giorgia meloni quarta repubblica

LA STRATEGIA ELETTORALE DI GIORGIA: COATTAGGINE E VITTIMISMO – IL MONOLOGO-SHOW DELLA MELONI, DA NICOLA PORRO SU RETE 4, CHE TORNA SUL CASO SAVIANO: “NESSUNA CENSURA, IO CI VEDO SOLO PUBBLICITÀ. L'UNICA CENSURATA QUI SONO IO. NOI ABBIAMO CONOSCIUTO UN MONDO DI AMICHETTISMO...” – SUL PREMIERATO: “SE SCONFITTA AL REFERENDUM NON MI DIMETTERÒ, MI SONO RIPROMESSA DI FARE IL CONTRARIO DI QUELLO CHE HA FATTO RENZI” – E, SULLA FRASE “QUELLA STRONZA DELLA MELONI” RINGHIATO IN FACCIA A DE LUCA, RIVELA: “CI HO PENSATO MENTRE ERO IN MACCHINA…” – VIDEO

 

 

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

giorgia meloni - quarta repubblica

Sono io la censurata, dice di se stessa Giorgia Meloni. Non gli scrittori e gli intellettuali trattati da avversari come Roberto Saviano o Antonio Scurati, non i conduttori e i giornalisti che in massa hanno lasciato la Rai della nuova stagione meloniana. «Quella non è censura», quella «è pubblicità».

 

Mentre è lei, la presidente del Consiglio – che attraverso una legge voluta da Matteo Renzi e le successive modifiche introdotte durante l'era Mario Draghi, controlla la televisione pubblica – è lei a essere censurata, ostracizzata, lasciata ai margini del racconto politico. Un martirio senza fine – sembra, ascoltandola – che non è terminato nemmeno da quando a Palazzo Chigi ha a(vallato o ordinato nomine di suoi cari o amici o fedeli sostenitori. Mediaset, Rete 4, l'azienda dove lavora l'ex compagno Andrea Giambruno, stesso canale. Meloni è ospite di Nicola Porro.

 

giorgia meloni nicola porro - quarta repubblica

[…] C'è il caso Saviano che ancora brucia sulle pagine dei giornali e ha rilanciato ancora una volta l'immagine di un Paese che è in preda a una selezione governativa dei buoni e dei cattivi. […] «Saviano non era stato invitato (alla Fiera del libro, ndr) perché gli editori non lo avevano proposto, quindi non capisco dove sia la censura da parte del governo». […]

 

Ma il caso Saviano serve a Meloni per un acrobatico paragone e un ulteriore azzardo: «Noi abbiamo conosciuto un mondo di amichettismo. Dove tutti gli autori che non erano di una determinata parte politica venivano sistematicamente esclusi dai premi, dalle kermesse». Non dice quali, ma prosegue: «Io ci vedo però un'altra cosa ancora, se posso essere chiara: ci vedo soprattutto pubblicità».

 

Meloni è chirurgica: «Sapeva che Saviano aveva scritto un altro libro? E anche Scurati. A un certo punto ho visto una foto di Piero Pelù con una maglietta polemica contro di me e ho pensato "e ora che c'entra? "Beh, c'è il nuovo disco. Quando uno deve presentare qualcosa mette in moto tutto il can can della censura per fare pubblicità. Non la chiamiamo rivoluzione, si chiama guadagnare di più».

 

giorgia meloni nicola porro - quarta repubblica

[…] il suo obiettivo è capovolgere a suo favore le accuse. Far passare se stessa come vittima di un sistema controllato «dalla sinistra». Parlando di amichettismo dimentica – tanto per fare due esempi – Alessandro Giuli e Pietrangelo Buttafuoco, amici da sempre piazzati al Maxxi di Roma e alla Biennale di Venezia. O Pino Insegno, il conduttore spesso suo ospite a Palazzo Chigi, che sta per tornare in Rai nonostante il flop del suo programma.

Per 13 minuti Meloni si dedica quasi esclusivamente a evocare le macchinazioni contro di lei.

 

giorgia meloni - quarta repubblica

Per esempio ricorda il suo libro "Io sono Giorgia", uscito prima delle elezioni che l'hanno incoronata nel 2022, e che l'aiutò non poco nella sua ascesa: «La mia casa editrice chiese di presentarlo al Salone del libro di Torino e risposero di no, perché loro non facevano le presentazioni dei libri dei leader politici. Va bene, io non ho detto niente, il libro ha venduto lo stesso tantissimo». Le chiama «forze della conservazione e dello status quo».

 

Altro sua formula di culto: «Si organizzeranno per fare del loro meglio, per non farci cambiare questa nazione». Nessun nome, solo riferimenti generici, come sempre: «Le lobby, certa parte della burocrazia italiana, certa parte della burocrazia europea, grandi concentrazioni economiche, poiché la politica era debole, avevano maggiore gioco a fare i loro interessi».

giorgia meloni - quarta repubblica

 

L'Europa ha aperto una procedura di infrazione sull'assegno unico perché i requisiti per l'accesso sono stati considerati discriminatori verso i migranti. La sua lettura è diversa: «Se lo devo dare anche agli extracomunitari che secondo loro hanno figli in patria, io non lo reggo» è la risposta di Meloni. «Se alla fine avessero ragione, dovremo rinunciare all'assegno unico». L'auspicio della premier è che la nuova Commissione europea «possa essere un po'più pragmatica».

 

È la sfida internazionale della leader dei Conservatori, mentre in casa Meloni è pronta ad affrontare la sconfitta al referendum sul premierato. «Non mi dimetterò – ribadisce – Una delle regole che mi sono data nella vita è fare il contrario di quello che ha fatto Matteo Renzi», che lasciò Palazzo Chigi dopo aver perso la consultazione popolare sulla riforma costituzionale.

 

giorgia meloni nicola porro - quarta repubblica

Infine, non poteva mancare una battuta su Vincenzo De Luca. «Sono quella stronza della Meloni» è stata la sua piccola vendetta, consumata in faccia al governatore campano che l'attendeva per i saluti istituzionali a Caivano, e organizzata con piglio da influencer, con tanto di telecamere dello staff al seguito. «Ci ho pensato mentre ero in macchina e mi hanno detto che c'era anche lui».

giorgia meloni a quarta repubblica 3giorgia meloni a quarta repubblica 2giorgia meloni a quarta repubblica 1giorgia meloni a quarta repubblica 2giorgia meloni a quarta repubblica 3giorgia meloni a quarta repubblica 5giorgia meloni a quarta repubblica 1

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?