kiev ucraina soldati

LA STRATEGIA MILITARE DI KIEV SPIEGATA DAL GENERALE GIORGIO BATTISTI: “L'ESERCITO UCRAINO SI È BEN PREPARATO IN QUESTI ULTIMI ANNI. SAPEVANO CHE NON AVREBBERO POTUTO MAI VINCERE IN UNA BATTAGLIA CAMPALE. HANNO FATTI ENTRARE I RUSSI, HANNO RALLENTATO IN MILLE MANIERE L'AVANZATA DEI CARRI ARMATI, E A QUESTO PUNTO LI COLPISCONO AI FIANCHI. I RUSSI HANNO EREDITATO LA DOTTRINA SOVIETICA: MIRANO A COLPIRE DA SUBITO, DALL'ARIA, I CENTRI DI COMANDO E LE CASERME; POI SI PRECIPITANO AD OCCUPARE GLI SNODI STRATEGICI. È PER QUESTO CHE MIRANO A KHARKIV, DA LÌ PASSANO TUTTE LE AUTOSTRADE. MA GLI UCRAINI HANNO CAPITO COME USARE AL MEGLIO I RAZZI ANTICARRO…”

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

GIORGIO BATTISTI

I generali osservano, riflettono, ne parlano tra loro perché l'arte della guerra la conoscono bene. E Giorgio Battisti, generale degli alpini, nella riserva da qualche mese dopo una lunghissima carriera tra Italia, Afghanistan e comandi Nato, presidente della commissione militare del Comitato Atlantico Italiano, un think-tank che accompagna le nostre decisioni tecnico-militari, non fa eccezione. Dell'opzione nucleare, agitata da Vladimir Putin, non vorrebbe nemmeno parlare. «Lui come tutti sa che il ricorso al conflitto nucleare significa l'Armageddon per il pianeta».

 

Ma quello che l'ha colpito, da soldato di fanteria, è la reazione degli ucraini: «Stanno utilizzando al meglio i missili di fabbricazione occidentale, sia contro gli aerei, sia contro i carri armati. E dimostrano che un fante può essere micidiale».

colonna di carri armati russi alle porte di kiev

 

Generale Battisti, partiamo dalle armi atomiche.

«Tema molto studiato nelle accademie militari, ovviamente. Dalla fine della Seconda guerra mondiale è alla base dell'equilibrio tra potenze».

 

Putin ne parla con una disinvoltura agghiacciante.

 «Vi fece cenno già diversi giorni prima dell'invasione, quando era una guerra di parole con Joe Biden. Quella volta, Putin disse che i russi certamente non erano all'altezza dell'armamento convenzionale dell'Occidente, ma quanto a testate atomiche loro erano in vantaggio».

kiev sotto assedio mappa

 

Cioè quasi non fa distinzione tra i due tipi di armamenti?

«Di nuovo, ieri, la propaganda russa ha lanciato la notizia che avrebbero 500 testate atomiche imbarcate su sottomarini, in grado di distruggere gli Stati Uniti e i Paesi della Nato».

 

Ne può avere anche cinquemila. Superata quella soglia, nessuno torna indietro.

«Infatti. L'arma nucleare è l'arma finale».

 

Non ci sarebbe scampo per nessuno.

«Possono essere solo delle sparate, però il fatto stesso che se ne parli, qualche preoccupazione la suscita. Io spero proprio che nessuno pensi a un uso dell'arma nucleare. Mi sembra incredibile che quella minaccia con cui abbiamo convissuto nei quaranta anni di guerra fredda, torni alla ribalta ora, così tanti anni dopo».

missili e bombe su kharkiv

 

Anche gli americani ne hanno in quantità.

«La dottrina Usa al riguardo è cambiata nel tempo. Nell'immediato dopoguerra, c'era stata una prima dottrina della "risposta massiccia": a qualsiasi attacco sovietico, il Pentagono avrebbe risposto con un massiccio bombardamento nucleare sulle città sovietiche e sui centri governativi. Dopo il 1967, è subentrata la dottrina della "risposta flessibile", che è stata in vigore fino alla fine della guerra fredda: ad attacco convenzionale, risposta convenzionale; ad attacco nucleare limitato, risposta con il nucleare tattico, che sarebbe stato affidato alle artiglierie, in cui ciascun proiettile comunque avrebbe distrutto un quartiere o una piccola città; ad attacco nucleare massiccio, risposta nucleare massiccia. Oh, sia chiaro: sarebbe stato l'Armageddon, la distruzione totale della vita sul pianeta».

 

guerra ucraina

Putin sembra metterlo in conto.

«Sembra tanto una sparata, di chi sa quanto noi occidentali temiamo questo scenario».

 

Intanto, però, i russi in Ucraina non sfondano.

«Ciò dimostra che l'esercito ucraino si è ben preparato in questi ultimi anni. Sapevano che non avrebbero potuto mai vincere in una battaglia campale. Quindi li hanno fatti entrare, hanno rallentato in mille maniere l'avanzata dei carri armati, e a questo punto li colpiscono ai fianchi. I russi hanno ereditato la dottrina sovietica: mirano a colpire da subito, dall'aria, i centri di comando e le caserme; poi si precipitano ad occupare gli snodi strategici.

 

colonna di carri armati russi alle porte di kiev

È per questo che mirano a Kharkiv, basta guardare una mappa autostradale dell'Ucraina: gli interessa perché da lì passano tutte le autostrade su cui far correre i loro carri, che non possono certo camminare per i campi. Ma gli ucraini, che nel 2014 erano in uno stato miserevole, grazie agli istruttori militari americani e inglesi hanno capito come usare al meglio i razzi anticarro "Javelin", che possono essere lanciati a 2 o 3 chilometri di distanza, e vanno a colpo sicuro sul carro armato perché seguono la fonte di calore.

 

guerra ucraina 1

Con i "Javelin" stanno devastando le colonne corazzate russe e quelli non riescono nemmeno a vedere chi li colpisce. Sono l'evoluzione degli "Stinger" che già rovesciarono le sorti della guerra in Afghanistan, perché con lo stesso sistema abbattono aerei ed elicotteri. Ora, mettetevi nei panni dei soldati russi, che sono per lo più di leva, mandati ad invadere una nazione che doveva accoglierli come fratelli e invece gli sparano da tutte le parti, e poi avanzateci voi con il carro armato sapendo che a ogni chilometro può arrivare un missile dall'alto a cui non c'è rimedio».

bombardieri ucraina

 

E quindi?

«La fanteria ucraina si sta mostrando micidiale. E nelle città i russi non sono ancora entrati perché la loro dottrina prevede prima i bombardamenti a tappeto, dal cielo e di artiglieria. Ma ciò significherebbe un bagno di sangue della popolazione civile. Lo fecero a Grozny, non possono permetterselo a Kiev».

razzo a chernihiv

 

Si dice poi che gli manchi il coordinamento con l'aria.

«In effetti era andata così nella guerra di Cecenia. Pensavamo avessero risolto, ma forse no».

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”