giorgia meloni reddito di cittadinanza

IL SUSSIDIO È FINITO, ANDATE IN PACE – IL GOVERNO MELONI PREPARA LA STRETTA DEL REDDITO DI CITTADINANZA: LA DUCETTA VUOLE MANTENERLO SOLO PER COLORO CHE NON SONO IN GRADO DI LAVORARE. IL PROBLEMA È CAPIRE CHI SONO GLI OCCUPABILI – LA PROPOSTA TRANCHANT DI SALVINI: SOSPENDERLO PER SEI MESI A 900MILA PERCETTORI. MA C’È UN RISCHIO BOOMERANG POLITICO: SOPRATTUTTO AL SUD, MOLTISSIME FAMIGLIE POVERE CAMPANO CON IL REDDITO DI CITTADINANZA, E ALLE PROSSIME ELEZIONI POTREBBERO RICORDARSI DI CHI GLIEL’HA TOLTO…

Luca Monticelli per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI REDDITO CITTADINANZA

La revisione del reddito di cittadinanza è una delle riforme che il centrodestra punta ad attuare già in legge di bilancio. La premier Giorgia Meloni, durante il discorso sulla fiducia, è stata chiara: «Mantenere e, laddove possibile, aumentare il sostegno economico per i soggetti fragili che non sono in condizioni di lavorare. Ma per gli altri, formazione e accompagnamento al lavoro». La palla adesso passa alla ministra Marina Elvira Calderone che venerdì prossimo incontrerà le parti sociali.

 

Il quadro

reddito di cittadinanza

Il primo problema è capire chi sono, e quante, le persone realmente occupabili. Secondo l’Anpal, su oltre due milioni e trecentomila cittadini che beneficiano del sussidio (poco più di un milione di nuclei familiari), quelli che sono stati invitati a sottoscrivere “Il patto per il lavoro” dai Centri per l’impiego sono soltanto 660 mila (il 75% residente al Sud). Di questi, ben 480 mila non firmano un contratto da almeno tre anni, e come livello di istruzione possiedono la terza media. Anche l’età dei beneficiari del reddito non gioca a loro favore: solo un terzo dei 660 mila ha meno di trent’anni.

 

CONTE REDDITO

Il piano del governo

Matteo Salvini ha proposto di sospendere l’assegno per sei mesi a 900 mila percettori che «lo prendono già da un anno e mezzo e sono pronti a lavorare». Così facendo si avrebbe un risparmio di un miliardo di euro (il reddito ne costa quasi 9 l’anno) da reinvestire nelle pensioni in Quota 102. Difficile attuare un’idea del genere, soprattutto alla luce dei dati dell’Anpal. Fratelli d’Italia pensa di cambiare nome al sussidio e intende scinderlo in due, con platee e obiettivi diversi.

il video di giorgia meloni contro il reddito di cittadinanza 4

 

Il “Gol”

Da una parte, i pensionati in difficoltà, gli invalidi, i disoccupati con figli piccoli e le persone in affidamento ai servizi sociali continuerebbero a ricevere l’assegno, che potrebbe tornare a chiamarsi Reddito di inclusione.

 

Per questi cittadini, che mediamente percepiscono 550 euro al mese, il contributo potrebbe aumentare. Dall’altra parte gli occupabili, da inserire nel nuovo programma “Gol” per le politiche attive del lavoro, che usufruisce di 4,5 miliardi messi in campo da Bruxelles da qui al 2025. Peccato che i beneficiari del reddito di cittadinanza presi in carico dalle regioni nell’ambito di Gol al momento siano pochissimi: 75 mila.

 

I dati dimostrano che la stragrande maggioranza degli occupabili non sembra essere molto appetibile per le aziende: non sono giovani, non hanno un titolo di studio né competenze e praticamente non hanno mai lavorato. Insomma, l’incrocio tra domanda e offerta risulta una sfida complicata. L’ex sottosegretaria al Tesoro, Maria Cecilia Guerra del Pd, si chiede: «E mentre giustamente li aiutiamo a formarsi, e a trovare lavoro, che facciamo? Li lasciamo morire di fame? E i loro figli?».

 

I navigator

il video di giorgia meloni contro il reddito di cittadinanza 5

Il centrodestra però tira dritto, immagina di sfruttare appieno le risorse messe a disposizione dal Fondo sociale europeo e punta a un grande piano di formazione, con percorsi di aggiornamento, riqualificazione e inclusione. Un progetto ambizioso che necessita, oltre che dell’aiuto delle agenzie interinali private, di amministrazioni regionali efficienti e di una rete di Centri per l’impiego che funzioni, sul modello tedesco e francese. Da questo punto di vista è indispensabile potenziare il personale delle strutture. Perciò, i tanto vituperati “Navigator”, il cui contratto è scaduto ieri, potrebbero tornare utili.

 

Nel 2020 erano stati assunti a tempo determinato quasi tremila “tutor” che avrebbero dovuto affiancare i dipendenti dei Centri per l’impiego regionali, per curare la presa in carico e l’accompagnamento al lavoro dei disoccupati. Ne sono rimasti circa 950, perché molti hanno partecipato ai concorsi e sono stati assunti come operatori proprio per gestire le politiche attive. Marco Filippetti del sindacato Clap (interno ad Anpal Servizi) chiede proprio al governo di prorogare il contratto scaduto dei Navigator per trasferirli nel programma Gol, in attesa che le regioni completino le selezioni per assorbirli nei Centri per l’impiego. «Più operatori abbiamo nel settore e più persone riusciamo ad aiutare - spiega - i Navigator hanno acquisito una professionalità che sarebbe un peccato perdere».

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