dividendo».

 

Il leader della Lega, dall’opposizione, è libero di fare il tribuno del popolo senza prendersi le responsabilità di governo...

luciana lamorgese paola de micheli giuseppe conte luigi di maio

«L’opposizione è priva di responsabilità, come ad esempio quella di far quadrare i conti. Il Pd, dal canto suo, si è costruito l’immagine di baluardo della democrazia contro l’attacco della destra che in Italia ha sempre il suo consenso, il baluardo dell’antifascismo contro il montare del razzismo, della discriminazione».

meme sulla crisi di governo salvini berlusconi meloni

 

Un vizio atavico della sinistra quello di cercare un nemico da demonizzare: Berlusconi, ma anche Renzi e, prima ancora, Andreotti, Craxi... C’è sempre una guerra di liberazione da combattere...

matteo salvini e matteo renzi si incrociano in senato

«Un nemico non tanto del partito ma della democrazia. Una vecchia storia, che elettoralmente paga poco. E secondo me lo sa anche il Pd, perché altrimenti sarebbe andato a elezioni. Va bene sventolare l’antifascismo nel dibattito quotidiano, sui giornali, ai comizi o in televisione, ma, nelle urne, non produce voti».

 

saluti romani alla manifestazione contro il governo conte bis

Salvini ieri ha detto che pugni chiusi e saluti romani sono cose del passato. È così?

«Io credo che Salvini non sia affatto fascista e che queste siano cose di assoluta minoranza, soprattutto nel caso dei saluti romani. Forza Nuova ha preso lo 0,3% dei voti (che significa lo 0,1% degli italiani), sono nostalgie minoritarie poco gradevoli da vedere.

 

matteo salvini silvio berlusconi

I militanti di LeU riescono ancora a eleggere qualche parlamentare e si riconoscono nel pugno chiuso ma, in generale, sventolare l’antifascismo è una pura figura retorica priva di qualunque aggancio alla realtà».

 

La demonizzazione dell’avversario non si scopre oggi. Nelle prime elezioni repubblicane nel 1948 la Dc si preoccupa di formare gli elettori a partire dalla paura per il mostro comunista...

matteo salvini deejay al papeete 1

«Il paragone con la situazione attuale non regge. Mentre nel caso di Salvini non c’è nulla, nel 1948 il pericolo del comunismo c’era davvero: si era visto a Praga sei mesi prima. I rapporti del Pci con Mosca erano così forti che sarebbe stato obbligato a seguirne gli ordini. In tutte le epoche e in tutti i Paesi uno degli strumenti di propaganda è stato sostenere la tesi che ‘la vittoria del mio nemico è molto pericolosa’. La delegittimazione invece significa dire che ‘la vittoria del mio nemico è un pericolo per le istituzioni’».

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Quando c’è un accanimento di tutti contro uno, gli italiani iniziano a simpatizzare per il ‘demonizzato’?

ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA

«Non so se esiste questo meccanismo di naturale senso di difesa. Nel caso di Berlusconi, le accuse coprivano un ventaglio amplissimo – dal favoreggiamento della prostituzione alla frode fiscale – tanto da suscitare perplessità nel pubblico. L’antiberlusconismo in parte ha funzionato, il problema è che non è stato capace di indurre l’elettorato a smettere di votare per Berlusconi. Magari non lo dicevano in pubblico, ma continuavano a votarlo. Ha funzionato dal punto di vista dell’immagine di Berlusconi, colpita soprattutto all’estero, ma non a livello di consenso elettorale».

CASAPOUND CANCELLATA DA FACEBOOK

 

Ricorda Salvini...

«In tutto il mondo, anche personaggi inaspettati come Trump, sono stati felici di veder finire il ruolo di governo di Salvini. Ma attenzione: l’antiberlusconismo si fondava su ragioni giudiziarie, le ‘colpe’ di Salvini sono tutte politiche e, quindi, credo abbiano ancora meno effetto sul suo elettorato».

MEME SULLA CANCELLAZIONE DEGLI ACCOUNT FACEBOOK DI CASAPOUND

 

Facebook e Instagram hanno chiuso le pagine di Casapound e Forza Nuova: il paradosso di aziende private che ormai svolgono un servizio pubblico e silenziano un partito politico. Oggi sono loro domani magari tocca a qualcun’altro...

«Penso che in democrazia tutte le idee e le parole debbano essere lasciate libere di esprimersi».

 

Tra l’altro, parlare di diffondere l’odio sui social è abbastanza vago e potrebbe coinvolgere praticamente quasi tutti.

«Un’accusa ridicola che serve a Facebook per costruirsi una propria immagine democratica finalizzata a pagare meno tasse».

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)