giuseppe conte davide casaleggio huawei

TAKE MY BREATH HUAWEI – NELLA LUNGA NOTTE DI LUNEDÌ, E DOPO UNA VIVACE DISCUSSIONE, IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA DECISO DI ESERCITARE IL GOLDEN POWER SULLA FORNITURA DI HUAWEI A TIM E WINDTRE. COME MAI DELLA NOTIZIA NON C’È TRACCIA NEL COMUNICATO DI PALAZZO CHIGI? E PERCHÉ CONTE HA INCONTRATO IL “LOBBISTA TOP” DI HUAWEI, DAVIDE CASALEGGIO, PROPRIO IL GIORNO DOPO?

 

 

 

Mattia Soldi per www.formiche.net

 

davide casaleggio rocco casalino 1

Tensione hi-tech nel governo. Nella lunga notte del Consiglio dei ministri di lunedì sul Decreto semplificazioni, i toni si sono fatti accesi su un dossier caldissimo di politica estera: la partecipazione di Huawei e Zte alla fornitura di tecnologia ai grandi operatori italiani.

 

Il tema costituisce da tempo un pomo della discordia in casa rossogialla. Da quando a dicembre il Copasir ha pubblicato un rapporto che invita ad escludere aziende cinesi come Huawei e Zte dall’implementazione della rete 5G, il dibattito si è fatto spazio nell’agenda di governo allargandosi alla presenza stessa degli operatori cinesi nel mirino degli Usa sul mercato delle telco italiane.

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 1

 

Negli ultimi mesi nel Pd più di una voce si è alzata per chiedere di anteporre la sicurezza al business nel mondo tech. È il caso del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che nella sua visita a Washington Dc di inizio febbraio ha spiegato la necessità di mettere la sicurezza “prima di ogni valutazione economica”.

 

DAVIDE CASALEGGIO HUAWEI

Ma anche del ministro degli Affari europei Enzo Amendola, che a più riprese ha auspicato una soluzione europea per il 5G. Dal mondo M5S, e in particolare da chi ha in mano il dossier, il titolare del Mise Stefano Patuanelli, non sono mancate prese di posizione di tenore opposto.

HUAWEI

 

I fronti sembrano rimasti invariati. Secondo quanto risulta a Formiche.net, dopo una vivace discussione interna lunedì il Cdm avrebbe deciso di esercitare i poteri speciali previsti dala normativa del golden power sulla fornitura di tecnologia da parte di Huawei a Tim e Windtre. Della notizia curiosamente non c’è traccia nel lungo comunicato di Palazzo Chigi, e una richiesta di conferma alla presidenza del Consiglio non ha ricevuto risposta.

luigi di maio xi jinping

 

Il nuovo golden power approvato a maggio dal governo prevede l’assoggettamento a notifica dei contratti o degli accordi, conclusi con soggetti esterni all’Unione europea, che abbiano ad oggetto l’acquisizione a qualsiasi titolo di beni o servizi relativi alla progettazione, alla realizzazione, alla manutenzione e alla gestione delle reti inerenti i servizi di telecomunicazione elettronica a banda larga con tecnologia 5G. Ma anche nel caso di acquisizioni di componenti “ad alta intensità tecnologica funzionali alla realizzazione della rete.

lorenzo guerini con mark esper

 

Se il Mise di Patuanelli non ha rilevato criticità in merito ai due contratti, dal Pd, e in particolare dai ministri Guerini e Amendola, è arrivato un altolà alle attività di fornitura delle aziende cinesi ritenute sensibili sotto il profilo della sicurezza e la richiesta di esercitare i poteri del golden power per fermarle.

luca guerini paola de micheli enzo amendola 1

 

Il braccio di ferro sulle aziende hi-tech cinesi accusate di spionaggio dagli Stati Uniti arriva in un momento in cui il tema 5G ha scalato di nuovo la vetta dell’agenda politica di governo.

 

Il Cdm avrebbe confermato a proposito due schieramenti opposti. Il Pd vuole seguire l’esempio di Boris Johnson, il premier britannico che, dopo aver limitato solo parzialmente l’accesso alla rete a Huawei, sarebbe ora intenzionato a calare il sipario escludendo le aziende cinesi.

HUAWEI

 

Anche su questo fronte, per il momento, la discussione è ferma al “salvo – intese”. Ma non sarà rimandata di molto. Sul 5G è in aumento il pressing della diplomazia Usa, come dimostra la visita del ministro degli Esteri Luigi Di Maio all’ambasciatore Lewis Eisenberg raccontata da Repubblica. Lunedì notte il premier Giuseppe Conte ha annunciato la convocazione di un tavolo ad hoc per sbrigliare il nodo politico.

davide casaleggio huaweihuaweiluigi di maio xi jinpingluigi di maio xi jinpingHUAWEIdavide casaleggio rocco casalino

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?