mario draghi joe biden al g7

SUMMIT ON A SOLITARY BEACH - BILATERALE DI MEZZ’ORA AL G7 TRA BIDEN E DRAGHI CHE SI IMPEGNANO A LAVORARE INSIEME ALMENO SU TRE FRONTI CALDI: LIBIA, RUSSIA E PECHINO – “È ANDATA MOLTO BENE” COMMENTA SUPERMARIO CHE INVITA IN “MANIERA PERMANENTE” A CAPRI “SLEEPY JOE” CHE GLI CONFESSAVA DI AVERE UNA PREDILEZIONE PER L’ISOLA – RIMANE IL NODO PECHINO: DRAGHI E MERKEL SI SAREBBERO DIMOSTRATI PIÙ MODERATI DEGLI ALTRI SULLE PROPOSTE DI WASHINGTON CONTRO LA CINA…

Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

 

 

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L'incontro con Biden «è andato molto bene». Lo mette nero su bianco il presidente del Consiglio al termine del faccia a faccia con il leader della Casa Bianca avuto a margine del vertice G7. «Sin dalla formazione del governo - aggiunge Draghi - sono stato molto chiaro che i due pilastri della politica estera italiana sono l'europeismo e l'atlantismo. Con Biden siamo d'accordo su molti temi: donne, giovani, difesa degli ultimi, diritti umani, diritti civili, diritti sociali e tutela dell'ambiente che è il tema chiave della nostra presidenza del G20».

 

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Poche righe, molto succinte, pochissimi dettagli. Per una serie di inconvenienti salta il punto stampa programmato al termine di un incontro di 30 minuti con Joe Biden. Lo staff di Draghi si limita a diffondere poche righe, su una carrellata di argomenti, che in teoria toccano anche il rapporto fra gli Stati del G7 e la Cina, uno dei temi al centro della seconda giornata di lavori del summit.

 

Ma saranno solo fonti americane a sottolineare che i due presidenti hanno concordato di lavorare insieme per il futuro su almeno tre fronti caldi: Libia, Russia e infine ovviamente Pechino. Per tutto il giorno sia fonti americane che partecipano al vertice, sia fonti delle istituzione europee, raccontano una versione dei lavori del summit non confermata dalla delegazione del premier: sia Draghi che la Merkel si sarebbero dimostrati più freddi, o moderati, degli altri membri del G7, sulle proposte di Washington contro Pechino.

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Sembra che a un certo punto la discussione sia diventata così delicata che la rete internet sia stata bloccata, almeno nella stanza che ospitava i sette leader. Di sicuro sia Draghi che Merkel hanno sollevato qualche obiezione sulla creazione di una task force multilaterale, a partire dai membri del G7, per affrontare le sfide che arrivano da Pechino. Mentre c'è stata completa adesione, sia da parte dell'Italia che della Germania, sulla condanna delle violazione dei diritti umani in Cina, insieme alla condanna dei lavori forzati per la minoranza musulmana degli uiguri.

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Insomma l'incontro con Biden sembra abbia assunto, al termine di una giornata di lavori intensi, una veste molto informale, quasi personale. Del resto il confronto fra i 7 è stato molto serrato. Gli Stati Uniti hanno proposto un piano antagonista rispetto alla Belt and Road Initiative di Pechino, un piano da 40 mila miliardi di dollari entro poco più di un decennio per rafforzare le infrastrutture dei Paesi in via di sviluppo, e il progetto dovrebbe trovare un'adesione di tutti i membri del G7 nelle conclusioni finali di oggi.

 

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Alla fine Biden e Draghi si sono trovati a tu per tu quasi quasi per un momento di relax e distensione, fuori dal cottage del presidente americano, sulla spiaggia di Carbis Bay. Una nota di colore: l'inquilino della Casa Bianca al suo amore per l'Italia ha associato soprattutto una predilezione per Capri. Draghi gli ha risposto in questo modo: «Considera di avere un invito permanente». Quindi un suggello più politico: il presidente del Consiglio ha ringraziato Joe Biden per il suo impegno nei confronti dell'Europa, per aver cambiato rotta alla politica estera americana, riabbracciato un multilateralismo, che consente ai Paesi occidentali di essere più uniti e sinergici nei confronti sia della Russia che della Cina. E il filo-atlantismo dichiarato da Draghi sin dal primo discorso in Parlamento, dopo il giuramento, ha avuto ancora una sottolineatura nelle parole di commiato dal capo del governo, a fine giornata: «Il quadro politico italiano cambia spesso» ha detto il premier a Biden, «ma certe cose come la nostra profonda alleanza con gli Stati Uniti non cambiano mai».

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